ORA BASTA! E’ NECESSARIO ASSUMERE MEDICI E INFERMIERI E RE-INTERNALIZZARE I SERVIZI SANITARI APPALTATI

Morti attese se non ci fosse stata l’esternalizzazione dei servizi sanitari in Gran Bretagna (linea rossa intermittente) rispetto a quelle osservate dopo il 2014 (linea grigia) Da B. Goodair e A, Reeves, The Lancet, luglio 2022

Prima dell’aziendalizzazione delle unità sanitarie locali tutti i servizi e le attività sanitarie venivano gestiti direttamente con personale proprio.

Venivano effettuate gare solamente per l’acquisto dei macchinari, dei beni di consumo (es. prodotti per il confezionamento dei pasti, farmaci, ecc.) e del carburante.

Tutti gli ospedali disponevano di magazzini gestiti spesso in maniera informatica e di un sistema di distribuzione efficiente.

C’era una analisi attenta sui fabbisogni effettivi e quantità acquistate, ma ogni USL provvedeva ancora autonomamente per gli acquisti per cui esisteva una molteplicità di stazioni appaltanti anche se gradualmente vennero costituite le prima unioni di acquisto tra più USL.

Con l’introduzione dell’aziendalizzazione (1992) ha iniziato a farsi strada il principio manageriale del make or buy che consiste nella valutazione da parte dei dirigenti circa l’opportunità di gestire un servizio o una attività direttamente allo scopo di garantire un controllo diretto sull’attività e sulla qualità del servizio o di affidarlo a imprese esterne riducendo così i costi fissi[1].

In questo modo, secondo gli economisti, le aziende avrebbero potuto concentrarsi sul core business (per le aziende sanitarie è indubbiamente l’assistenza sanitaria) e beneficiare di economie di scala.

Dopo il blocco del turn over del personale e le limitazioni delle assunzioni l’affidamento all’esterno dei servizi è stata una soluzione obbligata per molti direttori generali.

Talora non sono state fatte valutazioni adeguate anche perché non sempre il personale addetto è preparato e i responsabili di turno si sono mossi spinti da scelte non sufficientemente ponderate.

Conseguentemente il numero delle gare per l’appalto dei servizi è lievitato notevolmente e con esso i rischi di corruzione.

Anche i capitolati di gara non sempre sono stati adeguati e solo grazie all’ANAC è stato possibile disporre di una tipologia di bandi fatti come si deve.

Ma sono aumentati anche i costi per cui oggi nella maggioranza delle aziende la spesa per l’acquisto di servizi è divenuta la più elevata.

Confrontando infatti i dati della spesa sostenuta dalle aziende sanitarie per l’acquisto di servizi[2] nel 2010 (€ 402.428.000) con quella del 2020 (1.340.974.770) si rileva un aumento superiore al doppio.

Questo ha naturalmente comportato anche un conseguente aumento della spesa complessiva delle aziende sanitarie.

Oltre che una spesa maggiore l’affidamento all’esterno dei servizi comporta una notevole rigidità legata al capitolato per cui nel caso in cui l’azienda volesse modificare l’organizzazione del lavoro durante il periodo dell’appalto potrebbe incontrare delle difficoltà.

A questo si deve aggiungere una differenziazione del trattamento economico del personale che svolge le stesse mansioni, atteso che quello che opera nelle aziende appaltatrici ha contratti diversi da quelli della sanità pubblica.

All’inizio erano stati affidati a ditte esterne solo i servizi economali, ma oramai l’esternalizzazione dei servizi sanitari è di gran lunga prevalente con costi rilevanti per il SSN.

I settori dove è maggiore l’affidamento all’esterno sono quelli per l’assistenza nelle case di cura accreditate e quello per i servizi ospedalieri non sanitari, ma a causa dell’epidemia sono in crescita anche i costi per il reclutamento del personale sanitario presso Agenzie per il lavoro.

L’affidamento ai dirigenti di Distretto della funzione di committenza ha comportato un ulteriore aumento di spesa anche nei servizi distrettuali per l’assistenza affidate ai privati delle RSA, degli hospice, dell’assistenza domiciliare della consegna dei farmaci “per conto” e di altri servizi sul territorio

In tutti i casi sulle fatture emesse dalle ditte appaltatrici viene applicata l’IVA che contribuisce ad elevare il costo dei servizi affidati all’esterno.

In questi giorni la stampa nazionale e locale è piena di articoli che parlano di interi reparti gestiti dalle coop e di medici “gettonisti” che in una settimana guadagnano più di quanto prendono i loro colleghi dipendenti in un mese.

Da uno studio svolto da Lancet e pubblicato a luglio di quest’anno, basato sui dati di otto anni relativi ai servizi esternalizzati nel Regno Unito nel 2012 dalla Thacher al 2020 è stato rilevato un amento della mortalità dei pazienti curati nelle strutture private rispetto a quelle pubbliche.

Secondo B. Goodair e A. Reeves, autori dello studio, la spiegazione sarebbe duplice:
-il privato tende a ridurre i costi per massimizzare i profitti
-il privato seleziona i casi meno complessi concentrando i casi più complicati al settore pubblico che però ha insufficienti risorse e carenze croniche di personale.

Peccato che nessuno in Italia abbia pensato a fare uno studio del genere….

Uno dei primi atti del nuovo Parlamento dovrà essere quello di sbloccare le assunzioni se ne parla da tempo, ma è giunta l’ora di farlo.

Con l’occasione sarebbe opportuno anche stabilire uno standard del rapporto tra dipendenti e abitanti; prendendo ad esempio gli Stati del nord Europa fondatori insieme all’Italia dell’Unione Europea, il 10×1000 potrebbe essere una cifra giusta e permetterebbe al Servizio Sanitario pubblico di re-internalizzare tutte le attività sanitarie che non possono essere lasciate al profitto dei privati.

Come ci ha detto Gino Strada il profitto va abolito dalla sanità.

Qui il link per leggere l’articolo di Lancet.

https://www.thelancet.com/journals/lanpub/article/PIIS2468-2667(22)00133-5/fulltext


[1] L. Canez, K. Platts, Make-or-buy: A practical Guide to industrial sourcing decisions, University of Cambridge Institute for manufacturing, Cambridge, 200; D. MASCIA, L’organizzazione delle reti in sanità. Teoria, metodi e strumenti di social network analysis, Franco Angeli, Milano, 2009.

[2] Ministero della Salute, Archivio banca dati economico finanziari regionali

“IL DIRITTO ALLA SALUTE NEL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE” SARA’ PRESENTATO PER LA PRIMA VOLTA ALL’ABBAZIA DI SAN NILO DI GROTTAFERRATA DALL’ASSOCIAZIONE NUOVI CASTELLI ROMANI

Grottaferrata (RM), Abbazia di
San Nilo, 1004

Sabato 14 alle ore 10, l’Associazione Nuovi Castelli Romani presenta il mio nuovo libro “Il diritto alla salute nel Servizio Sanitario Nazionale” nell’Abbazia di San Nilo di Grottaferrata.

Interverranno l’autore della prefazione il prof. Cesare Pinelli, ordinario di diritto pubblico e il prof. Claudio Letizia, ordinario di medicina interna entrambi dell’Università “Sapienza” di Roma; il Sindaco del Comune di Frascati Francesca Sbardella, il Sindaco del Comune di Nemi Alberto Bertucci, il Sindaco del comune di Castel Gandolfo Milvia Monachesi e il direttore sanitario dell’azienda USL Roma 6 dott. Roberto Corsi.

Saranno presenti: mons. Paolo Ricciardi, vescovo ausiliare di Roma; il sen. Bruno Astorre, Francesco Pittoni, Vice Presidente Vicario dell’UNAR; Francesco De Feo, Egumeno del Monastero Esarchico di Santa Maria di Grottaferrata e il dott. Ettore Pompili, Presidente onorario dell’Associazione NCR.

Il libro è diviso in sei parti:
1) Il processo della riforma
2) L’assistenza sanitaria
3) Organizzazione centrale del SSN
4) Organizzazione regionale del SSR
5) Strutture operative e loro funzioni
6) Diritti e responsabilità delle persone

Complessivamente sono 630 pagine con oltre 800 note di dottrina e giurisprudenza

Un libro scritto in maniera chiara e comprensibile anche per chi non ha una formazione giuridica e che spiega in maniera diffusa tutta la materia.

Molta attenzione è posta alla gestione delle risorse finanziarie, umane, strumentali e informatiche, ma anche sono trattate diffusamente anche tutte le altre funzioni come quelle dell’informazione e della partecipazione, princìpi rigorosamente dettati dalle norme e che troppo spesso non trovano riflesso nemmeno per sbaglio nell’operare concreto.

Viene sottolineata l’importanza degli organi di indirizzo (es. Sindaci, Conferenza locale sociale e sanitaria per le aziende sanitarie locali, ecc.) ma anche il ruolo dei cittadini proclamato da tutti, ma scarsamente rispettato.

Una occasione molto speciale, sia per il luogo prescelto che per le persone che saranno presenti.

Una occasione molto speciale, sia per il luogo prescelto che per le persone che saranno presenti.

Un volume che può essere utile per chi deve studiare, per chi vuole prepararsi per un concorso, ma anche per chi già lavora e vuole aggiornarsi anche per difendere i propri diritti, oltre che per avvocati che devono rappresentare qualche paziente o dipendente.

17 SETTEMBRE: UNA DATA IMPORTANTE PER I PAZIENTI

Oggi 17 settembre si celebra la Giornata mondiale della sicurezza dei pazienti – promossa dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) per esortare tutti i Paesi a sostenere l’attenzione e l’informazione sul tema della sicurezza delle cure organizzando eventi e iniziative a livello nazionale.

Il tema individuato per la Giornata 2021 dall’OMS è quello dell’Assistenza materna e neonatale sicura.

Secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della sanità ogni giorno muoiono circa 810 donne per cause prevenibili legate alla gravidanza e al parto. Inoltre, sempre ogni giorno, muoiono circa 6700 neonati, pari al 47% di tutti i decessi sotto i 5 anni, e ogni anno circa 2 milioni di bambini nascono morti, di cui oltre il 40% durante il travaglio. 

In accordo con le indicazioni dell’OMS, il ministero della Salute insieme con la  Commissione Salute della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, l’Istituto superiore di sanità (ISS), l’Agenzia italiana del farmaco (AIFA), l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (AGENAS) celebrerà la Terza Giornata nazionale per la sicurezza delle cure e della persona assistita con un workshop che si terrà il 17 settembre dalle ore 10.30 alle 13.00 presso l’Auditorium “Cosimo Piccinno” della sede di Lungotevere Ripa, 1.

Numerose, inotre, le iniziative a livello regionale per celebrare la Giornata dall’illuminazione arancione di monumenti e strutture sanitarie ai workshop per approfondire i temi della sicurezza delle cure. 

MOLTO CRITICO IL RAPPORTO PiT SALUTE 2020 DI CITTADINANZA ATTIVA SULLE SCELTE POLITICHE DEGLI ULTIMI ANNI CHE HANNO MESSO IN GINOCCHIO IL SSN

E’ stato presentato questa mattina in live streaming il XXIII Rapporto PiT Salute di Cittadinanzattiva focalizzato quest’anno sull’ accesso alle prestazioni e assistenza territoriale le principali criticità che uniscono l’Italia negli ultimi 5 anni.

Il Servizio Sanitario Nazionale ha mostrato tutta la sua fragilità: la difficoltà di accesso alle prestazioni resta la voce più segnalata dai cittadini, sebbene in leggera diminuzione, negli ultimi 5 anni (30,5% nel 2015, 25,4% nel 2019), mentre cresce parallelamente il dato relativo all’assistenza territoriale (11,5% nel 2015, 19,7% nel 2019).

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SENZA SICUREZZA PER IL PERSONALE NON C’E’ NESSUNA SICUREZZA PER I PAZIENTI

La prestigiosa rivista “The Lancet” sul numero 10262/2020 ospita un interessante articolo intitolato “Nessuna sicurezza dei pazienti senza sicurezza degli operatori sanitari” di Alexandra Shaw, Kelsey Flott, Gianluca Fontana, Mike Durkin, Ara Darzi tutti dell’ Institute of Global Health Innovation, Imperial College London, St Mary’s Hospital di Londra.

Secondo gli autori la pandemia COVID-19 conferma l’importanza della sicurezza dei lavoratori sanitari.  Un equipaggiamento di protezione personale (DPI) inadeguato è stato un problema in molti contesti e ci sono stati troppi esempi di operatori sanitari che sono stati infettati e muoiono a causa del COVID-19. 

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LA SECONDA GIORNATA NAZIONALE PER LA SICUREZZA DELLE CURE E DELLA PERSONA ASSISTITA

Si è tenuta ieri presso il Ministero della Salute, Lungotevere Ripa 1, nei locali dell’ Auditorium “Cosimo Piccinno” la cerimonia per celebrare la seconda  “Giornata nazionale per la sicurezza delle cure e della persona assistita”, promossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per esortare tutte le amministrazioni pubbliche a sostenere “l’attenzione e l’informazione sul tema della sicurezza delle cure e della persona assistita”. 

L’evento è stato organizzato dal Ministero della Salute insieme con la  Commissione Salute della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, l’Istituto superiore di sanità (ISS), l’Agenzia italiana del farmaco (AIFA), l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (AGENAS).

Hanno partecipato all’evento Sandra ZAMPA, Sottosegretario alla Salute, Genesio ICARDI, Coordinatore della Commissione Salute della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, Silvio BRUSAFERRO, Presidente dell’Istituto superiore sanità, Domenico MANTOAN, Commissario Straordinario AGENAS e Giuseppe RUOCCO, Segretario Generale Ministero della salute. 

PUBBLICATO IL D.LGS 101 CON CUI VIENE RECEPITA LA DIRETTIVA 2013/59/EURATOM CHE STABILISCE NORME PIU’ RIGOROSE PER LA PROTEZIONE DA RADIAZIONI IONIZZANTI

Sul supplemento ordinario n.29/L alla Gazzetta ufficiale n. 201 del 12 agosto 2020 è stato pubblicato il d.lgs 31 luglio 2020, n. 101 “Attuazione della direttiva 2013/59/Euratom, che stabilisce norme fondamentali di sicurezza relative alla protezione contro i pericoli derivanti dall’esposizione alle radiazioni ionizzanti, e che abroga le direttive 89/618/Euratom, 90/641/Euratom, 96/29/Euratom, 97/43/Euratom e 2003/122/Euratom e riordino della normativa di settore in attuazione dell’articolo 20, comma 1, lettera a), della legge 4 ottobre 2019, n. 117”, atto di recepimento della Direttiva 2013/59/Euratom.

Finalmente, l’Italia, dopo essere stata deferita dalla Commissione Europea alla Corte di Giustizia per non aver recepito (unica in Europa) la Direttiva 2013/59/Euratom, ha recepito la Direttiva che stabilisce le norme fondamentali di sicurezza relative alla radioprotezione contro i pericoli derivanti dall’esposizione alle radiazioni ionizzanti.

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BRUCIANO I TAGLI AI LIVELLI ESSENZIALI DI ASSISTENZA EFFETTUATI IN ALCUNE REGIONI IN PIANO DI RIENTRO

Nicolas Poussin, La peste di Azoth , 1630-1631

I comma 169-199 dell’art. 1 della legge 311/2004 prevede che le regioni che si trovino in una situazione di grave disavanzo per la parte relativa alla gestione sanitaria, con particolare riguardo alle ipotesi indicate ai commi 174 e 176, anche avvalendosi del supporto tecnico dell’Agenzia per i servizi sanitari regionali, debbano procedere ad una ricognizione delle cause e ad elaborare un programma operativo di riorganizzazione, di riqualificazione o di potenziamento del Servizio sanitario regionale, di durata non superiore al triennio.

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LA CAMERA APPROVA LA CONVERSIONE DEL DL 34/2020, ORA TOCCA AL SENATO

Nella seduta di giovedì 9 luglio, con 278 voti favorevoli e 187 contrari, la Camera ha approvato il decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, recante misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all’economia, nonché di politiche sociali connesse all’emergenza epidemiologica da Covid-19.(C. 2500-A/R).
Il provvedimento passa ora all’esame dell’altro ramo del Parlamento.

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LINEE DI INDIRIZZO DEL MINISTERO DELLA SALUTE PER LA RIATTIVAZIONE DELLE ATTIVITA’ PROGRAMMATE

Il Ministero della salute in considerazione dell’andamento dell’epidemia ha ritenuto di fornire delle indicazioni generali per la progressiva riattivazione delle prestazioni ospedaliere e ambulatoriali differite a causa dell’emergenza da COVID-199.

In linea generale, si raccomanda di programmare la riapertura delle attività elettive sulla base delle caratteristiche e delle dotazioni dei singoli presidi e strutture sanitarie, in ragione delle reti territoriali, del numero dei posti letto convenzionali e intensivi, delle sale operatorie, della disponibilità di personale, nonché dei dispositivi di protezione individuale e tenendo conto dell’incidenza dei casi nella popolazione locale.
Questo allo scopo di regolare la ripresa delle attività in riferimento al rischio epidemico e alla capacità delle strutture di affrontare una eventuale successiva ondata epidemica.
Le presenti Linee di indirizzo sono finalizzate alla riattivazione in sicurezza dei servizi socio-sanitari ridotti o sospesi a causa dell’emergenza da COVID-19 ed al progressivo ripristino della totalità dei livelli essenziali di assistenza: le indicazioni in esse contenute per evitare la diffusione del virus SARS-CoV2 riguardano tutte le attività sanitarie, pubbliche (istituzionali e libero professionali), private, accreditate e non accreditate.

Sono previste alcune misure generali di protezione come il controllo e la regolamentazione degli accessi, la definizione di percorsi separati e di protocolli per le varie tipologie di protezione.

La riattivazione delle attività delle prestazioni specialistiche potrà prevedere un approccio progressivo, con riprogrammazione scaglionata delle prestazioni in base alla classe di priorità D (Differibile) e P (Programmata), come definite dal PNGLA 2019-2021 di cui all’Intesa Stato-Regioni 21.02.2019 e di tutte le attività ambulatoriali eventualmente differite a causa dell’emergenza da COVID-19, con particolare riferimento al ripristino di tutte le attività connesse agli screening oncologici.
La riattivazione delle descritte attività ambulatoriali dovrà essere subordinata all’attivazione delle misure generali di prevenzione già illustrate ed in particolare:
-privilegiare modalità di gestione da remoto (telefoniche, telematiche) delle attività di prenotazione e di pagamento del ticket.
-organizzare gli accessi alle sale di attesa dei CUP mediante preventivi accordi telefonici o prenotazioni per via telematica in merito al giorno e all’orario di prenotazione agli sportelli;
-privilegiare modalità di erogazione a distanza (telemedicina, videochiamata, videoconferenza), per particolari tipologie di prestazione (es. alcune tipologie di visite di controllo, aggiornamento di piani terapeutici);
-attivazione di efficaci misure logistiche, organizzative e di prenotazione (es. percorsi e locali dedicati, orari di apertura ampliati, appuntamenti scaglionati e maggiormente distribuiti tra mattina e pomeriggio, ingressi controllati e contingentati e solo in prossimità dell’orario di appuntamento, soste contingentate in sala d’attesa tali da evitare l’affollamento all’interno delle strutture di assistenza e da garantire il distanziamento sociale dell’utenza negli spazi comuni;
-attivazione di misure per la rilevazione della temperatura corporea e di eventuali sintomi respiratori in tutti i soggetti che accedono alle strutture di assistenza;
-attivazione di misure per garantire l’igiene delle mani (dispenser di gel igienizzante, cartellonistica con indicazione dei servizi igienici e con istruzioni per il lavaggio corretto delle mani)
-controllo dell’obbligo dell’uso dei DPI
-attivazione di adeguate misure per la tutela dei lavoratori (DPI, misure di igiene ambientale, distanziamento) e dei pazienti più vulnerabili (percorsi separati per pazienti oncologici, trapiantati
e immunodepressi, pediatrici, geriatrici);
-misure di vigilanza sui comportamenti individuali e sull’uso dei dispositivi di protezione;
-efficaci protocolli di igienizzazione e sanificazione degli ambienti, con particolare riferimento alla frequente e adeguata aerazione dei locali;
-adeguate iniziative di formazione del personale e di informazione dell’utenza (corsi di formazione, cartellonistica).
In questa fase andrà opportunamente valutata l’eventuale modalità di esecuzione di specifiche prestazioni ambulatoriali che possono generare aerosol

Queste indicazioni valgono anche per gli accessi e le attese nei punti prelievo e nel caso di prestazioni da eseguirsi in regime di libera professione.
Si raccomanda da parte del personale sanitario il rigoroso rispetto delle procedure di prevenzione e controllo delle infezioni in generale e delle infezioni respiratorie in particolare (precauzioni standard, via aerea, da droplets e da contatto).

Non vi è cenno circa la ripresa delle attività di follow up: quel tipo di controlli periodici per seguire il decorso di una malattia e verificare l’efficacia delle terapie utilizzato in particolare per i pazienti oncologici, con il rischio di esporre molte persone a ricadute; ma appare evidente che, con le dovute cautele debba essere ripresa anche questa attività mediante un recall di tutti i pazienti seguiti.

Altre disposizioni del documento riguardano le attività di ricovero programmato.