MEDICI DI TUTTO IL MONDO SCRIVONO AI LEADER MONDIALI PER USCIRE DALLA CRISI

L’Osservatore romano dedica un lungo articolo ad una dichiarazione firmata da oltre 40 milioni di professionisti della salute tra medici e operatori sanitari — un numero che rappresenta collettivamente più della metà della forza lavoro sanitaria e medica mondiale, provenienti da 90 Paesi — per chiedere ai leader dei Paesi del G20 una Healthy Recovery, «una vera guarigione da questa crisi» dando priorità agli investimenti nella salute pubblica, ad acqua e aria pulite e a un clima stabile nei pacchetti di stimolo economico attualmente in esame.

«Abbiamo visto in prima persona quanto possano essere fragili le comunità quando salute, sicurezza alimentare e libertà di lavoro sono interrotte da una minaccia comune» si legge nella lettera pubblicata oggi. «I livelli di questa tragedia in corso sono molti e amplificati da disuguaglianze e dagli investimenti insufficienti nei sistemi di sanità pubblica. Abbiamo assistito a morte, malattie e angoscia mentale a livelli mai visti da decenni. Questi effetti avrebbero potuto essere parzialmente mitigati, o forse anche prevenuti, da adeguati investimenti in preparazione alla pandemia, sanità pubblica e gestione ambientale» prosegue la lettera.

«Dobbiamo imparare da questi errori e tornare a essere più forti, più sani e più resistenti. Prima della pandemia, l’inquinamento atmosferico stava già indebolendo i nostri corpi», sottolineano i medici chiedendo investimenti per ridurre l’inquinamento atmosferico e le emissioni climalteranti che danneggiano la salute umana, per dare maggiore resilienza alle future pandemie e creare posti di lavoro più sostenibili. Secondo un rapporto di Irena (l’Agenzia internazionale per le energie rinnovabili), se i Paesi facessero investimenti adeguati nelle energie rinnovabili entro il 2050, i posti di lavoro quadruplicherebbero fino a 42 milioni. E questo in un momento in cui, secondo l’Ilo (Organizzazione internazionale del lavoro), la metà dei posti di lavoro nel mondo sono a rischio.

I medici chiedono ai governi «che i vostri responsabili e consiglieri medici e scientifici siano direttamente coinvolti nella concezione di tutti i pacchetti per la ripresa economica». Agricoltura sostenibile, rinnovabili e mobilità a basse emissioni di carbonio sono, per i firmatari, la chiave per riprendersi dal covid-19 più forti, più sani e più resistenti. «L’inquinamento da traffico, uso inefficiente dell’energia residenziale, centrali elettriche a carbone, inceneritori e agricoltura intensiva non solo causano ogni anno sette milioni di morti premature ma aumentano sia i rischi di polmonite sia la loro gravità; causano pneumopatie croniche ostruttive, carcinomi polmonari, malattie cardiache e ictus; determinano inoltre esiti avversi in gravidanza come scarso peso alla nascita e asma».

https://www.osservatoreromano.va/it.html

LA NUOVA EDIZIONE DI “SALUTE UGUALE PER TUTTI: …NOI CREDEVAMO…”

La nuova edizione del mio saggio è stata resa necessaria dall’emergenza sanitaria dell’epidemia che ha riportato l’attenzione sul SSN e sulle modalità del suo funzionamento.

Uno dei primi capitoli del volume è dedicato al SSN come motore di sviluppo e di democrazia.

Per troppi anni la maggioranza dei nostri rappresentanti politici ha visto nel Servizio sanitario nazionale solamente una fonte di costi elevata senza rendersi conto che grazie al SSN si è sviluppato un sistema che in Italia occupa direttamente 1.158.321[1] unità di personale sanitario, ai quali dobbiamo aggiungere quello amministrativo e quello dell’indotto (servizi sanitari, servizi ospedalieri e residenziali, commercio ecc.) per un totale di 2,4 milioni pari al 10% della forza lavoro del Paese.

La “filiera della salute” include i settori che producono, fanno ricerca, commercializzano e offrono servizi di natura sanitaria[2] ed è composta sia dalla parte pubblica, sia dalla parte privata che è prevalentemente dedita alla manifattura industria farmaceutica, dispositivi e tecnologie medicali), il commercio e i servizi.

Un sistema che ha anche favorito la crescita in Italia di una industria medicale che rappresenta uno dei principali motori di sviluppo del Paese[3] con una produzione pari a € 42,9 miliardi che rappresenta il 12,4% di quella realizzata a livello europeo.

Il saldo commerciale peraltro è negativo per € 0,5 mld mentre è positivo se si esamina il solo il settore farmaceutico.

Molto fiorente anche la produzione di dispositivi medici italiani che rappresentano il 10,0% di questo mercato in continua espansione.

Il saldo della bilancia dei pagamenti nel settore dei dispositivi medici, sempre nel 2017, pur essendo anch’esso negativo è in diminuzione ed è pari a € 1,9 miliardi.

Da non sottovalutare anche l’apporto delle ICT che stanno contribuendo notevolmente allo sviluppo del SSN.

Per quanto riguarda la diagnostica in vitro siano al 16,0% della produzione europea preceduti solo da Germania e Francia.

In sostanza la “filiera della salute” contribuisce in maniera notevole alla formazione della ricchezza nazionale producendo un elevato volume di reddito, assorbendo una quota rilevante di personale altamente qualificato ed investendo notevoli risorse nella ricerca e nell’innovazione.

Se guardiamo indietro, in questi quaranta anni l’assistenza sanitaria è cambiata in maniera notevole.

Il SSN in questi anni, nonostante i molti problemi, ha garantito:
-Maggiore sicurezza dal punto di vista sanitario;
-Benessere diffuso, con eliminazione del divario tra salute e benessere;
-Maggiore equità rispetto al passato, anche se permangono numerose disuguaglianze che rappresentano un fattore di malessere sociale da sradicare;
-Prevenzione delle malattie, che in precedenza era molto limitata.

Mentre un tempo le persone venivano ricoverate in ospedale quando non c’era più nulla da fare, per morire, oggi le persone si recano serene in ospedale per essere guarite e per poter tornare ad una vita normale insieme ai loro cari.

Peraltro, anche a causa delle mutate condizioni sociali e della situazione economica non favorevole si assiste ad una caduta di valori come la solidarietà sociale e ad una forte contrazione del welfare state.

Dopo l’epidemia sarà opportuno investire sul SSN per favorire la ripresa e per contribuire ad eliminare le profonde disuguaglianze che si sono create nel nostro Paese e per eliminare il forte disagio sociale causato dalla crisi economica dovuta al coronavirus.

Al link seguente è possibile leggere ed eventualmente acquistare sia la copia cartacea che quella in ebook:

https://ilmiolibro.kataweb.it/libro/saggistica/512667/salute-uguale-per-tutti-2/


[1]Dati ISTAT al 2017 che comprendono anche i medici di medicina generale

[2]Confindustria Rapporto annuale Filiera della salute

[3]D.D’ANGELA, C.CARRIERI, Industria sanitaria: evoluzione e prospettive, in 15° Rapporto del CREA Sanità

LE ASSOCIAZIONI MEDICHE VERSO UNA ECOLOGIA DELLA SALUTE

Foto ISDE

Il 23 gennaio scorso si è tenuto a Sansepolcro il workshop “Società Medico-Scientifiche e sostenibilità: Urgente un nuovo paradigma”, organizzato da ISDE Italia, Collegio Italiano dei Primari Oncologi Medici Ospedalieri (CIPOMO) e Slow Medicine, con il patrocinio della FNOMCeO. Al termine dei lavori è stato sottoscritto un documento intitolato: “Verso un’ecologia della salute: Insieme verso una medicina sostenibile”, di cui ha dato un ampio resoconto Quotidiano Sanità.

La salute è la cosa più preziosa che abbiamo ma non sempre ne parliamo con cognizione di causa e soprattutto facciamo poco per ridurre l’impatto negativo che le attività umane esercitano su di essa.
Di fatto, nonostante gli straordinari successi della medicina stiamo assistendo ad un progressivo incremento dell’incidenza di malattie cronico-degenerative e infiammatorie croniche, di disabilità e di alcune forme di cancro in maniera indipendente dall’invecchiamento della popolazione, come dimostrato dall’insorgenza crescente di queste patologie in epoca sempre più precoce, compresa l’età pediatrica. Sono le conseguenze della grave disattenzione sino ad ora riservata al ruolo che i fattori socio-economici e ambientali hanno nel mantenimento dello stato di salute.

Le conoscenze a nostra disposizione rendono ormai eticamente ed economicamente inaccettabile occuparsi solo degli aspetti clinici della medicina, continuando a trascurare le enormi potenzialità della prevenzione primaria e le conseguenze sulla salute dell’ambiente, dei cambiamenti climatici, della produzione di energia, dei mezzi di trasporto, delle tecniche agricole e di allevamento, del modo di alimentarsi e della qualità dei cibi, delle scelte economiche, delle sempre più evidenti disuguaglianze sociali. Questi problemi non possono essere affrontati in modo disgiunto in quanto sistemici, interconnessi e interdipendenti, con effetti finali sulla qualità della vita che risultano dalle loro complesse interrelazioni.

I medici e i professionisti della salute non possono più limitarsi a compiti di diagnosi e cura. Essi devono sentirsi responsabili anche della tutela dell’ambiente attraverso attività di educazione sanitaria nei confronti dei pazienti e di “advocacy” nei riguardi della comunità, dei decisori politici e delle istituzioni.
Stiamo vivendo una crisi ecologica inedita per gravità, rapidità e portata, nei confronti della quale i medici e i professionisti della salute non possono più rimanere semplici osservatori. È loro il compito di sensibilizzare l’opinione pubblica circa le temibili conseguenze che le attività umane producono sugli ecosistemi e sulla salute. Devono porsi come promotori e artefici di un profondo rinnovamento culturale, anche fornendo esempi concreti di come si
possono organizzare e gestire le attività sanitarie in modo sobrio, appropriato e sostenibile.

Gli impegni per ridurre l’impronta ecologica Per questi motivi i rappresentanti delle Associazioni e delle Società scientifiche sotto indicate si sono incontrati a Sansepolcro e, dopo ampia discussione, hanno deciso di unire le forze e di integrare le diverse competenze specialistiche allo scopo di condividere le esperienze e perseguire obiettivi comuni orientati al rispetto dell’ambiente fisico, biologico e sociale.
A questo fine, le Associazioni e le Società Scientifiche che aderiscono al progetto “Verso un’ecologia della salute”, ciascuna per il proprio specifico ambito di competenza, s’impegnano ad individuare, diffondere e mettere in atto buone pratiche professionali capaci di contrastare le cause del degrado ambientale, eliminare gli sprechi, contenere i consumi, favorire il riciclo dei dispositivi medici e del materiale sanitario e ridurre l’impronta ecologica delle attività correlate alla ricerca, alla prevenzione primaria, alla diagnosi e alla cura.
Considerato che non meno del 20% di ciò che costituisce la pratica clinica e le attività sanitarie correnti è ritenuto inutile e potenzialmente dannoso, le Associazione e le Società scientifiche che condividono questo progetto si impegnano, in primo luogo, a individuare per quanto di specifica competenza, le procedure sanitarie obsolete e inappropriate, allo scopo di contrastare il crescente consumismo sanitario e l’over-use di prestazioni diagnostiche e terapeutiche.

Condividono il progetto numerose associazioni le quali nel rispetto delle specifiche competenze specialistiche, si impegnano, a favorire il reciproco scambio di conoscenze e di esperienze e a contribuire alle iniziative che si propongono di affrontare con misure concrete la grave crisi ecologica in atto.

Il testo delle relazioni è scaricabile dal sito https://www.isde.it