Il 30 dicembre 2020 l’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell’Università cattolica del Sacro cuore di Roma ha pubblicato l’ultimo Instant Report del 2020 con l’analisi dei modelli organizzativi di risposta al Covid-19.
Il Report con una ricchezza di dati e di grafici ha messo a confronto la risposta dei vari modelli organizzativi regionali e i diversi risultati.
Molto interessanti sono anche le modifiche messe in atto da alcune regioni nella seconda fase rispetto alla prima specialmente per quanto riguarda il ruolo del territorio.
Tra il mese di febbraio e il 30 novembre 2020 sono stati diagnosticati dai Laboratori di Riferimento regionale 1.651.229 casi positivi di Covid-19, riportati al Sistema Nazionale di Sorveglianza Integrata dell’ISS entro il 20 dicembre 2020.
Lo scenario di diffusione epidemica può essere sintetizzato in tre fasi. La prima fase compresa nel periodo da febbraio alla fine di maggio 2020 (Prima ondata) si è caratterizzata per una rapidissima diffusione dei casi e dei decessi e per una forte concentrazione territoriale prevalentemente nel Nord del Paese. Nella stagione estiva, da giugno a metà settembre (Fase di transizione),la diffusione è stata inizialmente molto contenuta, ma alla fine di settembre si sono identificati focolai sempre più numerosi in tutto il Paese. A partire dalla fine di settembre 2020 (Seconda ondata) i casi sono di nuovo aumentati rapidamente con un ritmo esponenziale su gran parte del Paese e solo da metà novembre si è osservato un calo dell’incidenza.
Nella seconda ondata resta invariata la prevalenza della componente femminile(54%),ma diminuisce la classe di età mediana dei casi: 45-49 anni rispetto a 60-64 anni della prima ondata. Cala, in percentuale, il dato dei contagi registrato nella popolazione molto anziana (80 anni e più) che passa da 26% nella prima ondata a 8% nella seconda. Tale diminuzione è verosimilmente in gran parte dovuta all’aumentata capacità diagnostica tra le classi di età più giovani e nelle persone con sintomi meno severi.
L’infezione da SARS-CoV-2 ha portato in Italia e nel mondo un elevato numero di decessi. Al 7 giugno 2020 sono oltre 33.000 i decessi attribuiti a COVID-19 in Italia e circa 400.000 quelli nel mondo. Ai fini di una corretta ed esaustiva valutazione dell’epidemia da SARS-CoV-2, è fondamentale adottare dei criteri standardizzati per misurare e riportare i decessi causati da Covid-19. L’adozione di questi criteri consente di confrontare l’impatto dell’epidemia a livello regionale e internazionale, di valutare in maniera standardizzata l’efficacia di politiche sanitarie per il contenimento dell’infezione e di stimare l’efficacia di trattamenti farmacologici.
Il nuovo rapporto 2020 dell’OCSE si occupa naturalmente della risposta dei vari paesi alla pandemia, ma si sofferma anche sul problema degli anziani.
Sebbene il COVID-19 abbia causato la morte di molte persone di tutte le età, le persone con comorbidità (ad esempio obesità, malattie cardiovascolari) e in particolare le popolazioni più anziane devono affrontare una elevato rischio di morte per COVID-19.
La Ragioneria generale dello Stato del MEF con una sua circolare informa che nell’ambito della programmazione della politica di coesione 2014-2020, la Commissione europea ha adottato specifiche iniziative denominate “Coronavirus Response Investment Initiative (CRII)” e “ Coronavirus Response Investment Initiative plus (CRII+)”, per affrontare la crisi sanitaria pubblica conseguente all’epidemia COVID-19, al fine di garantire agli Stati membri l’immediata disponibilità di risorse finanziarie derivante dai Fondi UE. Nel quadro di tali iniziative, attuate rispettivamente con il Regolamento (UE) 2020/460 del 30 marzo 2020 ed il Regolamento (UE) 2020/558 del 23 aprile 2020, il Ministero dell’Economia e delle Finanze, ha elaborato un’apposita nota tecnica nella quale sono illustrate le modalità operative che saranno seguite per gestire i flussi finanziari durante il periodo contabile luglio 2020/giugno 2021.
Il Ministero della salute sul proprio sito ha pubblicato l’analisi sullo stato dell’epidemia che è in rapido peggioramento e compatibile complessivamente con uno scenario di tipo 3 con rapidità di progressione maggiore in alcune Regioni italiane.
Secondo il monitoraggio relativo al periodo 12-18 ottobre 2020 “la situazione evidenzia segnali di criticità dei servizi territoriali e il raggiungimento imminente di soglie critiche dei servizi assistenziali di diverse Regioni e province autonome”