Il Senato della Repubblica il 6 luglio, nel corso della 449ma seduta pubblica ha approvato un Ordine del giorno dei senatori Binetti ed altri con il quale , partendo dagli obiettivi dell’Europe’s beating cancer plan che identifica 10 iniziative faro e le relative azioni concrete e che prevede un finanziamento di 4 miliardi per gli stati membri prevedendo tempistiche precise per la loro realizzazione, impegnando quindi il Governo:
Il 28 giugno 2022 il Consiglio regionale del Lazio ha approvato la Proposta di legge regionale n. 191 del 17 ottobre 2019, presentata dal consigliere Marcelli, sottoscritta dai consiglieri Corrado, Tripodi e Ciacciarelli, concernente: “Promozione dei servizi di assistenza psico-oncologica nella rete oncologica regionale”.
Si tratta di una scelta molto importante in quanto l’assistenza psico-oncologica è un bisogno clinico molto sentito dai pazienti ma in parte ancora insoddisfatto sul territorio nazionale.
La regione Lazio è la prima a prevedere questo tipo di assistenza che non mancherà di fornire un sostegno alle pazienti e ai pazienti colpiti da questo male.
L’Osservatorio nazionale sulla salute dell’Università cattolica di Roma ha pubblicato il suo nuovo Rapporto relativo all’anno 2021
Nella premessa del dott. Alessandro Solopaca e del prof. Walter Ricciardi si legge che lo scenario futuro della sanità appare quanto mai incerto a causa degli effetti dell’emergenza sanitaria di Corona Virus Disease-19 (COVID-19).
In questi 2 anni, secondo gli autori della premessa si sono interrotte o rallentate le attività di prevenzione e, soprattutto, i percorsi di cura per malati cronici. Queste circostanze fanno presagire degli effetti negativi sulla salute della popolazione che si protrarranno anche per il futuro e che si vanno ad aggiungere alle conseguenze dirette, ancora poco conosciute, del virus.
L’emergenza sanitaria, sempre secondo gli autori della premessa, ha messo a nudo, con chiarezza, tutti i limiti del nostro sistema, poiché e risultato incapace di fronteggiare una crisi sanitaria, soprattutto dal punto di vista organizzativo e delle risorse disponibili. Alcuni esempi su tutti, l’incapacità di gestire l’emergenza sul territorio e nelle strutture sanitarie per anziani, la drammatica carenza del personale medico e infermieristico e dei posti letto nelle Terapie Intensive.
Da questa emergenza nasce l’opportunità per rivedere alcune scelte e strategie, per migliorare e rendere più efficace ed efficiente un sistema. Infatti, si e avviato un processo virtuoso per ridisegnare l’organizzazione del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) e impegnare maggiori risorse per investimenti finalizzati alla modernizzazione.
Grazie ai fondi del PNRR destinati alla sanità sarà possibile avviare la modernizzazione del sistema, anche se permane una atavica carenza di risorse economiche per la gestione corrente che ci colloca ancora al di sotto dei maggiori Paesi dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico.
Gli autori ritengono che gli stanziamenti previsti nella Legge di Bilancio per il 2022 siano ancora insufficienti per far fronte al costo dell’innovazione e all’aumento della domanda sanitaria connessa all’invecchiamento della popolazione.
Il Rapporto Osservasalute tratta anche della modernizzazione del sistema di cure.
In particolare Ricciardi e Solopaca hanno evidenziato alcuni punti:
1- La prevenzione resta uno dei punti cardine delle strategie del SSN, perché permette di evitare o procrastinare l’insorgenza delle patologie a elevato impatto sul sistema e sulla qualità di vita della popolazione.
2-L’integrazione è necessaria per contrastare la frammentazione dei servizi e delle prestazioni nell’offerta sanitaria e socio-sanitaria, promuovendone e migliorandone la continuità dell’assistenza ai vari livelli.
3- L’orientamento alla comunità risulta fondamentale perché in questo modo viene riconosciuto un ruolo attivo anche ai cittadini e alla comunità di riferimento, i quali da semplici fruitori passivi dell’offerta, vengono a qualificarsi come risorsa attiva per il sistema.
4- Il potenziamento delle reti di comunicazione e il processo di digitalizzazione sono importanti perché rendono attuabile la modernizzazione dei processi, attraverso la medicina a distanza, lo scambio di informazioni sul paziente tra i professionisti del settore e, in generale, il coordinamento della presa in carico dei pazienti, in un sistema di assistenza territoriale basato su un modello hub and spoke.
Sabato 14 alle ore 10, l’Associazione Nuovi Castelli Romani presenta il mio nuovo libro “Il diritto alla salute nel Servizio Sanitario Nazionale” nell’Abbazia di San Nilo di Grottaferrata.
Interverranno l’autore della prefazione il prof. Cesare Pinelli, ordinario di diritto pubblico e il prof. Claudio Letizia, ordinario di medicina interna entrambi dell’Università “Sapienza” di Roma; il Sindaco del Comune di Frascati Francesca Sbardella, il Sindaco del Comune di Nemi Alberto Bertucci, il Sindaco del comune di Castel Gandolfo Milvia Monachesi e il direttore sanitario dell’azienda USL Roma 6 dott. Roberto Corsi.
Saranno presenti: mons. Paolo Ricciardi, vescovo ausiliare di Roma; il sen. Bruno Astorre, Francesco Pittoni, Vice Presidente Vicario dell’UNAR; Francesco De Feo, Egumeno del Monastero Esarchico di Santa Maria di Grottaferrata e il dott. Ettore Pompili, Presidente onorario dell’Associazione NCR.
Il libro è diviso in sei parti: 1) Il processo della riforma 2) L’assistenza sanitaria 3) Organizzazione centrale del SSN 4) Organizzazione regionale del SSR 5) Strutture operative e loro funzioni 6) Diritti e responsabilità delle persone
Complessivamente sono 630 pagine con oltre 800 note di dottrina e giurisprudenza
Un libro scritto in maniera chiara e comprensibile anche per chi non ha una formazione giuridica e che spiega in maniera diffusa tutta la materia.
Molta attenzione è posta alla gestione delle risorse finanziarie, umane, strumentali e informatiche, ma anche sono trattate diffusamente anche tutte le altre funzioni come quelle dell’informazione e della partecipazione, princìpi rigorosamente dettati dalle norme e che troppo spesso non trovano riflesso nemmeno per sbaglio nell’operare concreto.
Viene sottolineata l’importanza degli organi di indirizzo (es. Sindaci, Conferenza locale sociale e sanitaria per le aziende sanitarie locali, ecc.) ma anche il ruolo dei cittadini proclamato da tutti, ma scarsamente rispettato.
Una occasione molto speciale, sia per il luogo prescelto che per le persone che saranno presenti.
Una occasione molto speciale, sia per il luogo prescelto che per le persone che saranno presenti.
Un volume che può essere utile per chi deve studiare, per chi vuole prepararsi per un concorso, ma anche per chi già lavora e vuole aggiornarsi anche per difendere i propri diritti, oltre che per avvocati che devono rappresentare qualche paziente o dipendente.
La Gazzetta ufficiale n. 102 del 3 maggio pubblica il testo della delibera assunta dal Consiglio dei Ministri in data 21 aprile sostitutiva dell’intesa della Conferenza Stato-regioni, relativa allo schema di decreto del Ministro della salute, concernente il regolamento recante «Modelli e standard per lo sviluppo dell’assistenza territoriale nel Servizio Sanitario Nazionale».
Com’è noto in sede di Conferenza Stato-regioni, nonostante le molte riunioni sull’argomento non era stata raggiunta la necessaria intesa per cui il Governo, preso atto, pertanto, che la tutela della salute è una materia di legislazione concorrente nell’ambito della quale la determinazione dei principi fondamentali spetta allo Stato e in particolare la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni di cui all’art. 117, comma 2, lettera m), nonché l’eventuale esercizio del potere sostitutivo (art. 120, comma 2).
Oggi 13 aprile si è tenuta, in diretta streaming una Giornata di riflessione e confronto IFEL, ANCI e Federsanità sulle missioni 5 e 6 del PNRR sul welfare di comunità.
Dal comunicato stampa si apprende quanto segue:
Il PNRR come straordinaria opportunità di rilancio anche della centralità del
L’introduzione della giornata è stata affidata a Pierciro Galeone, direttore IFEL, e Stefano Lorusso (direttore generale dell’Unità di missione per l’attuazione degli interventi del PNRR del Ministero della Salute), con relazioni tecniche di Antonio Fortino e Francesco Enrichens (Agenas) sul tema “La missione 6: il ruolo della sanità e quello dei comuni” e Samantha Palombo (Dipartimento Welfare ANCI) su “La dimensione sociale e sociosanitaria della missione 5”.
Secondo Alessandro Canelli, Presidente Ifel e sindaco di Novara, “la pandemia in questi ultimi due anni ha dimostrato quanto la capacità di fare rete abbia avuto un ruolo determinante nella gestione dell’emergenza. Le amministrazioni comunali e le loro strutture sociali hanno dato prova di una straordinaria capacità di coordinamento e di governance del territorio. Il modello di stretta collaborazione tra i vari livelli istituzionali che sono intervenuti sul territorio è stata la formula vincente per la gestione dei differenti bisogni espressi dai cittadini in un momento che non ha precedenti nella nostra storia. Questo modello va ripetuto con le case di comunità”.
“Il PNRR è un’occasione straordinaria per imprimere un impulso deciso al percorso di potenziamento e qualificazione dell’offerta di servizi, soprattutto al Sud e in generale nelle aree interne del nostro Paese – ha evidenziato Enzo Bianco, Presidente del Consiglio nazionale ANCI. “Dobbiamo superare gli eccessivi divari territoriali che spesso danno luogo alle cosiddette ‘migrazioni sanitarie’ da una Regione all’altra, favorendo ovunque l’accesso ai servizi, garantendo livelli essenziali delle prestazioni sociali e sanitarie omogenei tra i territori”. Bianco ha quindi auspicato una “seria riflessione sulle vigenti attribuzioni di competenze in materia sanitaria e socio-sanitaria, a livello comunitario, nazionale, regionale e comunale”.
“In questa fase di ripartenza dalle fragilità e dalle criticità emerse durante la pandemia – ha aggiunto il vice presidente vicario AnciRoberto Pella – i Comuni assumono, di concerto con tutti gli altri livelli di governo del territorio, un ruolo essenziale per la costruzione delle reti di prossimità. L’universalismo e l’equo accesso ai servizi che il nostro Servizio Sanitario Nazionale deve assicurare per la promozione e la tutela della salute non possono che passare dai territori e dalla centralità del cittadino”, assicurando l’equità e il rispetto dei diritti civili, sociali e sanitari dei cittadini.
“Salute, territorio e rapporto con il PNRR è un tema di grandissima attualità. E’ un’agenda politicamente trasversale perchè la lettura dei bisogni non ha colore politico”, ha precisato Luca Vecchi, Delegato al Welfare ANCI e Sindaco di Reggio Emilia. “La pandemia ci dice che siamo nel pieno di un’emergenza che attraversa covid ma arriva fino all’Ucraina, con il tema dell’accoglienza e dei problemi energetici ed economici. Per la prima volta temi internazionali diventano locali e cambiano la vita dei cittadini portando i sindaci a ripensare il sistema socio-sanitario e il ruolo della medicina territoriale nelle comunità. La riforma attuale è di portata epocale”.
“Come tutto il PNNR, anche le Missioni M5 e M6 sono composte di ‘azioni’ e di ‘riforme’. E’ il loro insieme che compone il Piano – ha sottolineato Tiziana FrittelliPresidente di Federsanità e Direttore generale dell’Ospedale San Giovanni Addolorata di Roma – e una parte tiene l’altra. Per M5 abbiamo progettazioni nelle materie della non autosufficienza, disabilità e grave marginalità, unite a interventi legislativi per la non autosufficienza e la disabilità. Per M6 abbiamo progettazioni su Case e Ospedali della Comunità, COT, Assistenza domiciliare, unite al decreto legislativo sui nuovi assetti della sanità territoriale. Oltre le risorse, quindi, il PNNR reca un impulso alla riforma che forse in ambito sanitario e assistenziale è più rilevante delle stesse risorse. In termini prettamente sanitari, credo che il centro di questa azione possa essere definito come la creazione del sistema di assistenza esterno dall’ospedale. Non si tratta solo di sanità”.
Da questa giornata i Sindaci delle nostre città potranno trarre utilissimi strumenti di riflessione valutare lo stato dei servizi e per fornire indirizzi adeguati ai direttori generali delle aziende sanitarie locali sull’attuazione delle missioni 5 e 6 del PNRR con particolare riguardo alla riorganizzazione dell’assistenza territoriale.
L’art. 217 del R.D. 27 luglio 1934 n. 1265 individuava il Sindaco quale autorità sanitaria locale; l’art.13 della legge 833 del 1978 e il 4° comma dell’art. 50 del D.lgs 267 del 2000 hanno confermato che il Sindaco eserciti le funzioni attribuitegli dalla legge quale autorità locale.
In tale veste compete al Sindaco l’emanazione di tutti i provvedimenti autorizzativi, concessori, prescrittivi, cautelativi e repressivi, comprese le ordinanze contingibili e urgenti in materia di igiene, sanità e salvaguardia dell’ambiente nell’ambito del territorio comunale.
Il Sindaco nell’esercizio delle sue prerogative d’Autorità Sanitaria Locale, si avvale dei servizi dell’azienda sanitaria locale e dell’Agenzia Regionale per l’Ambiente (ARPA) intesi quali organi consultivi, propositivi e di vigilanza in materia igienico-sanitaria ed ambientale secondo le rispettive competenze come previsto dalle vigenti normative.
Il Sindaco, avvalendosi per l’istruttoria dei servizi della ASL, può emanare i seguenti provvedimenti: –Ordinanze contingibili e urgenti[1]: in caso di emergenze sanitarie o di igiene pubblica a carattere esclusivamente locale, le ordinanze contingibili e urgenti sono adottate dal Sindaco, quale rappresentante della comunità locale, con provvedimento motivato, al fine di prevenire ed eliminare gravi pericoli che minacciano l’incolumità dei cittadini[2]. La norma non esclude che il Sindaco nel caso in cui ne ravvisi l’urgenza possa adottare una ordinanza affidandone l’esecuzione all’azienda sanitaria. –Ordinanze: in tutte le tematiche sanitarie; –Accertamenti e trattamenti sanitari obbligatori, sono disposti con provvedimento del Sindaco, su proposta motivata di un medico. Gli accertamenti e i trattamenti sanitari obbligatori sono attuati dai presìdi e servizi sanitari pubblici territoriali[3]; -Autorizzazioni di attività sanitarie; -Autorizzazione di strutture veterinarie pubbliche e private –Autorizzazione per la produzione di sostanze alimentari; –Autorizzazione per la vendita di animali d’affezione e per le manifestazioni che si svolgono con la presenza di animali; –Autorizzazione per gli stabilimenti termali; –Autorizzazione dell’attività di distribuzione all’ingrosso di medicinali e/o gas medicinali svolta presso magazzini ubicati nell’ambito del territorio comunale; –Autorizzazione deposito e vendita dei prodotti fitosanitari.
Inoltre il perimetro per la delimitazione delle missioni degli enti è rappresentato dal riparto delle competenze stabilito agli articoli 117 e 118 della Costituzione, assumendo comunque come riferimento quelle individuate per il bilancio dello Stato.
Anche se la gestione della salute con il d.lgs 502 del 1992 è stata affidata ai direttori generali delle aziende Unità Sanitarie Locali resta sempre il fatto che il sindaco è il responsabile della condizione di salute della popolazione del suo territorio. Il consiglio comunale condivide questa responsabilità.
Occorre pertanto che il Sindaco svolga il ruolo di garante dei cittadini nei confronti dell’azienda sanitaria sollecitando, ove necessario, il rispetto dei diritti alla salute della comunità.
È importante anche che i Sindaci si attivino sul funzionamento dei servizi dell’azienda sanitaria ed in particolare sul rispetto dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA)[5] e per chiedere il rispetto degli standard delle attività, dei servizi e delle prestazioni, delle liste di attesa, ecc., che il Servizio Sanitario Nazionale deve erogare a tutti i cittadini gratuitamente o con il pagamento di un ticket, indipendentemente dal reddito e dalla residenza.
Il 14° comma dell’art. 3 del d.lgs 229 del 1999 prevede che «Nelle unità sanitarie locali il cui ambito territoriale coincide con quello del Comune, il Sindaco, al fine di corrispondere alle esigenze sanitarie della popolazione, provvede alla definizione, nell’ambito della programmazione regionale, delle linee di indirizzo per l’impostazione programmatica dell’attività, esamina il bilancio pluriennale di previsione ed il bilancio di esercizio e rimette alla regione le relative osservazioni, verifica l’andamento generale dell’attività e contribuisce alla definizione dei piani programmatici trasmettendo le proprie valutazioni e proposte al direttore generale ed alla regione.
L’art. 12 della legge regionale 16 giugno 1994, n. 18 stabilisce quanto segue:
1. I comuni esprimono il bisogno sanitario della popolazione. A tal fine in ciascuno dei comprensori socio-sanitari di cui all’art. 5, comma 1, è istituita la conferenza locale sociale e sanitaria, composta dai sindaci dei comuni compresi nel comprensorio socio-sanitario.
Per i comuni articolati nelle circoscrizioni di decentramento a norma dell’art. 13 della legge 8 giugno 1990, n. 142, alla conferenza locale sociale e sanitariapartecipano il sindaco ed i presidenti dei consigli circoscrizionali.
2. La conferenza locale sociale e sanitariaha sede presso la sede dell’azienda unità sanitaria locale ed è presieduta dal sindaco del comune o dal presidente della circoscrizione con maggior numero di abitanti.
…omissis…
7. I sindaci e i presidenti dei consigli circoscrizionali possono delegare le proprie funzioni.
Di fatto la l.r.18/1994 affida ai Sindaci e alla Conferenza locale sociale e sanitaria funzioni di indirizzo, controllo e valutazione.
In particolare con la locuzione “indirizzo” ci si riferisce generalmente alla fissazione di fini ed obiettivi da conseguirsi, una funzione che è propria delle comunità sociali rappresentante appunto dai Sindaci.
Volendo esplicitare meglio le funzioni che la legge affida alla Conferenza locale sociale e sanitaria sono le seguenti: a) definizione, nell’ambito della programmazione regionale, delle linee di indirizzo per l’impostazione programmatica delle attività dell’azienda unità sanitaria locale; b) esame del bilancio pluriennale di previsione e del bilancio di esercizio dell’azienda unità sanitaria locale e trasmissione alla Giunta regionale delle relative osservazioni; c) verifica dell’andamento generale dell’attività dell’Azienda unità sanitaria locale;
[1]Ai sensi dell’art. 32 della legge n. 833/1978 e dell’art. 117 del D.lgs. n. 112/1998,
[2]L’art. 32 della legge 833/1978 prevede che il Ministro della sanità «può emettere ordinanze di carattere contingibile e urgente, in materia di igiene e sanità pubblica e di polizia veterinaria, con efficacia estesa all’intero territorio nazionale o a parte di esso comprendente più regioni»; inoltre «nelle medesime materie sono emesse dal presidente della giunta regionale o dal Sindaco ordinanze di carattere contingibile e urgente, con efficacia estesa rispettivamente alla regione o a parte del suo territorio comprendente più comuni e al territorio comunale».
Nella seduta di mercoledì 30 dicembre 2020, dopo aver rinnovato la fiducia al Governo approvando l’articolo 1 con 156 voti favorevoli e 124 contrari, l’Assemblea ha licenziato definitivamente il disegno di legge n. 2054 : Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2021 e bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023, con 153 sì, 118 no e un’astensione.
Moltissime sono le disposizioni che riguardano la sanità.
Qui è possibile scaricare il Dossier predisposto dal Servizio Bilancio del Senato.
L’ Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom), l’Associazione Italiana Registri Tumori (Airtum), la Società Italiana di Anatomia Patologica e di Citologia Diagnostica (Siapec-Iap), la Fondazione Aiom, Passi (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia) e Passi d’Argento, hanno presentato ieri 8 ottobre a Roma presso l’Istituto Superiore di Sanità la decima edizione il nuovo rapporto “I numeri del cancro in Italia “.
Rispetto a dieci anni fa cresce il numero delle donne e degli uomini che sopravvivono alla diagnosi di tumore, aumenta il tasso di guarigioni e sempre più persone tornano ad avere la stessa speranza di vita della popolazione generale.
A distanza di oltre quaranta anni dalla Conferenza di Alma Atà l’OMS-WHO ha pubblicato un interessantissimo Report con il quale viene lanciato l’allarme sull’assistenza sanitaria di base che, specialmente nei paesi meno sviluppati viene finanziata con meno dell’1% del PIL.
Il problema riguarda soprattutto le aree interne, le aree rurali e le zone più povere, prive di infrastrutture, di personale e di apparecchiature.
I dati allegati al rapporto mostrano una situazione a livello mondiale veramente preoccupante.
Secondo il direttore generale dell’OMS Tedros Adhanom Ghebreyesus, bisogna spendere di più per “… fornire servizi sanitari essenziali come immunizzazione, cure prenatali, consigli di stile di vita sano il più vicino possibile a casa – e assicurarsi che le persone non debbano pagare per queste cure di tasca propria”.