IN CINQUE MESI INVESTITI SULLA SANITA’ 5,845 Mld.

Il Ministro Speranza in un suo video ha illustrato i provvedimenti adottati con l’ultimo decreto legge che si aggiungono a quanto già fatto nei mesi precedenti: “Con i tre miliardi e 250 milioni di euro per la sanità stabiliti nel decreto rilancio si potrà rafforzare in maniera profonda e duratura il nostro Servizio sanitario nazionale. Tante cose contano, ma avere un SSN di qualità è la cosa che conta di più. Poter vivere in un Paese in cui se stai male non conta quanti soldi hai, non conta di chi sei figlio, non conta in che territorio vivi ma hai diritto a essere curato, penso che sia il valore più straordinario che dobbiamo tutti saper riconoscere e difendere con ogni energia”.

Qui si seguito le misure per il rilancio della salute pubblicate sul sito del Ministero:

TERRITORIO – 1.256 MILIONI

ASSISTENZA DOMICILIARE

Verranno implementate sul territorio, con personale dedicato, le azioni terapeutiche e assistenziali domiciliari. L’assistenza ai pazienti al di sopra dei 65 anni di età passerà dagli attuali 610.741 soggetti, pari al 4% della popolazione over 65, a 923.500 unità, pari al 6,7%. Un tasso che porta l’Italia al di sopra della media OCSE, attualmente del 6%. Raddoppiati i servizi per la popolazione al di sotto dei 65 anni: si andrà dagli attuali 69.882 assistiti a domicilio, pari allo 0,15% della popolazione under 65, a 139.728, pari allo 0,3%. Risorse stanziate per personale e servizi 733.969.086 euro.

RETE TERRITORIALE E USCA 

Verrà potenziata l’attività di sorveglianza attiva in tutte le Regioni e le Province autonome a cura dei Dipartimenti di prevenzione, in collaborazione con i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta. Viene disposto l’incremento dei controlli nelle residenze sanitarie assistite (RSA), anche attraverso la collaborazione di medici specialisti. Sul territorio, sarà aumentata la funzionalità delle Unità speciali di continuità assistenziale (USCA), deputate al supporto dei servizi di assistenza domiciliare, anche reclutando al loro interno medici specialisti ambulatoriali convenzionati. Risorse stanziate per personale e servizi 61.000.000 euro.

L’INFERMIERE DI QUARTIERE

Previsto il rafforzamento dei servizi infermieristici territoriali, per potenziare l’assistenza domiciliare integrata ai pazienti in isolamento domiciliare e ai soggetti cronici, disabili, con disturbi mentali o in situazioni di fragilità. A questo fine viene introdotta la figura dell’infermiere di quartiere, 9.600 nuovi infermieri, 8 ogni 50mila abitanti, anche a supporto delle Unità speciali di continuità assistenziale (USCA). Risorse stanziate per le nuove assunzioni 332.640.000 euro. Si aumenta anche, con 10 milioni di euro, la disponibilità del personale infermieristico a supporto degli studi di medicina generale, per fronteggiare l’emergenza.

MONITORAGGIO DOMICILIARE

Per una maggiore sorveglianza sanitaria domiciliare verrà potenziato il monitoraggio, anche attraverso l’uso di app di telefonia mobile. Tutto ciò permetterà di coordinare al meglio i servizi d’assistenza necessari ai pazienti, che riceveranno in dotazione anche i saturimetri per misurare i livelli di ossigenazione, e di individuare subito un eventuale peggioramento clinico di un assistito a domicilio o in una residenza alberghiera, mettendo in moto una tempestiva ospedalizzazione. A tal fine, saranno attivate centrali operative regionali, dotate di apposito personale e di apparecchiature per il telemonitoraggio e telemedicina. Risorse stanziate per personale, infrastrutture e strumentazioni 72.271.204 euro.

ASSISTENTI SOCIALI

Per la valutazione complessiva dei bisogni dei pazienti e l’integrazione con i servizi socio-sanitari, le Unità speciali di continuità assistenziale (USCA) saranno integrate dalla figura degli assistenti sociali regolarmente iscritti all’albo professionale. Risorse stanziate 14.256.000 di euro.  

STRUTTURE TERRITORIALI DI ISOLAMENTO  

Laddove per applicare le misure di isolamento domiciliare e di quarantena, o per ospitare pazienti dimessi dagli ospedali, sia necessario disporre temporaneamente di immobili alternativi al domicilio privato, Regioni e province potranno stipulare contratti d’affitto con strutture alberghiere o di tipologia analoga. Verranno stanziati fondi per infermieri, operatori tecnici assistenziali, sanificazione, formazione del personale alberghiero, lavanderia, manutenzione delle strutture. Risorse stanziate 32.497.693 euro.

OSPEDALI – 1.467 MILIONI

COVID-HOSPITAL

Verrà incrementata e resa stabile la realizzazione di Covid-Hospital, un pezzo fondamentale nella strategia contro il virus, dal momento che gli ospedali misti facilmente moltiplicano il contagio. Saranno strutture ad alto valore aggiunto in termini di innovazione, tecnologia e competenze, dedicati esclusivamente ai pazienti Covid-19. Che saranno curati da personale adeguatamente formato, all’interno di spazi strutturalmente distinti.

TERAPIE INTENSIVE E OSPEDALI MOBILI

Vengono consolidati stabilmente 3.500 posti in più in terapia intensiva. Si passa da un numero di 5.179 (pre-emergenza) a 8.679, con un incremento del 70%. A questi si aggiunge la predisposizione alla terapia intensiva, con la sola implementazione di ventilazione meccanica e monitoraggio, di 2.112 posti letto di terapia semintensiva. Inoltre, si aggiungono 300 posti letto di terapia intensiva suddivisi in 4 strutture movimentabili, pronte per essere allestite in breve tempo nelle zone ad accresciuto fabbisogno. Questo porta la disponibilità di terapie intensive a 11.091 posti letto di terapia intensiva, + 115% rispetto alla disponibilità in pre-emergenza.

TERAPIE SEMINTENSIVE  

Si incrementano stabilmente su tutto il territorio nazionale anche 4.225 posti letto di terapia semintensiva, di cui, come detto, il 50% prontamente convertibile in terapia intensiva. Potranno, cioè, essere trasformati immediatamente in vere e proprie postazioni di rianimazione con la sola integrazione di apparecchiature di ventilazione e monitoraggio.

PRONTO SOCCORSO

Tutti i pronto soccorso e DEA verranno ristrutturati e riorganizzati, prevedendo la separazione delle strutture, l’acquisto di attrezzature, la creazione di percorsi distinti per i malati Covid-19 e di aree di permanenza per i pazienti in attesa di diagnosi.  

COVID-AMBULANCE

Verranno acquistati mezzi di soccorso H24 ad alto biocontenimento, da utilizzare per trasferimenti di pazienti Covid-19, per dimissioni protette o per trasporti interospedalieri. Prevista anche la dotazione di personale dedicato con medico, infermiere e autista/barelliere.

PERSONALE – 526 MILIONI

INCENTIVI AL PERSONALE SSN

Previsto l’incremento delle risorse per straordinari del personale ospedaliero, indennità contrattuali, produttività e risultato. Risorse stanziate 190.000.000 euro.

RISORSE PER ULTERIORI ASSUNZIONI

Stanziati altri 241.000.000 euro da destinare a ulteriori assunzioni in ambito ospedaliero e SSN.

FORMAZIONE

Previsto un incremento di 4.200 borse di specializzazione in area medica. In particolare, saranno aumentate le borse in anestesia e rianimazione, medicina d’urgenza, pneumologia, malattie infettive e loro specialità equipollenti.

LE MISURE PER LA SANITA NEL NUOVO DECRETO LEGGE APPROVATO IERI 13 MAGGIO DAL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Dopo due giorni di approfondimenti anche per la parte relativa alla copertura finanziaria ieri sera il Consiglio dei Ministri ha approvato il nuovo decreto legge con una serie di misure ulteriori sanitarie per combattere il coronavirus. Sul sito del Ministero della salute è stata pubblicato un comunicato con una breve sintesi dei provvedimenti che qui di seguito riporto quasi integralmente.

Il Ministro della salute Speranza, al termine della seduta ha annunciato che con il nuovo provvedimento sono stati stanziati ulteriori  3 miliardi e 250 milioni di euro per il Servizio sanitario nazionale; “È una cifra molto più alta di quella che usualmente lo Stato investiva in un intero anno sul Ssn – ha spiegato il ministro -, ci volevano due, tre anni per una cifra di questo tipo, invece in un colpo solo abbiamo cifre molto importanti”.

Una rete territoriale più vicina

Grazie al decreto ci saranno risorse importanti per rafforzare la rete territoriale. “Ci siamo resi conto come questa sia la vera chiave per affrontare l’epidemia – ha dichiarato Speranza -. Mettiamo in campo 9600 infermieri, con la figura dell’infermiere di famiglia, e investiamo in particolare sui servizi domiciliari alle persone fragili che farà passare l’Italia dal 4 per cento della platea di assistiti al 6,7 per cento, cioè lo 0,7 per cento in più della media Ocse”. 

Una rete ospedaliera più forte 

Molte risorse verranno utilizzate anche per potenziare la rete ospedaliera. “Con questo decreto – ha continuato il ministro – si arriverà a 11.109 posti in terapia intensiva, il 115 per cento in più di quelli che avevamo prima dell’emergenza Covid. Non sappiamo quello che ci aspetta, gli esperti parlano della possibilità di una seconda ondata. Dobbiamo essere pronti”.

Nuove assunzioni

Il ministro Speranza ha infine dato notizia di altri 240 milioni per nuove assunzioni e 190 milioni per incentivi ai medici, infermieri e a tutto il personale sanitario. “Abbiamo trovato risorse anche per finanziare altre 4200 borse di specializzazione – ha aggiunto -. Il Servizio sanitario nazionale è una pietra preziosa e investire su questa pietra preziosa serve a rendere il nostro Paese più forte”.

LA PROPOSTA DELL’ EUROGRUPPO PER DARE UNA RISPOSTA ALLA CRISI DELL’ECONOMIA CAUSATA DALLA PANDEMIA

Il 9 aprile 2020, i ministri delle finanze dell’area dell’euro (Eurogruppo) hanno deciso una risposta politica economica globale alla crisi COVID-19. Concretamente, sono state istituite tre importanti reti di sicurezza per lavoratori, imprese e sovrani, per un pacchetto di 540 miliardi di euro. L’ESM è la rete di sicurezza per i sovrani e fornisce un supporto per la crisi pandemica. Il 23 aprile, i capi di Stato dell’UE (Consiglio europeo) hanno approvato questo accordo. L’8 maggio, l’Eurogruppo ha concordato i dettagli allegati a questa linea di credito. 

Il 15 maggio, dopo le procedure nazionali, la linea di credito dovrebbe essere resa operativa dal Consiglio dei governatori del MES (il più alto organo decisionale del MES composto dai 19 ministri delle finanze dell’area dell’euro).

Allo scopo di contribuire a fare chiarezza ho ritenuto di riprendere alcuni dei passaggi dei documenti forniti dal MES che comunque troverete allegati.

Il credito concesso potrà essere utilizzato come segue:

-servizi sanitari, di cura e di prevenzione volti ad aiutare il settore sanitario a rispondere efficacemente alla pandemia di COVID-19, questi possono includere la parte della spesa sanitaria pubblica complessiva stimata direttamente o indirettamente per affrontare l’impatto di COVID-19 sull’assistenza sanitaria sistema, nel 2020 e nel 2021. Quindi interventi di ristrutturazione degli ospedali, strutture e servizi di assistenza territoriale, servizi di prevenzione, centri di cura e di riabilitazione, ambulatori, diagnostica, farmaceutici e cure a lungo termine;
-altri costi indiretti relativi all’assistenza sanitaria, alla cura e alla prevenzione dovuti alla crisi di Covid-19.

Alcuni si chiedono quale parte svolgerà il MES nella risposta dell’Europa alla crisi del COVID-19:

Per far fronte alla crisi del coronavirus, l’ESM istituirà un sostegno alla crisi pandemica, basato sulla sua linea di credito Enhanced Condition (ECCL) disponibile per tutti i paesi dell’area dell’euro.

Sarà disponibile per tutti gli Stati membri dell’area dell’euro, con condizioni standardizzate concordate in anticipo dagli organi direttivi del MES, che riflettano le sfide attuali, sulla base di valutazioni preliminari da parte delle istituzioni europee.

Questo fa parte di una risposta europea concertata, che include la Commissione europea con la sua rete di sicurezza per i lavoratori chiamata SURE e la Banca europea per gli investimenti con la sua rete di sicurezza per le imprese.

L’iniziativa SURE della Commissione fornisce finanziamenti agli Stati membri fino a un massimo di 100 miliardi di euro coprendo parte dei costi relativi alla creazione o all’estensione di programmi nazionali di lavoro a breve termine.

La Banca europea per gli investimenti offre sostegno di liquidità per aiutare le piccole e medie imprese colpite duramente con un pacchetto di sostegno di emergenza fino a 200 miliardi di euro.

Qual è la base affinché i paesi dell’area dell’euro possano beneficiare del sostegno del MES?

Le valutazioni preliminari della Commissione Europea relative ai rischi di stabilità finanziaria, solvibilità bancaria, sostenibilità del debito e sui criteri di ammissibilità per l’accesso al sostegno di crisi pandemica, hanno confermato che ogni Stato membro è idoneo a ricevere sostegno.

Su questa base, il sostegno alla crisi pandemica è disponibile per tutti gli Stati membri dell’area dell’euro.

Tali valutazioni sono state eseguite dalla Commissione, in collaborazione con la Banca centrale europea (BCE) e in cooperazione con il MES.

Quanti soldi verrebbero messi a disposizione dei paesi?

L’accesso concesso sarà il 2% del prodotto interno lordo dei rispettivi Stati membri alla fine del 2019, come parametro di riferimento.

Per l’Italia corrisponde ad una somma pari a circa 36-37 miliardi di euro.

Se tutti i 19 paesi dell’area dell’euro dovessero attingere dalla linea di credito, ciò comporterebbe un volume combinato di circa 240 miliardi di euro.

Sebbene il sostegno sarà disponibile per tutti gli Stati membri dell’area dell’euro, spetta a ciascuno Stato membro decidere se desidera richiederlo o meno.

Si prevede pertanto che saranno richiesti meno dei fondi teoricamente disponibili per € 240 miliardi.

E anche se un paese richiede la linea di credito, non è necessario prelevare fondi. Le linee di credito sono progettate per essere una protezione o un’assicurazione.

Ci sono condizioni associate?

L’unico requisito per accedere alla linea di credito sarà che gli Stati membri dell’area dell’euro che richiedono assistenza si impegnino a utilizzare questa linea di credito per sostenere il finanziamento interno dell’assistenza sanitaria diretta e indiretta, i costi relativi alla cura e alla prevenzione dovuti alla crisi COVID-19.

La linea di credito sarà disponibile fino alla fine del 2022.

Questo periodo potrebbe essere adeguato in caso di necessità, vista l’evoluzione della crisi.

Successivamente, gli Stati membri dell’area dell’euro rimarrebbero impegnati a rafforzare i fondamenti economici e finanziari, coerentemente con i quadri di coordinamento e sorveglianza economica e fiscale dell’UE, compresa l’eventuale flessibilità applicata dalle competenti istituzioni dell’UE.

Quando si dovrà rimborsare il prestito? Quanto costerà?

Un paese con un supporto per crisi pandemiche potrà richiedere di attingere dalla linea di credito precauzionale.

L’ESM può erogare denaro nell’ambito della linea di credito per un periodo di dodici mesi, che può essere prorogato due volte per sei mesi.

I prestiti avrebbero una durata media massima di 10 anni.

Il paese dovrà pagare un margine di 10 punti base all’anno e una commissione di servizio iniziale di 25 punti base.

Questo è inferiore ai prezzi indicati per le consuete linee di credito precauzionali di ESM e contribuirà a ridurre al minimo i costi del supporto per crisi pandemiche.

Cosa succederà dopo?

Dopo l’approvazione dell’Eurogruppo, il consiglio dei governatori del MES si riunirà per concordare la messa a disposizione del sostegno finanziario a tutti i paesi dell’area dell’euro. La prossima riunione è prevista per il 15 maggio.

L’uso dei fondi sarà monitorato e chi eseguirà tale compito?

Secondo il quadro dell’UE, gli Stati membri che beneficiano dell’assistenza finanziaria precauzionale del MES sono soggetti a sorveglianza rafforzata.

Questo compito è svolto dalla Commissione europea che si concentrerà sul monitoraggio e sugli obblighi di comunicazione sull’uso effettivo dei fondi per coprire i costi sanitari diretti e indiretti.

A tal fine, la Commissione non svolgerà missioni ad hoc oltre a quelle standard che si svolgono nell’ambito del semestre europeo.

La Commissione riferirà ogni trimestre al consiglio di amministrazione dell’ESM.

Qual è l’impatto sulle attività di finanziamento del MES?

Non vi è alcun impatto immediato sui nostri volumi e attività di finanziamento.

Comunicheremo il potenziale impatto sulle nostre attività di finanziamento quando dovremo affrontare la richiesta di un Paese.

La scadenza media massima concordata di 10 anni e le modalità concordate per gli esborsi ci consentiranno di utilizzare una vasta gamma di strumenti di finanziamento per aumentare le esigenze di finanziamento supplementari senza intoppi nel tempo.

In generale, un paese può prelevare fino al 15% dell’importo complessivo del sostegno alla crisi pandemica approvato per il rispettivo Stato membro in contanti al mese. È possibile che il MES fornisca liquidità aggiuntiva in relazione a un esborso particolare quando ha i fondi disponibili.

L’impegno a utilizzare questa linea di credito per sostenere il finanziamento interno dell’assistenza sanitaria diretta e indiretta, i costi relativi alla cura e alla prevenzione dovuti alla crisi di COVID 19 offre la possibilità di finanziare il potenziale fabbisogno di liquidità aggiuntivo attraverso l’emissione di obbligazioni sociali.

QUI IL PIANO DI RISPOSTA E LA PROPOSTA:

https://www.esm.europa.eu/sites/default/files/pandemic_response_plan.pdf

https://www.esm.europa.eu/sites/default/files/20200515_-_esm_bog_-_md_proposal_for_financial_assistance_-_draft.pdf

LA DICHIRAZIONE DELL’EUROGRUPPO AL TEMINE DELL’INCONTRO DELL’8 MAGGIO DEDICATO AL SOSTEGNO DELLA CRISI EPIDEMICA

Màrio Centeno – Presidente dell’Eurogruppo

 Ieri 8 maggio si è riunito l’Eurogruppo composto dai ministri dell’economia e delle finanze degli stati membri, con il compito di garantire uno stretto coordinamento delle politiche economiche tra gli Stati membri della zona euro e di preparare le riunioni del vertice Euro.

Al termine dell’incontro è stato rilasciata una dichiarazione sul sostegno alla crisi epidemica che riporto integralmente allo scopo di chiarire, ove ve ne fosse bisogno la reale portata della proposta.

Oggi abbiamo concordato le caratteristiche e le condizioni standardizzate del sostegno alla crisi pandemica, disponibili per tutti gli Stati membri dell’area dell’euro per importi del 2% del PIL dei rispettivi membri alla fine del 2019, come parametro di riferimento, per sostenere il finanziamento interno di e i costi indiretti dell’assistenza sanitaria, della cura e della prevenzione dovuti alla crisi COVID-19. Abbiamo inoltre accolto con favore le valutazioni preliminari delle istituzioni sulla sostenibilità del debito, le esigenze di finanziamento, i rischi di stabilità finanziaria, nonché sui criteri di ammissibilità per l’accesso a questo strumento. Concordiamo con l’opinione delle istituzioni che tutti i membri ESM soddisfano i requisiti di idoneità per ricevere supporto nell’ambito del supporto per crisi pandemiche. Con riserva del completamento delle procedure nazionali, prevediamo che il consiglio dei governatori del MES adotti una risoluzione che confermi questo ben prima del 1 ° giugno 2020.

L’Eurogruppo ricorda che l’unico requisito per accedere alla linea di credito sarà che gli Stati membri dell’area dell’euro che richiedono assistenza si impegnino a utilizzare questa linea di credito per sostenere il finanziamento interno dell’assistenza sanitaria diretta e indiretta, i costi relativi alla cura e alla prevenzione dovuti al COVID 19 crisi. Questo impegno sarà dettagliato in un singolo piano di risposta pandemica da preparare sulla base di un modello, per qualsiasi struttura concessa nell’ambito del sostegno alla crisi pandemica.

Concordiamo sul fatto che il monitoraggio e la sorveglianza dovrebbero essere commisurati alla natura dello shock simmetrico causato da COVID-19 e proporzionati alle caratteristiche e all’uso del sostegno per la crisi pandemica, in linea con il quadro dell’UE [1] e le pertinenti linee guida ESM . Accogliamo con favore l’intenzione della Commissione di applicare un quadro di monitoraggio e monitoraggio semplificato, limitato agli impegni dettagliati nel piano di risposta pandemica, come indicato nella lettera del vice presidente esecutivo Valdis Dombrovskis del 7 maggio e del commissario Paolo Gentiloni indirizzata al presidente dell’Eurogruppo . L’ESM implementerà inoltre il suo sistema di allarme rapido per garantire il rimborso tempestivo del sostegno alla crisi pandemica.

Concordiamo con la proposta ESM sui termini e le condizioni finanziarie comuni applicabili a qualsiasi struttura concessa nell’ambito del sostegno alla crisi pandemica. Ciò include una scadenza media massima di 10 anni per i prestiti e modalità di prezzo favorevoli adattate alla natura eccezionale di questa crisi [2] .

L’Eurogruppo conferma che il sostegno alla crisi pandemica è unico, dato il diffuso impatto della crisi COVID-19 su tutti i membri del MES. Le richieste di sostegno alla crisi pandemica possono essere presentate fino al 31 dicembre 2022. Su proposta del direttore generale dell’ESM, il consiglio dei governatori dell’ESM può decidere di comune accordo di adeguare tale termine. La proposta dell’amministratore delegato si baserebbe su prove oggettive sull’andamento della crisi. Successivamente, gli Stati membri dell’area dell’euro rimarrebbero impegnati a rafforzare i fondamenti economici e finanziari, coerentemente con i quadri di coordinamento e sorveglianza economica e fiscale dell’UE, compresa l’eventuale flessibilità applicata dalle competenti istituzioni dell’UE.

Il periodo di disponibilità iniziale per ciascuna struttura concessa nell’ambito del sostegno alla crisi pandemica sarà di 12 mesi, che potrebbe essere prorogato due volte per 6 mesi, conformemente al quadro ESM standard per gli strumenti precauzionali.

A seguito di una richiesta nell’ambito del sostegno alla crisi pandemica, le istituzioni dovrebbero confermare le valutazioni con il minor preavviso possibile e preparare, insieme alle autorità, il singolo piano di risposta pandemica, basato sul modello concordato.

Fatte salve le procedure nazionali relative a ciascuna richiesta, gli organi direttivi del MES approveranno i singoli piani di risposta pandemica, le singole decisioni di concessione dell’assistenza finanziaria e gli accordi relativi alle strutture di assistenza finanziaria, conformemente all’articolo 13 del trattato MES.


[1] In particolare il considerando 4 del regolamento (UE) n. 472/2013: “ l’intensità della sorveglianza economica e di bilancio dovrebbe essere commisurata e proporzionata alla gravità delle difficoltà finanziarie incontrate e dovrebbe tenere debitamente conto della natura del assistenza finanziaria ricevuta . “

[2] Come previsto da tutti gli strumenti del MES, la struttura dei prezzi nell’ambito del sostegno alla crisi pandemica comprenderà un tasso di base e una commissione di impegno, che riflettono il livello del costo del finanziamento del MES, nonché le spese di servizio per coprire i costi operativi, e un margine adeguato. Il margine addebitato per i prestiti erogati nell’ambito dello strumento sarà di 10 punti base all’anno, la commissione di servizio iniziale sarà di 25 punti base e la commissione di servizio annuale sarà di 0,5 punti base.

PARTE IL PROGETTO PULVIRUS PER STUDIARE IL LEGAME TRA INQUINAMENTO E COVID-19

Con lo scopo di offrire a istituzioni e cittadini informazioni, risposte e indicazioni, sulla base di dati scientifici, competenze ed esperienze in tema di inquinamento atmosferico e COVID-19 è stata creata una alleanza scientifica con ENEA, Istituto Superiore di Sanità (ISS) e Sistema Nazionale per la Protezione Ambientale (SNPA, composto da ISPRA e dalle Agenzie Regionali del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente) per l’avvio di un progetto di ricerca congiunto denominato PULVIRUS. Si tratta di un’iniziativa di respiro nazionale in raccordo con il Servizio pre-operativo nazionale in via di definizione “Qualità dell’Aria – Mirror Copernicus” e in stretto rapporto con il progetto europeo Life-Prepair sul bacino padano, che si propone di mettere
a fattor comune rilevanti insiemi di dati, competenze ed esperienze in corso di cui dispongono le tre istituzioni e di verificare gli strumenti che la comunità scientifica si è data per supportare le policy ambientali e sanitarie.
In particolare il progetto vuole approfondire:
a) il discusso legame fra inquinamento atmosferico e diffusione della pandemia,
b) le interazioni fisico-chimiche-biologiche fra polveri sottili e virus
c) gli effetti del “lock down” sull’inquinamento atmosferico e sui gas serra.

Il progetto utilizzerà per lo studio di interazione fra particolato atmosferico e virus sia analisi “in silico”, ossia la riproduzione dell’interazione fra virus e particolato atmosferico mediante la simulazione matematica al computer, sia un modello biologico rappresentativo delle caratteristiche di SARS-CoV-2.

PULVIRUS si svilupperà sull’arco di un anno, ma fra pochi mesi saranno comunque disponibili alcuni risultati significativi, fra i quali l’analisi di fattibilità di un sistema di rivelazione precoce da attivare possibilmente prima della prossima stagione autunnale. Inoltre dati, modelli ed elaborazioni, rapporti e pubblicazioni verranno resi disponibili al pubblico e alla comunità scientifica nazionale attraverso un apposito sito web, costituendo una formidabile base di dati per gli studi successivi.

“Ciò che si è verificato con il lockdown è un evento eccezionale, e speriamo unico, e rappresenta un involontario esperimento di blocco delle sorgenti emissive, altrimenti non attuabile, che può dimostrare l’ampiezza e l’intensità delle misure da porre in essere per rispettare i limiti alle concentrazioni e fornire indicazioni per affrontare le cosiddette ‘emergenze smog’ che si ripresentano annualmente”, spiegano ENEA, ISS e SNPA.

Nello specifico, il Progetto parte dall’evidenza che l’introduzione delle misure di contrasto al COVID-19 ha causato riduzioni delle concentrazioni di alcuni inquinanti atmosferici, riscontrata dai dati delle reti di monitoraggio della qualità dell’aria. L’analisi preliminare indica che le concentrazioni degli inquinanti non seguono gli stessi andamenti, come è inevitabile che sia per fenomeni complessi e non lineari. La diminuzione delle concentrazioni di alcuni inquinanti come il biossido di azoto (NO2) sembra interessare maggiormente le stazioni di monitoraggio vicine al traffico veicolare e meno quelle lontane dalle sorgenti. Gli andamenti altalenanti della concentrazione del particolato dipendono dal ruolo che la variabilità meteorologica e le reazioni chimiche in atmosfera giocano nella sua formazione e dispersione.

L’obiettivo è quindi quello di effettuare un’analisi seria e approfondita su queste tematiche, fondata su protocolli scientifici verificabili, così da fornire a istituzioni e cittadini informazioni attendibili utili per la migliore comprensione dei fenomeni e l’assunzione delle opportune decisioni.

IL DECRETO DEL MINISTRO DELLA SALUTE RECANTE I CRITERI PER IL MONITORAGGIO DEL RISCHIO SANITARIO DA COVID-19

Il Ministro della salute Roberto Speranza con decreto in data 30 aprile ha adottato i criteri relativi alle attività di monitoraggio del rischio sanitario di cui alT allegato 10 del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 26 aprile
2020 che, data l’importanza dell’argomento ho ritenuto di riportare quasi integralmente.

Le misure di contenimento adottate nella prima fase di sviluppo dell’epidemia, in Italia così come negli altri paesi, hanno contribuito in misura determinante all’appiattimento della curva epidemica con riduzione dei nuovi casi e conseguente alleggerimento della risposta assistenziale a carico del servizio sanitario. Tali misure, sebbene abbiano permesso di superare la fase emergenziale, sott’altro profilo hanno determinato impatti economici e sociali non sostenibili nel medio-lungo periodo.

Pertanto, l’Italia, come molti paesi in Europa, si sta apprestando ad allentare gradualmente tali misure a favore di una progressiva ripresa del tessuto economico e sociale.

In assenza di un vaccino o di un trattamento farmacologico efficace, e a causa del livello di immunità della popolazione ancora basso, può verificarsi una rapida ripresa di trasmissione sostenuta nella comunità.

Tutto questo, come anche suggerito dagli organismi intemazionali, presuppone T implementazione e il rafforzamento di un solido sistema di accertamento diagnostico, monitoraggio e sorveglianza della circolazione di SARS-CoV-2, dei casi confermati e dei loro contatti al fine di intercettare tempestivamente eventuali focolai di trasmissione del vims, del progressivo impatto sui servizi sanitari.

Allo stato attuale dell’epidemia, il consolidamento di una nuova fase, caratterizzata da iniziative di allentamento del lockdown e dalla loro progressiva estensione, può aver luogo solo ove sia assicurato uno stretto monitoraggio dell’andamento della trasmissione del vims sul territorio nazionale. Altri presupposti sono il grado di preparedness e tenuta del sistema sanitario, per assicurare l’identificazione e gestione dei contatti, il monitoraggio dei quarantenati, una adeguata e tempestiva esecuzione dei tamponi per l’accertamento diagnostico dei casi, il raccordo tra assistenza primaria e quella in regime di ricovero, nonché la costante e tempestiva alimentazione dei flussi informativi necessari, da realizzarsi attraverso l’inserimento dei dati nei sistemi informativi routinari o realizzati ad hoc per l’emergenza in corso.

Per gli scopi di monitoraggio citati in premessa, e della necessità di classificare tempestivamente il livello di rischio in modo da poter valutare la necessità di modulazioni nelle attività di risposta all’ epidemia, sono stati disegnati alcuni indicatori con valori di soglia e di allerta che dovranno essere monitorati, attraverso sistemi di sorveglianza coordinati a livello nazionale, al fine di ottenere dati aggregati nazionali, regionali e locali. Si precisa che tali indicatori non sono finalizzati ad una valutazione di efficienza/efficacia dei servizi ma ad una raccolta del dato e ad una migliore comprensione della qualità dello stesso, al fine di poter realizzare nel modo più corretto possibile una classificazione rapida del rischio di concerto con l’Istituto Superiore di Sanità e le Regioni/PPAA. Alcuni indicatori, definiti opzionali, sono relativi a fiussi di sorveglianza non attualmente attivi che potranno essere istituiti in alcune Regioni/PP.AA. in base alla fattibilità ed opportunità. Tali indicatori verranno considerati nella classificazione del rischio solo qualora la Regione/P.A. raccolga il dato a seguito dell’attivazione del relativo flusso informativo.

Il monitoraggio comprenderà i seguenti indicatori:
1.Indicatori di processo sulla capacità di monitoraggio:
1.1 Numero di casi sintomatici notificati per mese in cui è indicata la data inizio sintomi/totale di casi sintomatici notificati al sistema di sorveglianza nello stesso periodo.
1.2 Numero di casi notificati per mese con storia di ricovero in ospedale (in reparti diversi dalla TI) in cui è indicata la data di ricovero/totale di casi con storia di ricovero in ospedale (in reparti diversi dalla TI) notificati al sistema di sorveglianza nello stesso
periodo.
1.3 Numero di casi notificati per mese con storia di trasferimento-ricovero in reparto di terapia intensiva (TI) in cui è indicata la data di trasferimento o ricovero in Tl/totale di casi con storia di trasferimento/ricovero in terapia intensiva notificati al sistema di
sorveglianza nello stesso periodo.
1.4 Numero di casi notificati per mese in cui è riportato il comune di domicilio o residenza/totale di casi notificati al sistema di sorveglianza nello stesso periodo.
1.5 Numero di checklist somministrate settimanalmente a strutture residenziali sociosanitarie (opzionale).
1.6 Numero di strutture residenziali sociosanitarie rispondenti alla checklist settimanalmente con almeno una criticità riscontrata (opzionale).

2.Indicatori di processo sulla capacità di accertamento diagnostico, indagine e di gestione dei contatti:
2.1 Percentuale di tamponi positivi escludendo per quanto possibile tutte le attività di screening e il “re-testing” degli stessi soggetti, complessivamente e per macro-setting (territoriale, PS/Ospedale, altro) per mese.
2.2 Tempo tra data inizio sintomi e data di diagnosi.
2.3 Tempo tra data inizio sintomi e data di isolamento (opzionale).
2.4 Numero, tipologia di figure professionali e tempo/persona dedicate in ciascun servizio territoriale al contact-tracìng.
2.5 Numero, tipologia di figure professionali e tempo/persona dedicate in ciascun servizio territoriale alle attività di prelievo/invio ai laboratori di riferimento e monitoraggio dei
contatti stretti e dei casi posti rispettivamente in quarantena e isolamento.
2.6 Numero di casi confermati di infezione nella regione per cui sia stata effettuata una regolare indagine epidemiologica con ricerca dei contatti stretti/totale di nuovi casi di infezione confermati.

3.Indicatori di risultato relativi a stabilità di trasmissione e alla tenuta dei servizi sanitari:
3.1 Numero di casi riportati alla Protezione civile negli ultimi 14 giorni.
3.2 Rt calcolato sulla base della sorveglianza integrata ISS (si utilizzeranno due indicatori, basati su data inizio sintomi e data di ospedalizzazione).
3.3 Numero di casi riportati alla sorveglianza sentinella COVID-net per settimana (opzionale).
3.4 Numero di casi per data diagnosi e per data inizio sintomi riportati alla sorveglianza integrata COVID-19 per giorno.
3.5 Numero di nuovi focolai di trasmissione (2 o più casi epidemiologicamente collegati tra loro o un aumento inatteso nel numero di casi in un tempo e luogo definito).
3.6 Numero di nuovi casi di infezione confermata da SARS-CoV-2 per Regione non associati a catene di trasmissione note.
3.7 Numero di accessi al PS con classificazione ICD-9 compatibile con quadri sindromici riconducibili a COVID-19 (opzionale).
3.8 Tasso di occupazione dei posti letto totali di Terapia Intensiva (codice 49) per pazienti COVID-19.
3.9 Tasso di occupazione dei posti letto totali di Area Medica per pazienti COVID-19.

La fase di transizione dell’epidemia di COVID-19 si propone di proteggere la popolazione, con particolare attenzione per le fasce di popolazione vulnerabile, e di mantenere un numero di casi di
infezione limitato e comunque entro valori che li rendano gestibili da parte dei servizi sanitari del Paese.
I criteri da valutare per la fase di transizione nella gestione COVID-19 in Italia sono i seguenti:
mantenimento di un numero di nuovi casi di infezione da SARS-CoV-2 stabile ovvero un aumento limitato nel numero di casi nel tempo e nello spazio, che possa essere indagato in modo adeguato e contenibile con misure di controllo locali;
-mantenimento o riduzione del numero di casi di trasmissione in strutture che ospitano popolazioni vulnerabili (cluster in ospedali, RSA, altre strutture assistenziali, case di riposo ecc.) e assenza di segnali di sovraccarico dei servizi sanitari.

Le soglie definite negli indicatori proposti sono volte a monitorare il mantenimento di questi criteri.
Sono inoltre identificati valori di allerta che devono portare ad una valutazione del rischio congiuntamente nazionale e della/e Regioni/PP.AA. interessate, per decidere se le condizioni siano tali da richiedere una revisione delle misure adottate/da adottare ed eventualmente anche della fase di gestione dell’epidemia.

Valori soglia sono definiti in modo puntuale per alcuni indicatori mentre una valutazione comparativa sarà effettuata con i dati dei 7 giorni precedenti raccolti nell’ambito della sorveglianza integrata nazionale, il cui storico costituirà quindi il valore di riferimento epidemiologico.

Una prima valutazione della qualità delle informazioni raccolte si effettuerà valutando la complìance della qualità minima dei sistemi informativi utilizzati per la raccolta attraverso indicatori di processo in Tabella 1.

Una volta accertata la qualità del dato si procederà ad una valutazione del rischio, definito come la combinazione della probabilità e dell’impatto di una minaccia sanitaria. È possibile analizzare separatamente queste due condizioni per poi valutare il rischio complessivamente. In questo contesto specifico, la minaccia sanitaria è costituita dalla trasmissione non controllata e non gestibile di SARS-CoV-2, e si valuterà quindi il rischio legato alla probabilità di infezione/trasmissione in Italia e all’impatto, ovvero la gravità della patologia con particolare attenzione a quella osservata in soggetti con età superiore a 50 anni.

IL TESTO DEL DL 6/2020 RECANTE LE MISURE URGENTI PER IL CONTENIMENTO E LA GESTIONE DELL’EMERGENZA EPIDEMIOLOGICA COVID-19

Sulla Gazzetta ufficiale di oggi ( 24 febbraio 2020) è stato pubblicato il decreto legge in data 23 febbraio 2020 che reca il n. 6 che ha per oggetto: “Misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19”

Il testo corrisponde a quello già anticipato nei giorni passati ed è comunque reperibile qui:

https://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2020-02-23&atto.codiceRedazionale=20G00020&elenco30giorni=false