SALE LA SPESA SANITARIA A CARICO DEI CITTADINI

Il Rapporto 9 sul monitoraggio della spesa sanitaria della Ragioneria generale dello Stato, a conferma di quanto da me scritto nel mio ultimo volume “Il diritto alla salute nel Servizio Sanitario Nazionale” e su queste pagine, evidenzia come la spesa complessiva per la sanità sia arrivata nel 2021 a circa 165 mld di euro di cui 127.834 mln. di euro dalla Contabilità nazionale (+4,2% rispetto al 2020) e 37.659,3 milioni di euro (+2,1 rispetto all’anno precedente) come spesa out of pocket direttamente da parte dei cittadini.

La spesa a carico dei cittadini è aumentata principalmente nelle regioni Marche, Lazio, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna,a dimostrazione di una scarsa efficienza dei sistemi sanitari di queste regioni.

La spesa a carico dei cittadini è stata rilevata dalla Ragioneria generale dello Stato tramite il sistema della Tessera sanitaria.

https://www.rgs.mef.gov.it/VERSIONE-I/attivita_istituzionali/monitoraggio/spesa_sanitaria/

L’UFFICIO PARLAMENTARE DI BILANCIO PUNTA IL DITO SULL’ AUMENTO DEI CONSUMI INTERMEDI IN SANITA’ E IN PARTICOLARE DI QUELLI DEI SERVZI

Acquisto di beni e servizi da parte delle aziende sanitarie e degli IRCCS

L’Ufficio Parlamentare di Bilancio ha pubblicato di recente uno studio sui consumi intermedi della pubblica amministrazione.

Molto interessante è l’approfondimento del settore sanitario nell’ambito del quale la nuova governance, attuata progressivamente a partire dalla metà degli anni 2000, prevedeva che i piani di rientro indicassero obiettivi di contenimento per i fattori di spesa fuori controllo, le azioni da intraprendere e i risultati da raggiungere e comprendeva, tra l’altro, alcune azioni rilevanti ai fini degli esborsi per consumi intermedi: ampliamento della distribuzione diretta dei medicinali presso il domicilio degli assistiti, che avviene tramite le strutture ospedaliere o i presidi delle aziende sanitarie locali o grazie a specifici accordi con le farmacie territoriali, pubbliche e private (distribuzione per conto); tetto per la spesa farmaceutica ospedaliera; centralizzazione degli acquisti e monitoraggio degli stessi; riorganizzane della rete ospedaliera, con obiettivi sempre più ridotti per lo standard dei posti letto.

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ALLA LOMBARDIA IL PRIMATO DELLA SPESA OUT OF POCKET: UNA TASSA A CARICO DEI CITTADINI

Fonte Ministero dell’economia e delle finanze, Monitoraggio della spesa sanitaria 2019

In molte regioni alcuni servizi non funzionano a dovere, i Livelli Essenziali di Assistenza non vengono assicurati in maniera equa, le liste di attesa per visite specialistiche e accertamenti diagnostici hanno tempi biblici e così le persone sono costrette a mettere le mani in tasca e a pagare per supplire le carenze dei servizi sanitari regionali.

L’Italia pur avendo un servizio sanitario universalistico è purtroppo al primo posto in Europa per la spesa out of pocket.

Secondo il rapporto dell’Unione Europea “State of Health in the EU Italia –  Profilo della Sanità 2019”, la spesa sanitaria è finanziata per circa tre quarti con fondi pubblici, mentre la parte restante è principalmente a carico dei pazienti. 

Negli ultimi dieci anni la spesa sanitaria out of pocket è aumentata sensibilmente.

Secondo il “Rapporto 2020 su coordinamento della finanza pubblica” della Corte dei conti approvato dalle Sezioni riunite di controllo nell’adunanza del 15 maggio 2020, l’out of pocket avrebbe raggiunto nel 2018 la somma di 37,8 miliardi di euro pari al 2,3 del prodotto interno lordo e ad oltre il 21,2 % della spesa sanitaria del Paese.

La spesa out of pocket secondo l’ ottavo Rapporto sulla sanità pubblica, privata e intermediata del Censis RBM sarebbe dovuta oltre alla necessità di superare i problemi del SSN (liste di attesa, ecc.) anche all’aumento dell’età media della popolazione e al bisogno dei cittadini di rispondere ai crescenti problemi derivanti dall’anzianità e dalla cronicità.

L’importo della spesa privata diviene così un misuratore della qualità dei servizi di un’azienda sanitaria.

Nel complesso il numero delle famiglie che sostengono spese sanitarie aumenta anche se diminuisce il livello di spesa per singolo nucleo.

Secondo il CREA Sanità dell’Università di Tor Vergata molte famiglie (circa 5,4 milioni) sono costrette a limitare le spese sanitarie per motivi economici o addirittura ad annullarle del tutto (1,1 milione).

Di qui ha origine un fenomeno di impoverimento e di disagio.

Secondo una recente ricerca della KPMG entro pochi anni la spesa privata potrebbe aumentare del 50% arrivando a circa 65 miliardi di euro.

La spesa sanitaria media familiare annua sarebbe stata nel 2018 pari ad € 1.713,0 ma naturalmente per le famiglie con un basso livello di reddito tale valore è inferiore, fino a scomparire in considerazione della rimozione della spesa.

Secondo il Ministero dell’economia e delle finanze la spesa rilevata tramite il sistema della Tessera Sanitaria nelle regioni è stata molto elevata come si vede dalla tabella pubblicata all’inizio di questo articolo.

La spesa maggiore è quella per le cure odontoiatriche ma molto elevata è anche la spesa per visite, interventi e per l’acquisto di farmaci e integratori.

Secondo l’AIFA nel 2021 la spesa a carico dei cittadini tra ticket e farmaci non rimborsati ha superato i 9 miliardi.

Manca il dato relativo alla spesa per le assicurazioni private e per le mutue sanitarie che è anch’essa in crescita.

Pertanto la spesa di tasca propria è la più grande forma di disuguaglianza in sanità poiché mette i cittadini nella condizione di poter accedere alle cure solo in ragione della propria capacità reddituale facendo venir meno i princìpi alla base del SSN.

La politica dovrebbe intervenire per contrastare questo fenomeno e l’unico sistema è quello di assicurare più servizi e in tempi adeguati ai cittadini.

“IL DIRITTO ALLA SALUTE NEL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE” SARA’ PRESENTATO PER LA PRIMA VOLTA ALL’ABBAZIA DI SAN NILO DI GROTTAFERRATA DALL’ASSOCIAZIONE NUOVI CASTELLI ROMANI

Grottaferrata (RM), Abbazia di
San Nilo, 1004

Sabato 14 alle ore 10, l’Associazione Nuovi Castelli Romani presenta il mio nuovo libro “Il diritto alla salute nel Servizio Sanitario Nazionale” nell’Abbazia di San Nilo di Grottaferrata.

Interverranno l’autore della prefazione il prof. Cesare Pinelli, ordinario di diritto pubblico e il prof. Claudio Letizia, ordinario di medicina interna entrambi dell’Università “Sapienza” di Roma; il Sindaco del Comune di Frascati Francesca Sbardella, il Sindaco del Comune di Nemi Alberto Bertucci, il Sindaco del comune di Castel Gandolfo Milvia Monachesi e il direttore sanitario dell’azienda USL Roma 6 dott. Roberto Corsi.

Saranno presenti: mons. Paolo Ricciardi, vescovo ausiliare di Roma; il sen. Bruno Astorre, Francesco Pittoni, Vice Presidente Vicario dell’UNAR; Francesco De Feo, Egumeno del Monastero Esarchico di Santa Maria di Grottaferrata e il dott. Ettore Pompili, Presidente onorario dell’Associazione NCR.

Il libro è diviso in sei parti:
1) Il processo della riforma
2) L’assistenza sanitaria
3) Organizzazione centrale del SSN
4) Organizzazione regionale del SSR
5) Strutture operative e loro funzioni
6) Diritti e responsabilità delle persone

Complessivamente sono 630 pagine con oltre 800 note di dottrina e giurisprudenza

Un libro scritto in maniera chiara e comprensibile anche per chi non ha una formazione giuridica e che spiega in maniera diffusa tutta la materia.

Molta attenzione è posta alla gestione delle risorse finanziarie, umane, strumentali e informatiche, ma anche sono trattate diffusamente anche tutte le altre funzioni come quelle dell’informazione e della partecipazione, princìpi rigorosamente dettati dalle norme e che troppo spesso non trovano riflesso nemmeno per sbaglio nell’operare concreto.

Viene sottolineata l’importanza degli organi di indirizzo (es. Sindaci, Conferenza locale sociale e sanitaria per le aziende sanitarie locali, ecc.) ma anche il ruolo dei cittadini proclamato da tutti, ma scarsamente rispettato.

Una occasione molto speciale, sia per il luogo prescelto che per le persone che saranno presenti.

Una occasione molto speciale, sia per il luogo prescelto che per le persone che saranno presenti.

Un volume che può essere utile per chi deve studiare, per chi vuole prepararsi per un concorso, ma anche per chi già lavora e vuole aggiornarsi anche per difendere i propri diritti, oltre che per avvocati che devono rappresentare qualche paziente o dipendente.

UN ANNO DI COVID HA AUMENTATO LA SPESA DEL SSN

Il Ministero dell’economia e delle finanze sin dall’avvio della riforma sanitaria ha tenuto sotto controllo l’andamento della spesa sanitaria.

Il Rapporto n. 8 sul monitoraggio della spesa sanitaria pubblicato di recente fornisce molti elementi di riflessione.

A partire dal mese di marzo 2020 l’emergenza sanitaria conseguente alla diffusione del COVID-19 ha costretto sia le amministrazioni centrali che le regioni ad intervenire in maniera massiccia e con strumenti di spesa talora extra ordinem per fronteggiare l’epidemia.

Come si può vedere la percentuale di spesa maggiore rispetto al passato è stata originata dalla Lombardia dove si sono manifestati i primi casi e dove c’è stato il maggior numero di decessi.

Le regioni in Piano di rientro sono riuscite a contenere maggiormente la spesa e, secondo gli autori del rapporto anche a migliorare l’erogazione dei LEA.

Molto interessanti sono i dati ricavati grazie alla Tessera sanitaria.

Nel frattempo, sempre secondo gli autori del Rapporto, la spesa fatta direttamente dai cittadini (out of pocket) per visite, accertamenti diagnostici ed interventi sarebbe diminuita.

Sono aumentati invece gli acquisti, sempre da parte dei cittadini di integratori e di altri prodotti da banco nelle farmacie e nelle parafarmacie.

Il Rapporto si può scaricare qui: https://www.rgs.mef.gov.it/VERSIONE-I/attivita_istituzionali/monitoraggio/spesa_sanitaria/