COVID-19, IL GOVERNO VARA MISURE PER IL POTENZIAMENTO DEL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE

Ieri (6 marzo) il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Giuseppe Conte e del Ministro della salute Roberto Speranza, ha approvato un decreto-legge che introduce misure straordinarie ed urgenti per contrastare l’emergenza epidemiologica da COVID-19, e per il potenziamento del Servizio sanitario nazionale.

Dal comunicato della Presidenza si apprende che per quanto riguarda le norme in materia di potenziamento del Servizio sanitario nazionale (SSN), l’obiettivo è quello di rafforzare la rete di assistenza territoriale e le funzioni del Ministero della salute, attraverso un miliardo in più per il SSN, oltre all’incremento delle risorse umane e strumentali.

Si prevedono, pertanto: l’assunzione di medici specializzandi, secondo le norme specificate nel decreto stesso, da destinare allo svolgimento di specifiche funzioni; il conferimento straordinario di incarichi di lavoro autonomo a personale sanitario in quiescenza; la rideterminazione dei piani di fabbisogno del personale delle aziende e degli enti dell’SSN; l’incremento delle ore della specialistica ambulatoriale.

Inoltre, si interviene in materia di: 

  • potenziamento dell’Istituto Superiore di Sanità;
  • potenziamento delle reti di assistenza territoriale;
  • istituzione di aree sanitarie temporanee;
  • assistenza a persone e alunni con disabilità;
  • disposizioni per garantire l’utilizzo di dispositivi medici per ossigenoterapia;
  • misure di semplificazione per l’acquisto di dispositivi medici;
  • acquisto di Dispositivi di Protezione Individuale.

Come sempre, grazie a “QuotidianoSanità” possiamo disporre della bozza del decreto legge che prevede in particolare l’assunzione di circa 5.000 medici, 10.000 infermieri e 5.000 operatori sanitari.

Inoltre lo Stato potrà intervenire commissariando le Regioni inadempienti. Stanziati 50 milioni per la produzione di dispositivi medici.

Le Regioni potranno rimodulare o sospendere le attività di ricovero e ambulatoriali differibili e non urgenti, incluse quelle erogate in regime di libera professione intramuraria.

Le Regioni dovranno istituire, entro dieci giorni dall’entrata in vigore del decreto, presso una sede di continuità assistenziale già esistente una unità speciale ogni 50.000 abitanti per la gestione domiciliare dei pazienti con sintomatologia ILI e SARI o sospetti di Covid-19 che non necessitano di ricovero ospedaliero

Rivisti anche i tetti di spesa della farmaceutica.

Ove necessario potranno essere utilizzati servizi e strutture dal privato.