
Il 23 gennaio scorso si è tenuto a Sansepolcro il workshop “Società Medico-Scientifiche e sostenibilità: Urgente un nuovo paradigma”, organizzato da ISDE Italia, Collegio Italiano dei Primari Oncologi Medici Ospedalieri (CIPOMO) e Slow Medicine, con il patrocinio della FNOMCeO. Al termine dei lavori è stato sottoscritto un documento intitolato: “Verso un’ecologia della salute: Insieme verso una medicina sostenibile”, di cui ha dato un ampio resoconto Quotidiano Sanità.
La salute è la cosa più preziosa che abbiamo ma non sempre ne parliamo con cognizione di causa e soprattutto facciamo poco per ridurre l’impatto negativo che le attività umane esercitano su di essa.
Di fatto, nonostante gli straordinari successi della medicina stiamo assistendo ad un progressivo incremento dell’incidenza di malattie cronico-degenerative e infiammatorie croniche, di disabilità e di alcune forme di cancro in maniera indipendente dall’invecchiamento della popolazione, come dimostrato dall’insorgenza crescente di queste patologie in epoca sempre più precoce, compresa l’età pediatrica. Sono le conseguenze della grave disattenzione sino ad ora riservata al ruolo che i fattori socio-economici e ambientali hanno nel mantenimento dello stato di salute.
Le conoscenze a nostra disposizione rendono ormai eticamente ed economicamente inaccettabile occuparsi solo degli aspetti clinici della medicina, continuando a trascurare le enormi potenzialità della prevenzione primaria e le conseguenze sulla salute dell’ambiente, dei cambiamenti climatici, della produzione di energia, dei mezzi di trasporto, delle tecniche agricole e di allevamento, del modo di alimentarsi e della qualità dei cibi, delle scelte economiche, delle sempre più evidenti disuguaglianze sociali. Questi problemi non possono essere affrontati in modo disgiunto in quanto sistemici, interconnessi e interdipendenti, con effetti finali sulla qualità della vita che risultano dalle loro complesse interrelazioni.
I medici e i professionisti della salute non possono più limitarsi a compiti di diagnosi e cura. Essi devono sentirsi responsabili anche della tutela dell’ambiente attraverso attività di educazione sanitaria nei confronti dei pazienti e di “advocacy” nei riguardi della comunità, dei decisori politici e delle istituzioni.
Stiamo vivendo una crisi ecologica inedita per gravità, rapidità e portata, nei confronti della quale i medici e i professionisti della salute non possono più rimanere semplici osservatori. È loro il compito di sensibilizzare l’opinione pubblica circa le temibili conseguenze che le attività umane producono sugli ecosistemi e sulla salute. Devono porsi come promotori e artefici di un profondo rinnovamento culturale, anche fornendo esempi concreti di come si
possono organizzare e gestire le attività sanitarie in modo sobrio, appropriato e sostenibile.
Gli impegni per ridurre l’impronta ecologica Per questi motivi i rappresentanti delle Associazioni e delle Società scientifiche sotto indicate si sono incontrati a Sansepolcro e, dopo ampia discussione, hanno deciso di unire le forze e di integrare le diverse competenze specialistiche allo scopo di condividere le esperienze e perseguire obiettivi comuni orientati al rispetto dell’ambiente fisico, biologico e sociale.
A questo fine, le Associazioni e le Società Scientifiche che aderiscono al progetto “Verso un’ecologia della salute”, ciascuna per il proprio specifico ambito di competenza, s’impegnano ad individuare, diffondere e mettere in atto buone pratiche professionali capaci di contrastare le cause del degrado ambientale, eliminare gli sprechi, contenere i consumi, favorire il riciclo dei dispositivi medici e del materiale sanitario e ridurre l’impronta ecologica delle attività correlate alla ricerca, alla prevenzione primaria, alla diagnosi e alla cura.
Considerato che non meno del 20% di ciò che costituisce la pratica clinica e le attività sanitarie correnti è ritenuto inutile e potenzialmente dannoso, le Associazione e le Società scientifiche che condividono questo progetto si impegnano, in primo luogo, a individuare per quanto di specifica competenza, le procedure sanitarie obsolete e inappropriate, allo scopo di contrastare il crescente consumismo sanitario e l’over-use di prestazioni diagnostiche e terapeutiche.
Condividono il progetto numerose associazioni le quali nel rispetto delle specifiche competenze specialistiche, si impegnano, a favorire il reciproco scambio di conoscenze e di esperienze e a contribuire alle iniziative che si propongono di affrontare con misure concrete la grave crisi ecologica in atto.
Il testo delle relazioni è scaricabile dal sito https://www.isde.it