L’UFFICIO PARLAMENTARE DI BILANCIO SULLA SPESA SANITARIA PREVISTA NEL DISEGNO DI LEGGE PER IL BILANCIO 2022

I tagli alla sanità? Si spiegano con la crescente povertà dell'Italia -  ilSole24ORE

Il Presidente dell’UPB Giuseppe Pisauro è stato audito ieri dalle Commissioni bilancio di camera e senato nell’ambito dell’esame del disegno di legge di bilancio 2022.

Per quanto riguarda in maniera specifica la sanità riporto integralmente la parte dedicata al finanziamento del SSN:

L’emergenza dovuta alla pandemia ha fatto emergere le carenze del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) e ha spinto a un ripensamento sulle dimensioni del bilancio complessivo attribuito alla sanità e sulle azioni da compiere per rendere il sistema sanitario più resiliente. Gli investimenti del PNRR sono un esempio della priorità oggi attribuita a questo settore, ma preludono ad un maggiore impegno anche in termini di spesa corrente.
Il DDL di bilancio per il 2022 incrementa dunque il finanziamento del SSN di circa 2,3 miliardi nel 2022, 3,8 nel 2023 e 4,9 nel 2024, attraverso: 1) un aumento del finanziamento del fabbisogno sanitario nazionale standard di 2 miliardi nel 2022, 3,2 nel 2023 e 4,2 nel 2024, che assicura una crescita complessiva di tale finanziamento di 2 miliardi l’anno rispetto al 2021; 2) un rifinanziamento del fondo relativo ai farmaci innovativi; 3) un ampliamento delle risorse per i contratti di formazione specialistica; 4) una limitata riduzione del finanziamento per dare copertura alla proroga al 2022 del fondo per l’accesso ai servizi psicologici. Inoltre, sono destinati 1,85 miliardi nel 2022 all’acquisto di vaccini contro il COVID-19. Il DDL di bilancio prevede principalmente misure di rafforzamento del personale (anche attraverso stabilizzazioni), la prosecuzione di alcuni interventi adottati nel corso dell’emergenza sanitaria (recupero delle liste d’attesa, mantenimento delle USCA), l’attuazione del piano di risposta a una pandemia influenzale, l’incremento del tetto sulla spesa farmaceutica e l’aggiornamento dei LEA (anche se resta inapplicata l’entrata in vigore dei LEA introdotti nel 2017 per l’assistenza specialistica ambulatoriale e per quella protesica). La maggiore spesa di personale assicurerà incrementi del gettito per 662 milioni nel 2022, 447 nel 2023 e 512 nel 2024.
Considerando le previsioni tendenziali di spesa sanitaria della NADEF, nell’ipotesi che i maggiori finanziamenti del DDL di bilancio per il 2022 si traducano per intero in maggiori erogazioni, l’incidenza sul PIL della spesa sanitaria sarebbe pari al 6,3 per cento nel 2024, una percentuale inferiore a quella del 2019 (6,4 per cento). Pertanto, dal punto di vista finanziario, non sembra si intenda dare luogo a un effettivo rafforzamento strutturale del SSN, ma sarebbero piuttosto confermate le precedenti scelte di allocazione delle risorse, che ponevano l’Italia tra i paesi europei con spesa sanitaria meno elevata e in progressiva riduzione”

Occorreranno più soldi per assicurare l’attuazione del PNRR , ma anche per mantenere il rapporto tra Fondo Sanitario Nazionale e PIL agli stessi livelli.

Appare indispensabile a mio giudizio che sia fissato in maniera stabile detto rapporto e che questo avvenga entro la media dei Paesi europei che viene stimata al 10%.

APPROVATO DAL CONSIGLIO DEI MINISTRI IL DISEGNO DI LEGGE PER IL BILANCIO DELLO STATO 2022

Il Consiglio dei Ministri si è riunito giovedì 28 ottobre 2021, alle ore 15.55 a Palazzo Chigi, sotto la presidenza del Presidente Mario Draghi. Segretario, il Sottosegretario alla Presidenza Roberto Garofoli.

Il Consiglio dei Ministri ha approvato il disegno di legge recante il Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2022 e il bilancio pluriennale per il triennio 2022 – 2024.

La legge di bilancio per il 2022 si muove sulle coordinate delineate dalla Nota di aggiornamento al Def, che prevedono la prosecuzione di una politica di bilancio espansiva al fine di sostenere l’economia e la società nelle fasi di uscita dalla pandemia da Covid-19 e di aumentare il tasso di crescita nel medio termine, rafforzando gli effetti degli investimenti e delle riforme previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

La legge di bilancio si articola in diversi interventi che puntano a rafforzare il tessuto economico e sociale, sostenendo la crescita e la competitività dell’economia italiana.

Per quanto riguarda la sanità per il 2022 sono previsti circa 1,8 miliardi per l’acquisto di vaccini e medicinali anti-Covid. Il Fondo Sanitario Nazionale viene finanziato con 2 miliardi di euro aggiuntivi ogni anno fino al 2024. Ulteriori risorse sono destinate al fondo per i farmaci innovativi, per complessivi 600 milioni nel triennio. Le borse di studio per gli specializzandi in medicina vengono significativamente aumentate e portate in via permanente a 12.000 l’anno. Gli enti del Servizio Sanitario Nazionale vengono autorizzati a stabilizzare il personale assunto a tempo determinato durante l’emergenza.

APPROVATO DAL CONSIGLIO DEI MINISTRI IL DOCUMENTO PROGRAMMATICO DI BILANCIO. DUE MILIARDI IN PIU’ ALL’ANNO PER LA SANITA’ DAL 2022 AL 2024

Il Consiglio dei Ministri si è riunito martedì 19 ottobre 2021, alle ore 17.10 a Palazzo Chigi, sotto la presidenza del Presidente Mario Draghi. Segretario, il Sottosegretario alla Presidenza Roberto Garofoli.

l Consiglio dei Ministri ha approvato il “Documento programmatico di bilancio per il 2022”, che illustra le principali linee di intervento che verranno declinate nel disegno di legge di bilancio e gli effetti sui principali indicatori macroeconomici e di finanza pubblica.
Il documento, in via di trasmissione alle autorità europee ed al Parlamento italiano, prende come riferimento il quadro programmatico definito nella Nota di Aggiornamento al Documento di Economia Finanza 2021 e quantifica le misure inserite nella manovra di bilancio. 
La manovra di bilancio ha l’obiettivo di sostenere l’economia nella fase di uscita dalla pandemia e rafforzare il tasso di crescita nel medio termine. Si mira inoltre a ridurre il carico fiscale per famiglie e imprese.

Per quanto riguarda la SANITÀ: il Fondo Sanitario Nazionale viene incrementato, rispetto al 2021, di 2 miliardi in più per ciascun anno fino al 2024, anno in cui il FSN arriverà a 128 mld.

Nuove risorse sono destinate al fondo per i farmaci innovativi e alla spesa per i vaccini e farmaci per arginare la pandemia COVID-19. 

In totale ci saranno sei miliardi in più.

Resta da verificare se queste somme saranno sufficienti a garantire l’aumento di personale necessario per l’attivazione entro le scadenze previste dei nuovi servizi e strutture previsti dalla riforma dell’assistenza territoriale (Case della Comunità, Ospedali di Comunità, infermiere di famiglia, ecc.).

IL CONSIGLIO DEI MINISTRI HA APPROVATO LA NOTA DI AGGIORNAMENTO DEL DOCUMENTO DI ECONOMIA E FINANZA 2021

Oggi 29 settembre il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Mario Draghi e del Ministro dell’economia e delle finanze Daniele Franco, ha approvato la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza (NADEF) 2021.

La Nota prende atto del miglioramento degli indicatori di crescita e deficit e definisce il perimetro di finanza pubblica nel quale si iscriveranno le misure della prossima Legge di Bilancio, che avrà come obiettivo quello di sostenere la ripresa dell’economia italiana nel triennio 2022-2024, in stretta coerenza con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. La previsione di aumento del prodotto interno lordo (PIL) per l’anno in corso sale al 6%, dal 4,5% previsto nel DEF in aprile, mentre la previsione di indebitamento netto (deficit) scende dall’11,8% del PIL nel DEF al 9,4% della NADEF. Anche la stima per il rapporto debito/PIL è rivista al ribasso rispetto al 159,8% previsto nel DEF; ciò implica una flessione dell’incidenza del debito sul prodotto interno lordo al 153,5% già nel 2021.

Per quanto riguarda la programmazione delle finanze pubbliche, per il 2022 la NADEF fissa un obiettivo di deficit pari al 5,6% del PIL, che si confronta con un saldo a legislazione vigente pari al 4,4%. La NADEF delinea inoltre una progressiva e significativa riduzione dell’indebitamento netto, che si attesterà al 3,3% del PIL nel 2024.

Il percorso programmatico per il triennio 2022-2024 consentirà di coprire le esigenze per le ‘politiche invariate’ e il rinnovo di diverse misure di rilievo economico e sociale, fra cui quelle relative al sistema sanitario, al Fondo di Garanzia per le PMI, all’efficientamento energetico degli edifici e agli investimenti innovativi. Si interverrà sugli ammortizzatori sociali e sull’alleggerimento del carico fiscale. Sarà possibile gestire ulteriori interventi di sostegno alla crescita economica del Paese.

In confronto al quadro tendenziale, l’andamento dell’indebitamento netto programmatico è superiore di oltre un punto percentuale di PIL a partire dal 2022. Come risultato del relativo stimolo di bilancio, la crescita del PIL programmatico è pari al 4,7% nel 2022, 2,8% nel 2023 e 1,9% nel 2024. La discesa del rapporto debito/PIL proseguirà per raggiungere il 146,1% nel 2024. 

La spesa sanitaria a legislazione vigente calerà del -2,3% medio annuo per via dei minori oneri per la gestione della pandemia. A fine periodo crescita limitata, dello 0,7%, e il ritorno ad un livello del 6,1 per cento del PIL. 

In sostanza dal 7,5% del PIL nell’anno 2020 si passerà al 7,3 del 2021, al 6,7 nel 2022, al 6,3 nel 2023 e al 6,1 nel 2024.

Un finanziamento assolutamente insufficiente a garantire il funzionamento del SSN che comporterà automaticamente un aumento della spesa a carico dei cittadini.

LA CONFERENZA DELLE REGIONI HA PROPOSTO LA RIPARTIZIONE DEL FONDO SANITARO NAZIONALE PER L’ANNO 2021

In data odierna (15 aprile) la Conferenza delle regioni e delle Province autonome presieduta da Massimo Fedriga ha raggiunto l’accordo sul riparto delle disponibilità finanziarie per il Servizio Sanitario Nazionale per l’anno 2021 che complessivamente prevede 2,7 miliardi in più rispetto all’anno precedente. Le risorse per il 2021 sono pari a poco meno di 122 miliardi.

Nella seduta odierna, come si legge in un comunicato della Conferenza è stata ripartita la gran parte, più di 116 miliardi relativi alle risorse indistinte, la quota premiale e il fondo per l’abolizione del cosiddetto superticket.

Altri fondi di minore entità (farmaci oncologici, altre risorse vincolate o finalizzate) saranno ripartiti in seguito.

Nelle prossime ore la proposta sarà inviata ai Ministri Gelmini e Speranza perché il tema possa essere posto al più presto all’ordine del giorno della Conferenza Stato-Regioni.

Il presidente Fedriga ha reso noto che la Conferenza lavorerà poi, già a partire da questo mese per avviare un percorso di revisione dei criteri di riparto e di ponderazione della popolazione, nonché delle percentuali di finanziamento della spesa sanitaria attribuita ai livelli assistenziali per rappresentare più efficacemente le specificità regionali”.

APPROVATO IL PIANO NAZIONALE DI RIPRESA E RESILIENZA

E’ finita alle prime ore di oggi 13 gennaio la seduta del Consiglio dei Ministri che ha approvato la proposta di Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), che sarà poi sottoposta alla Camera dei deputati e al Senato della Repubblica al fine di acquisirne le valutazioni.

Il Piano dovrà dare attuazione, nel nostro Paese, al programma Next Generation EU, varato dall’Unione europea per integrare il Quadro finanziario pluriennale (QFP) 2021-2027 alla luce delle conseguenze economiche e sociali della pandemia da COVID-19.

L’azione di rilancio del Paese delineata dal Piano è guidata da obiettivi di policy e interventi connessi ai tre assi strategici condivisi a livello europeo: digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica, inclusione sociale.

Il Piano consente di affrontare, in modo radicale, le profonde trasformazioni imposte dalla duplice transizione, ecologica e digitale, una sfida che richiede una forte collaborazione fra pubblico e privato. Inoltre, attraverso un approccio integrato e orizzontale, si mira al rafforzamento del ruolo della donna e al contrasto alle discriminazioni di genere, all’accrescimento delle competenze, della capacità e delle prospettive occupazionali dei giovani, al riequilibrio territoriale e allo sviluppo del Mezzogiorno. Tali priorità non sono affidate a singoli interventi circoscritti in specifiche componenti, ma perseguite in modo trasversale.

Il Piano si articola in sei missioni, che rappresentano altrettante “aree tematiche” strutturali di intervento:

  1. digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura;
  2. rivoluzione verde e transizione ecologica;
  3. infrastrutture per una mobilità sostenibile;
  4. istruzione e ricerca;
  5. inclusione e coesione;
  6. salute.

Nell’insieme, le missioni raggruppano sedici componenti, funzionali a realizzare gli obiettivi economico-sociali definiti nella strategia del Governo, che a loro volta si articolano in 47 linee di intervento per progetti omogenei e coerenti.

Le risorse complessivamente allocate nelle sei missioni del PNRR sono pari a circa 210 miliardi di euro. Di questi, 144,2 miliardi finanziano “nuovi progetti” mentre i restanti 65,7 miliardi sono destinati a “progetti in essere” che riceveranno, grazie alla loro collocazione all’interno del PNRR, una significativa accelerazione dei profili temporali di realizzazione e quindi di spesa.

Con il Piano, il Governo intende massimizzare le risorse destinate agli investimenti pubblici, la cui quota supera il 70%. Gli incentivi a investimenti privati sono pari a circa il 21%. Impiegando le risorse nazionali del Fondo di sviluppo e coesione 2021-2027 non ancora programmate, è stato possibile incrementare gli investimenti di circa 20 miliardi per nuovi progetti in settori importanti, che comprendono la rete ferroviaria veloce, la portualità integrata, il trasporto locale sostenibile, la banda larga e il 5G, il ciclo integrale dei rifiuti, l’infrastrutturazione sociale e sanitaria del Mezzogiorno.

I singoli progetti di investimento sono stati selezionati secondo criteri volti a concentrare gli interventi su quelli trasformativi, a maggiore impatto sull’economia e sul lavoro. A tali criteri è stata orientata anche l’individuazione e la definizione sia dei “progetti in essere” che dei “nuovi progetti”. Per ogni missione sono indicate, inoltre, le riforme necessarie a realizzarla nel modo più efficace.

Il primo 70 per cento delle sovvenzioni verrà impegnato entro la fine del 2022 e speso entro la fine del 2023. Il piano prevede inoltre che il restante 30 per cento delle sovvenzioni sarà speso tra il 2023 e il 2025. I prestiti totali aumenteranno nel corso del tempo, in linea con l’obiettivo di mantenere un livello elevato di investimenti e altre spese, in confronto all’andamento tendenziale. Nei primi tre anni, la maggior parte degli investimenti e dei “nuovi progetti” (e quindi dello stimolo macroeconomico rispetto allo scenario di base) sarà sostenuta da sovvenzioni. Nel periodo 2024-2026, viceversa, la quota maggiore dei finanziamenti per progetti aggiuntivi arriverà dai prestiti.

Nella tabella di seguito si evidenzia l’entità delle risorse che si prevede di impiegare nelle sei missioni, con la distinzione tra i progetti già in essere e quelli nuovi.

Il PNRR impatterà positivamente sulle principali variabili macroeconomiche e sugli indicatori di inclusione, equità e sviluppo sostenibile  attraverso i maggiori investimenti che attiverà direttamente e indirettamente e le innovazioni tecnologiche che introdurrà e stimolerà. Questi effetti saranno amplificati dalle riforme di contesto e da quelle più settoriali inserite nelle singole componenti del Piano. Una valutazione dell’impatto complessivo di investimenti, trasferimenti, incentivi e riforme, nonché dell’effetto moltiplicativo che potrebbe realizzarsi grazie all’effetto-leva di numerose linee progettuali del Piano, potrà essere effettuata quando tutti i dettagli dei progetti e delle relativamente riforme saranno pienamente definiti.

Approvato il Recovery plan, aumentano risorse per sanità e istruzione: ecco  tutti gli investimenti

L’AGGIORNAMENTO DEL RECOVERY PLAN: ALCUNI SOLDI IN PIU’ PER LA SANITA’, TANTI PROGETTI PER L’ASSISTENZA TERRITORIALE, MA DOVRA’ ESSERE RIMESSA MANO ALL’ORGANIZZAZIONE

In occasione della presentazione della prima versione del Recovery Plan denominato Next Generation molte critiche, ivi comprese le mie, sono state fatte circa la sottovalutazione della missione destinata alla salute.

La risposta del Governo non si è fatta attendere, anche perché i tempi sono orami molto ristretti.

Il 29 dicembre è stata pubblicata una nuova versione del Recovery Plan che prevede finanziamenti per la sanità in varie Missioni.

Missione 2 :
– C3 “Verso un ospedale sicuro, tecnologico , digitale e sostenibile con € 5,5 miliardi. In questa missione si parla anche di emergenza, ma viene affrontato ancora solo l’aspetto ospedaliero e non si parla di integrazione delle strutture territoriali né del loro adeguamento.

Missione 6 a sua volta articolata in due componenti:
– C1 Assistenza di prossimità e telemedicina, comprendente: Assistenza di prossimità e telemedicina (con le Case di Comunità), Potenziamento dell’assistenza sanitaria e rete territoriale e Salute, ambiente e sicurezza alimentare (comprendente la rete del sistema nazionale di prevenzione salute-ambiente e clima SNPS)- € 5,01 miliardi;
– C2 Innovazione, ricerca e digitalizzazione dell’assistenza sanitaria, comprendente anche la formazione del personale – € 4 miliardi.

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APPROVATO IN VIA DEFINITIVA DAL SENATO IL BILANCIO DI PREVISIONE DELLO STATO PER L’ESERCIZIO FINANZIARIO 2021 E IL BILANCIO PLURIENNALE PER IL TRIENNIO 2021-2023.

Palazzo Madama – Sala Buvette.

Nella seduta di mercoledì 30 dicembre 2020, dopo aver rinnovato la fiducia al Governo approvando l’articolo 1 con 156 voti favorevoli e 124 contrari, l’Assemblea ha licenziato definitivamente il disegno di legge n. 2054 : Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2021 e bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023, con 153 sì, 118 no e un’astensione.

Moltissime sono le disposizioni che riguardano la sanità.

Qui è possibile scaricare il Dossier predisposto dal Servizio Bilancio del Senato.

L’AGENAS HA PUBBLICATO I DATI DEI RENDICONTO DELLE AZIENDE SANITARIE E DEGLI IRCCS: MOLTE LE SORPRESE SPIACEVOLI

L’AGENAS nell’ambito del monitoraggio della spesa sanitaria ha pubblicato i dati di costo rilevati dai conti economici 2018 e 2019 delle aziende sanitarie italiane.

Per quanto riguarda i costi di produzione sono state presi in considerazione le seguenti aggregazioni: acquisti di beni, manutenzioni e riparazioni, assistenza sanitaria di base, farmaceutica, specialistica da pubblico, specialistica da privato, riabilitativa da pubblico, riabilitativa da privato, integrativa e protesica da pubblico, integrativa e protesica da privato, ospedaliera da pubblico, ospedaliera da privato, altre prestazioni da pubblico, altre prestazioni da privato , altri servizi sanitari, altri servizi non sanitari, godimento di beni di terzi, personale ruolo sanitario, personale ruolo professionale, personale ruolo tecnico, personale ruolo amministrativo, spese amministrative e generali, servizi appaltati, accantonamenti tipici, imposte e tasse, oneri finanziari, variazione delle rimanenze, compartecipazione personale intramoenia.

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LA PROPOSTA PORTATA IN CONSIGLIO DEI MINISTRI PER L’UTILIZZO DEL FINANZIAMENTO EUROPEO DENOMINATO “NEXT GENERATION”

Come da convocazione ieri 7 dicembre si è riunito il Consiglio dei Ministri per esaminare il Piano nazionale di ripresa e resilienza per l’utilizzo dei fondi europei del “Next generation”

Com’è noto la seduta è stata rinviata ad oggi 8 dicembre.

Per quanto riguarda la salute, come qualcuno ricorderà il Ministero della salute aveva avanzato una richiesta di 68 miliardi articolati in 20 progetti (dal potenziamento dell’assistenza territoriale, a un nuovo modello di RSA, all’evoluzione del Fascicolo sanitario Elettronico, al rafforzamento della tutela della salute nella scuola, al contrasto alla migrazione sanitaria, al potenziamento dei sistemi di prevenzione della salute in rapporto all’ambiente, al riordino degli IRCCS, alla sicurezza alimentare, ecc.), ma nel documento sottoposto al Consiglio dei Ministri sono stati previsti solo 9,00 miliardi, mentre la fetta maggiore andrà ad altre missioni:
-48,7 MLD a digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura;
– 74,3 mld a Rivoluzione verde e transizione ecologica;
– 27,7 mld a Infrastrutture per una mobilità sostenibile;
– 19,2 mld a Istruzione e ricerca;
– 17,1 mld a Parità di genere, coesione sociale e territoriale;

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