DAL 15° RAPPORTO DEL CREA ARRIVA LA RICHIESTA CHE LA SALUTE TORNI AD ESSERE PROTAGONISTA DELLE POLITICHE NAZIONALI

Sen. Pierpaolo Sileri

Come preannunciato si è tenuta ieri 11 dicembre nella sala dei gruppi della Camera dei deputati l’attesa presentazione del 15° Rapporto Sanità del Crea Sanità dell’Università di Tor Vergata.

Un rapporto che si presenta molto più ricco rispetto agli anni passati dato che sono stati inseriti approfondimenti su nuove tematiche.

Dopo una breve presentazione del direttore Fassari di Quotidiano della sanità il prof. Spandonaro fondatore e direttore del CREA ha presentato brevemente il rapporto che è stato illustrato con una lunga serie di interessantissime slides dalla prof.ssa Polistena.

Ancora una volta viene confermato il divario tra la spesa sanitaria dello Stato italiano che è inferiore del 37% rispetto a quello dei Paesi dell’Europa occidentale. e il progressivo aumento della spesa privata.

Fonte: Rapporto CREA Sanità.

Molti sono stati gli interventi che si sono succeduti: da quello prof. Schillaci Rettore dell’Università di Tor Vergata, a quelli del Vice Ministro alla salute sen. Sileri alla ex ministra Lorenzin, all’on.le Mandelli, presidente della FOFI, all’assessore alla sanità della Regione Emilia e Romagna Venturi, alla direttrice generale dei dispositivi e del servizio farmacetico del Ministero della salute Marletta, all’ on.le Gelli e al direttore generale della programmazione sanitaria Urbani.

Molte sono state le voci che hanno invocato un ritorno alla centralizzazione del governo della sanità contestando le modifiche del titolo V della Costituzione per combattere le troppe disuguaglianze del SSN tra nord e sud,

Fonte: CREA Sanità

La risposta è arrivata dall’assessore alla sanità dell’Emilia e Romagna il quale ha sostenuto che le spinte autonomistiche sono la risposta delle regioni alla lentezza del governo centrale ad affrontare alcune tematiche.

Il Prof. Sileri, che giocava in casa appartenendo al dipartimento di scienze chirurgiche di Tor Vergata, ha infine affermato che in questi ultimi dieci anni a causa dei tagli alla sanità si è rotto il rapporto con i cittadini, che i due miliardi in più messi quest’anno sul FSN sono un segnale, ma che occorre molto di più soprattutto negli investimenti.

LA 15a EDIZIONE DEL RAPPORTO DEL CREA SANITA

Domani 11 dicembre sarà presentata a Roma la 15a edizione del Rapporto Sanità edita dal Centro per la Ricerca Economica Applicata in Sanità (C.R.E.A. Sanità) con il supporto di alcune Aziende (Sponsor) sensibili all’importanza di sviluppare conoscenze utili al dibattito sulle politiche sanitarie.

Il Rapporto Sanità, giunto nel 2019, alla sua 15a edizione, è una iniziativa nata nel 2003 presso l’Università di Roma “Tor Vergata”, con lo scopo di diffondere attività di ricerca intraprese nel campo dell’economia, politica e management sanitario e, allo stesso tempo, fornire elementi di valutazione sulle performance del sistema sanitario e sulle sue prospettive future, alimentando un dibattito fra gli addetti al settore, ivi compresi cittadini, professionisti e mondo industriale.

Nel 2019 la pubblicazione e la diffusione del volume presso operatori ed esperti sanitari, nonché l’accesso alle tavole di supporto statistico sono stati resi possibili dal supporto incondizionato di: Allergan, Amgen, Astellas Pharma, Bayer, Biogen Italia, Boehringer Ingelheim Italia, Chiesi Farmaceutici, Daiichi Sankyo, Eli Lilly Italia, Fondazione MSD, IPSEN, Janssen Cilag, Lundbeck Italia, Nestlé healthcare, Novartis Farma, Novo Nordisk, Sanofi, Takeda Italia, Teva Italia.

Il Rapporto è strutturato in 4 parti: un’analisi economico-statistica del contesto in cui muove la Sanità e delle Performance (finanziamento, spesa ed equità) del sistema; le analisi per tipologia di assistenza: prevenzione, ospedaliera, residenziale, specialistica, farmaceutica, ambulatoriale di base, domiciliare, provvidenze economiche in denaro per la non-autosufficienza; segue un focus sulla Sanità quale settore industriale; chiude una raccolta delle analisi effettuate dagli Osservatori di C.R.E.A. Sanità.

Ciascun capitolo viene affiancato da una sintesi in lingua inglese e da una sezione di key indicators. Alla fine delle monografie è presente un riepilogo regionale.

Il Rapporto è strutturato in 4 parti: un’analisi economico-statistica del contesto in cui muove la Sanità e delle Performance (finanziamento, spesa ed equità) del sistema; le analisi per tipologia di assistenza: prevenzione, ospedaliera, residenziale, specialistica, farmaceutica, ambulatoriale di base, domiciliare, provvidenze economiche in denaro per la non-autosufficienza; segue un focus sulla Sanità quale settore industriale; chiude una raccolta delle analisi effettuate dagli Osservatori di C.R.E.A. Sanità.

SALTATA LA PROROGA DELLE QUOTE PREMIALI ALLE REGIONI CHE HANNO ISTITUITO LE CENTRALI UNICHE DI ACQUISTO PER IL SSR PRECEDENTEMENTE OGGETTO DI UN EMENDAMENTO AL DISEGNO DI LEGGE PER IL BILANCIO DELLO STATO

Palazzo Chigi

La Presidenza del Consiglio in data 6 dicembre ha inviato una proposta emendativa all’atto Senato 1586 contenente il disegno di legge “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno 2020 e bilancio pluriennale per il triennio 2020-2022 che alla lettera a) del 4° comma prevede l’estensione al 2020 delle disposizioni contenute nell’art. 2, comma 67-bis, quinto periodo della legge 23 dicembre 2009, n.191 .

L’art. 67-bis. della legge 191/2009 stabilisce che “Con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze, da adottarsi entro il 30 novembre 2011, di concerto con il Ministro della salute, previa intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, sono stabilite forme premiali a valere sulle risorse ordinarie previste dalla vigente legislazione per il finanziamento del Servizio sanitario nazionale, applicabili a decorrere dall’anno 2012, per le regioni che istituiscano una Centrale regionale per gli acquisti e l’aggiudicazione di procedure di gara per l’approvvigionamento di beni e servizi per un volume annuo non inferiore ad un importo determinato con il medesimo decreto e per quelle che introducano misure idonee a garantire, in materia di equilibrio di bilancio, la piena applicazione per gli erogatori pubblici di quanto previsto dall’articolo 4, commi 8 e 9, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, e successive modificazioni, nel rispetto del principio della remunerazione a prestazione. L’accertamento delle condizioni per l’accesso regionale alle predette forme premiali e’ effettuato nell’ambito del Comitato permanente per la verifica dell’erogazione dei livelli essenziali di assistenza e del Tavolo tecnico per la verifica degli adempimenti regionali, di cui agli articoli 9 e 12 dell’Intesa 23 marzo 2005, sancita dalla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, pubblicata nel supplemento ordinario n. 83 alla Gazzetta Ufficiale n. 105 del 7 maggio 2005. Per gli anni 2012 e 2013, in via transitoria, nelle more dell’adozione del decreto di cui al primo periodo, il Ministro della salute, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, d’intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, stabilisce il riparto della quota premiale di cui al presente comma, tenendo anche conto di criteri di riequilibrio indicati dalla Conferenza delle regioni e delle province autonome. Limitatamente all’anno 2013, la percentuale indicata all’articolo 15, comma 23, del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135, e’ pari allo 0,30 per cento. Per l’anno 2014, per l’anno 2015 , per l’anno 2016, per l’anno 2017 ((, per l’anno 2018 e per l’anno 2019)), in via transitoria, nelle more dell’adozione del decreto di cui al primo periodo, il Ministro della salute, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, d’intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, stabilisce il riparto della quota premiale di cui al presente comma, tenendo anche conto di criteri di riequilibrio indicati dalla Conferenza delle regioni e delle province autonome. Limitatamente all’anno 2014, la percentuale indicata al citato articolo 15, comma 23, del decreto-legge n. 95 del 2012, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 135 del 2012, e’ pari all’1,75 per cento”.

Con l’attuale proposta si voleva garantire il riparto delle risorse alle regioni anche per il 2019 e il 2020 che altrimenti si sarebbero trovate in una situazione critica dal punto di vista finanziario, ma in una riunione di maggioranza è stato deciso di non approvare l’emendamento ma di inserire la questione in un decreto legge, il solito milleproproghe che come tutti gli anni viene presentato a fine anno.

LE DISPOSIZIONI PER LA SALUTE NEL DISEGNO DI LEGGE 1586 CHE INIZIA IL SUO ESAME IN AULA AL SENATO

PALAZZO MADAMA. SALA MACCARI

Sono molte le disposizioni in materia di sanità inserite quest’anno nella proposta di bilancio triennale dello Stato che inizia la mattina del 9 dicembre 2019 il proprio percorso nell’assemblea del Senato. Molti sono stati gli emendamenti fin qui presentati in Commissione e ci sarà tempo fino alle 12 per presentarne altri.

In primo luogo il Fondo sanitario Nazionale viene incrementato passando a 114,4 miliardi di euro per l’anno 2020.

Sono previsti anche i fondi per i rinnovi contrattuali 2019-2021. Così l’art. 13 incrementa le risorse a carico dello Stato da destinare alla contrattazione collettiva nazionale per il triennio 2019-2021 con incrementi retributivi (1,3% nel 2019, 1,9% nel 2020, 3,5% dal 2021) per il personale della Pubblica Amministrazione. Invece, per il personale dipendente e convenzionato del SSN gli oneri rimangono carico dei bilanci delle relative amministrazioni ed enti.

Il Capo IV del disegno di legge 1586 (artt.54-55) è dedicato alle misure in materia di sanità: dal taglio della quota di partecipazione al costo per le prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale per gli assistiti non esenti alla dotazione di apparecchiature sanitarie per i medici di medicina generale

Per fare fronte al fabbisogno di apparecchiature sanitarie finalizzate a garantire l’espletamento delle prestazioni di competenza dei medici di medicina generale, al fine di migliorare il processo di presa in cura dei pazienti nonché di ridurre il fenomeno delle liste d’attesa, è autorizzato un contributo pari a €. 235.834.000,00 a valere sull’importo fissato dall’articolo 20 della legge 11 marzo 1988, n. 67, come rifinanziato da ultimo dalla legge 30 dicembre 2018 n. 145 art. l comma 555 nell’ambito delle risorse non ancora ripartite alle regioni.

I trasferimenti in favore delle regioni saranno disposti sulla base di un piano dei fabbisogni predisposto e approvato nel rispetto dei parametri fissati con decreto del Ministro della salute, da adottarsi entro il 31 gennaio 2020, previa intesa in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano.

Le apparecchiature sanitarie rimarranno di proprietà delle aziende sanitarie e saranno messe a disposizione dei medici, secondo modalità individuate dalle aziende medesime (comodato) .

Viene istituito anche il Fondo per la disabilità e per la non autosufficienza per finanziare interventi finalizzati al riordino e alla sistematizzazione delle politiche di sostegno alla disabilità”, prevede una dotazione di € 50 milioni per il 2020, € 200 milioni per il 2021 e € 300 milioni dal 2022 che vanno ad aggiungersi ai fondi del vecchio fondo per la non autosufficienza.