NONOSTANTE LE DISPOSIZIONI EMANATE IN QUESTI ANNI I TEMA DI SPENDING REVIEW CRESCE LA SPESA DELLE AZIENDE SANITARIE PER L’ACQUISTO DI BENI E SERVIZI

Nel corso degli anni, gli interventi in tema di contenimento e razionalizzazione della spesa sanitaria hanno interessato le diverse componenti della spesa dedicata al finanziamento del SSN.

In alcuni casi la spesa invece di diminuire è cresciuta.

L’Ufficio Studi della Camera – Affari sociali – welfare ha dedicato un ampio studio a questo problema e ha pubblicato qualche tempo fa un documento molto utile e interessante di cui riporto solo un breve stralcio.

La riduzione delle risorse è stata fronteggiata con la rimodulazione o l’introduzione di nuovi tetti di spesa, la parziale riorganizzazione della rete ospedaliera e un diverso sistema di acquisto e gestione dei beni e dei servizi in ambito sanitario. In questo ambito, rivestono particolare importanza anche le misure introdotte per il governo e il recupero dei disavanzi sanitari regionali e il monitoraggio delle politiche di risanamento.  Una situazione di particolare difficoltà è stata affrontata dal decreto legge 35/2019 (c.d. Decreto Calabria), il cui capo I è interamente dedicato a disposizioni speciali per la Regione Calabria, volte a ripristinare il rispetto dei livelli essenziali di assistenza in ambito sanitario, nonché ad assicurare il raggiungimento degli obiettivi del Piano di rientro dai disavanzi del servizio sanitario regionale secondo i relativi programmi operativi. Tutti gli interventi proposti si configurano come provvedimenti normativi straordinari, assunti per un periodo temporale limitato a 18 mesi, con i quali si intende accompagnare la sanità calabrese verso situazioni amministrative “normali”.  Il Decreto Calabria è anche intervenuto sul contenimento per la spesa del personale SSN e sul blocco del turn-over nonché sulle modalità assunzionali del personale medico. Su tali temi erano già intervenute le leggi di bilancio 2018 e 2019, confermando l’importanza della prosecuzione della spending review in sanità, iniziata nel 2011, con l’intento di recuperare le aree di inefficienza sia a livello gestionale che organizzativo.

Il Servizio sanitario nazionale (SSN) è responsabile di un terzo di tutta la spesa della Pubblica Amministrazione in beni e servizi. Si tratta di un volume di circa 30 miliardi di euro su un totale di quasi 90. Nei 30 miliardi (di cui 22 miliardi di spesa gestita attraverso Consip. Sul punto Consip sono inclusi sia gli acquisti di beni e servizi standard (ovvero quelli di uso comune a tutte le amministrazioni pubbliche, es. computer, energia, buoni pasto) sia la spesa specifica del settore sanitario (ad es. apparecchiature diagnostiche, dispositivi medici, farmaci).

La normativa in materia di controllo e razionalizzazione della spesa sanitaria, con riferimento ai beni e servizi, è stata inizialmente prevista dal D.L. 98/2011 che, all’articolo 17, comma 1, lettera a), ha disposto che l’ Osservatorio dei contratti pubblici,  presso l’A.N.AC.,  fornisse alle regioni un’elaborazione dei prezzi di riferimento in ambito sanitario riferita a prestazioni e servizi sanitari e non sanitari individuati dall’Agenzia per i servizi sanitari regionali (Agenas) tra quelli di maggiore impatto in termini di costo a carico del SSN. Le misure di razionalizzazione della spesa per l’acquisto di beni e servizi sono state rafforzate dall’articolo 15, comma 13, lettera b),  del D.L, 95/2012 (Spending review) che ha attribuito carattere stringente all’adozione dei prezzi di riferimento, divenuti non solo strumenti operativi di controllo e razionalizzazione della spesa ma anche parametri di riferimento per la rinegoziazione dei contratti in essere. Infatti, a seguito della prima pubblicazione, nel luglio 2012, dei prezzi di riferimento di un set di beni sanitari e non (principi attivi, dispositivi medici, materiale di guardaroba, materiale di cancelleria) e dei prezzi relativi ai servizi di lavanderia, ristorazione e pulizia, è stato introdotto, proprio dal citato D.L. 9572012 ,  l’istituto della “rinegoziazione” da utilizzare per i contratti in essere di acquisto di beni e servizi in cui il prezzo contrattuale presentasse uno scostamento, superiore al 20%, rispetto al prezzo di riferimento, con il diritto di recedere dagli stessi contratti senza alcun onere a carico degli enti o aziende del SSN. Più in particolare, l’art. 15, comma 13, lettera a) della Spending review ha disposto la riduzione del 10 per cento dei corrispettivi per l’acquisto di beni e servizi (con esclusione dei farmaci ospedalieri) a partire dal 2013 e dei corrispondenti volumi d’acquisto per tutta la durata residua dei contratti, e l’obbligo per le aziende sanitarie di rinegoziare con i fornitori i contratti per l’acquisto di beni e servizi (con possibilità di recesso dagli stessi) qualora i prezzi unitari in essi previsti risultino superiori al 20 per cento rispetto ai prezzi di riferimento individuati dall’Osservatorio per i contratti pubblici. 

La documentazione completa si trova qui:

https://temi.camera.it/leg18/temi/tl18_controllo_spesa_sanitaria.html