“IL DIRITTO ALLA SALUTE NEL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE” SARA’ PRESENTATO PER LA PRIMA VOLTA ALL’ABBAZIA DI SAN NILO DI GROTTAFERRATA DALL’ASSOCIAZIONE NUOVI CASTELLI ROMANI

Grottaferrata (RM), Abbazia di
San Nilo, 1004

Sabato 14 alle ore 10, l’Associazione Nuovi Castelli Romani presenta il mio nuovo libro “Il diritto alla salute nel Servizio Sanitario Nazionale” nell’Abbazia di San Nilo di Grottaferrata.

Interverranno l’autore della prefazione il prof. Cesare Pinelli, ordinario di diritto pubblico e il prof. Claudio Letizia, ordinario di medicina interna entrambi dell’Università “Sapienza” di Roma; il Sindaco del Comune di Frascati Francesca Sbardella, il Sindaco del Comune di Nemi Alberto Bertucci, il Sindaco del comune di Castel Gandolfo Milvia Monachesi e il direttore sanitario dell’azienda USL Roma 6 dott. Roberto Corsi.

Saranno presenti: mons. Paolo Ricciardi, vescovo ausiliare di Roma; il sen. Bruno Astorre, Francesco Pittoni, Vice Presidente Vicario dell’UNAR; Francesco De Feo, Egumeno del Monastero Esarchico di Santa Maria di Grottaferrata e il dott. Ettore Pompili, Presidente onorario dell’Associazione NCR.

Il libro è diviso in sei parti:
1) Il processo della riforma
2) L’assistenza sanitaria
3) Organizzazione centrale del SSN
4) Organizzazione regionale del SSR
5) Strutture operative e loro funzioni
6) Diritti e responsabilità delle persone

Complessivamente sono 630 pagine con oltre 800 note di dottrina e giurisprudenza

Un libro scritto in maniera chiara e comprensibile anche per chi non ha una formazione giuridica e che spiega in maniera diffusa tutta la materia.

Molta attenzione è posta alla gestione delle risorse finanziarie, umane, strumentali e informatiche, ma anche sono trattate diffusamente anche tutte le altre funzioni come quelle dell’informazione e della partecipazione, princìpi rigorosamente dettati dalle norme e che troppo spesso non trovano riflesso nemmeno per sbaglio nell’operare concreto.

Viene sottolineata l’importanza degli organi di indirizzo (es. Sindaci, Conferenza locale sociale e sanitaria per le aziende sanitarie locali, ecc.) ma anche il ruolo dei cittadini proclamato da tutti, ma scarsamente rispettato.

Una occasione molto speciale, sia per il luogo prescelto che per le persone che saranno presenti.

Una occasione molto speciale, sia per il luogo prescelto che per le persone che saranno presenti.

Un volume che può essere utile per chi deve studiare, per chi vuole prepararsi per un concorso, ma anche per chi già lavora e vuole aggiornarsi anche per difendere i propri diritti, oltre che per avvocati che devono rappresentare qualche paziente o dipendente.

PUBBLICATA SULLA G.U. LA DELIBERA 21 APRILE 2022 DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI CON CUI SONO STATI APPROVATI MODELLI E STANDARD PER LO SVILUPPO DELL’ASSISTENZA TERRITORIALE

La Gazzetta ufficiale n. 102 del 3 maggio pubblica il testo della delibera assunta dal Consiglio dei Ministri in data 21 aprile sostitutiva dell’intesa della Conferenza Stato-regioni, relativa allo schema di decreto del Ministro della salute, concernente il regolamento recante «Modelli e standard per lo sviluppo dell’assistenza territoriale nel Servizio Sanitario Nazionale».

Com’è noto in sede di Conferenza Stato-regioni, nonostante le molte riunioni sull’argomento non era stata raggiunta la necessaria intesa per cui il Governo, preso atto, pertanto, che la tutela della salute è una materia di legislazione concorrente nell’ambito della quale la determinazione dei principi fondamentali spetta allo Stato e in particolare la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni di cui all’art. 117, comma 2, lettera m), nonché l’eventuale esercizio del potere sostitutivo (art. 120, comma 2).

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PNRR SANITA’- DIALOGO APERTO TRA COMUNI E RETE DI ASSISTENZA PER UNA REALE PROSSIMITÀ E INTEGRAZIONE

Oggi 13 aprile si è tenuta, in diretta streaming una Giornata di riflessione e confronto IFEL, ANCI e Federsanità sulle missioni 5 e 6 del PNRR sul welfare di comunità.

Dal comunicato stampa si apprende quanto segue:

Il PNRR come straordinaria opportunità di rilancio anche della centralità del

L’introduzione della giornata è stata affidata a Pierciro Galeone, direttore IFEL, e Stefano Lorusso (direttore generale dell’Unità di missione per l’attuazione degli interventi del PNRR del Ministero della Salute), con relazioni tecniche di Antonio Fortino e Francesco Enrichens (Agenas) sul tema “La missione 6: il ruolo della sanità e quello dei comuni” e Samantha Palombo (Dipartimento Welfare ANCI) su “La dimensione sociale e sociosanitaria della missione 5”.

Secondo Alessandro Canelli, Presidente Ifel e sindaco di Novara, “la pandemia in questi ultimi due anni ha dimostrato quanto la capacità di fare rete abbia avuto un ruolo determinante nella gestione dell’emergenza. Le amministrazioni comunali e le loro strutture sociali hanno dato prova di una straordinaria capacità di coordinamento e di governance del territorio. Il modello di stretta collaborazione tra i vari livelli istituzionali che sono intervenuti sul territorio è stata la formula vincente per la gestione dei differenti bisogni espressi dai cittadini in un momento che non ha precedenti nella nostra storia. Questo modello va ripetuto con le case di comunità”.

“Il PNRR è un’occasione straordinaria per imprimere un impulso deciso al percorso di potenziamento e qualificazione dell’offerta di servizi, soprattutto al Sud e in generale nelle aree interne del nostro Paese – ha evidenziato Enzo Bianco, Presidente del Consiglio nazionale ANCI. “Dobbiamo superare gli eccessivi divari territoriali che spesso danno luogo alle cosiddette ‘migrazioni sanitarie’ da una Regione all’altra, favorendo ovunque l’accesso ai servizi, garantendo livelli essenziali delle prestazioni sociali e sanitarie omogenei tra i territori”. Bianco ha quindi auspicato una “seria riflessione sulle vigenti attribuzioni di competenze in materia sanitaria e socio-sanitaria, a livello comunitario, nazionale, regionale e comunale”.

“In questa fase di ripartenza dalle fragilità e dalle criticità emerse durante la pandemia – ha aggiunto il vice presidente vicario Anci Roberto Pella – i Comuni assumono, di concerto con tutti gli altri livelli di governo del territorio, un ruolo essenziale per la costruzione delle reti di prossimità. L’universalismo e l’equo accesso ai servizi che il nostro Servizio Sanitario Nazionale deve assicurare per la promozione e la tutela della salute non possono che passare dai territori e dalla centralità del cittadino”, assicurando l’equità e il rispetto dei diritti civili, sociali e sanitari dei cittadini.

“Salute, territorio e rapporto con il PNRR è un tema di grandissima attualità. E’ un’agenda politicamente trasversale perchè la lettura dei bisogni non ha colore politico”, ha precisato Luca Vecchi, Delegato al Welfare ANCI e Sindaco di Reggio Emilia. “La pandemia ci dice che siamo nel pieno di un’emergenza che attraversa covid ma arriva fino all’Ucraina, con il tema dell’accoglienza e dei problemi energetici ed economici. Per la prima volta temi internazionali diventano locali e cambiano la vita dei cittadini portando i sindaci a ripensare il sistema socio-sanitario e il ruolo della medicina territoriale nelle comunità. La riforma attuale è di portata epocale”.

“Come tutto il PNNR, anche le Missioni M5 e M6 sono composte di ‘azioni’ e di ‘riforme’. E’ il loro insieme che compone il Piano ha sottolineato Tiziana Frittelli Presidente di Federsanità e Direttore generale dell’Ospedale San Giovanni Addolorata di Roma – e una parte tiene l’altra. Per M5 abbiamo progettazioni nelle materie della non autosufficienza, disabilità e grave marginalità, unite a interventi legislativi per la non autosufficienza e la disabilità. Per M6 abbiamo progettazioni su Case e Ospedali della Comunità, COT, Assistenza domiciliare, unite al decreto legislativo sui nuovi assetti della sanità territoriale. Oltre le risorse, quindi, il PNNR reca un impulso alla riforma che forse in ambito sanitario e assistenziale è più rilevante delle stesse risorse. In termini prettamente sanitari, credo che il centro di questa azione possa essere definito come la creazione del sistema di assistenza esterno dall’ospedale. Non si tratta solo di sanità”.

Da questa giornata i Sindaci delle nostre città potranno trarre utilissimi strumenti di riflessione valutare lo stato dei servizi e per fornire indirizzi adeguati ai direttori generali delle aziende sanitarie locali sull’attuazione delle missioni 5 e 6 del PNRR con particolare riguardo alla riorganizzazione dell’assistenza territoriale.

APPROVATO IN VIA DEFINITIVA DAL SENATO IL BILANCIO DI PREVISIONE DELLO STATO PER L’ESERCIZIO FINANZIARIO 2021 E IL BILANCIO PLURIENNALE PER IL TRIENNIO 2021-2023.

Palazzo Madama – Sala Buvette.

Nella seduta di mercoledì 30 dicembre 2020, dopo aver rinnovato la fiducia al Governo approvando l’articolo 1 con 156 voti favorevoli e 124 contrari, l’Assemblea ha licenziato definitivamente il disegno di legge n. 2054 : Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2021 e bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023, con 153 sì, 118 no e un’astensione.

Moltissime sono le disposizioni che riguardano la sanità.

Qui è possibile scaricare il Dossier predisposto dal Servizio Bilancio del Senato.

OMS IL RAPPORTO GLOBALE SULLA TUBERCOLOSI 2019

L’OMS ha pubblicato il nuovo rapporto sull’andamento della tubercolosi nel mondo.

La tubercolosi rimane una delle prime 10 cause di morte nel mondo. Milioni di persone continuano a ammalarsi di tubercolosi ogni anno. Il Global TB Report 2019 fornisce una valutazione completa e aggiornata dell’epidemia di TB e dei progressi nella risposta, a livello globale, regionale e nazionale. Presenta dati sulle tendenze delle malattie e sulla risposta all’epidemia in 202 paesi e territori.

Il rapporto globale include le tendenze nell’incidenza e mortalità della tubercolosi, dati sul rilevamento dei casi e sui risultati del trattamento per la tubercolosi, tubercolosi multiresistente (MDR-TB), tubercolosi / HIV, prevenzione della tubercolosi, copertura sanitaria universale e finanziamento. Presenta i progressi verso gli obiettivi fissati alla prima riunione ad alto livello dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite sulla tubercolosi nel 2018, che ha riunito i capi di stato, nonché gli obiettivi della strategia per la fine della tubercolosi dell’OMS e gli obiettivi di sviluppo sostenibile.

In Italia lo scorso anno sono stati registrati 3.900 casi per cui occorre ancora prestare attenzione.

 Le interruzioni dei servizi causate dalla pandemia COVID-19 hanno portato a ulteriori battute d’arresto. In molti paesi, le risorse umane, finanziarie e di altro tipo sono state riallocate dalla TB alla risposta COVID-19. Anche i sistemi di raccolta dati e reporting sono stati influenzati negativamente.

Secondo il nuovo rapporto, i dati raccolti da oltre 200 paesi hanno mostrato riduzioni significative nelle notifiche di casi di tubercolosi, con cali del 25-30% segnalati in 3 paesi ad alto carico – India, Indonesia, Filippine – tra gennaio e giugno 2020 rispetto allo stesso Periodo di 6 mesi nel 2019. Secondo il modello dell’OMS, queste riduzioni delle notifiche dei casi potrebbero portare a un drammatico aumento dei decessi aggiuntivi per TBC.

Tuttavia, in linea con la guida dell’OMS, i paesi hanno adottato misure per mitigare l’impatto del COVID-19 sui servizi essenziali per la tubercolosi, anche rafforzando il controllo delle infezioni. Un totale di 108 paesi, inclusi 21 paesi con un elevato carico di TB, ha ampliato l’uso delle tecnologie digitali per fornire consulenza e supporto a distanza. Per ridurre la necessità di visite alle strutture sanitarie, molti paesi stanno incoraggiando il trattamento domiciliare, trattamenti per via orale per le persone con TB resistente ai farmaci, la fornitura di trattamenti preventivi per la TB e assicurando che le persone con TB mantengano un adeguato approvvigionamento di farmaci.

“Di fronte alla pandemia, i paesi, la società civile e altri partner hanno unito le forze per garantire che i servizi essenziali sia per la tubercolosi che per il COVID-19 siano mantenuti per coloro che ne hanno bisogno”, ha affermato la dott.ssa Tereza Kaseva, direttore del programma globale per la tubercolosi dell’OMS. “Questi sforzi sono vitali per rafforzare i sistemi sanitari, garantire la salute a tutti e salvare vite umane”.

Un recente rapporto sui progressi del Segretario generale delle Nazioni Unite delinea 10 azioni prioritarie per gli Stati membri e altre parti interessate per colmare le lacune nella cura, nel finanziamento e nella ricerca per la tubercolosi, nonché per promuovere l’azione multisettoriale e la responsabilità, anche nel contesto della pandemia COVID-19.

BRUCIANO I TAGLI AI LIVELLI ESSENZIALI DI ASSISTENZA EFFETTUATI IN ALCUNE REGIONI IN PIANO DI RIENTRO

Nicolas Poussin, La peste di Azoth , 1630-1631

I comma 169-199 dell’art. 1 della legge 311/2004 prevede che le regioni che si trovino in una situazione di grave disavanzo per la parte relativa alla gestione sanitaria, con particolare riguardo alle ipotesi indicate ai commi 174 e 176, anche avvalendosi del supporto tecnico dell’Agenzia per i servizi sanitari regionali, debbano procedere ad una ricognizione delle cause e ad elaborare un programma operativo di riorganizzazione, di riqualificazione o di potenziamento del Servizio sanitario regionale, di durata non superiore al triennio.

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IL SSN COME MOTORE DI SVILUPPO PER LA RIPRESA DEL PAESE

La proposta dell’Eurogruppo di consentire agli Stati membri di accedere a un finanziamento per coprire le spese dirette ed indirette dovute alla pandemia pari al 2% del PIL alla fine del 2019, corrispondente a circa 37 miliari di euro per l’Italia, da restituirsi in dieci anni con il costo una tantum di 0,25% e un costo annuale di 0,005% e senza alcuna condizione appare una offerta alla quale non si può dire di no nell’interesse del SSN e dello stesso sistema Paese.

Si tratta di una opportunità irripetibile che offre un vantaggio diretto rappresentato dalla possibilità di rifinanziare in primo luogo l’art. 20 della legge 67/1988 (quello degli investimenti per l’edilizia ospedaliera e le apparecchiature) permettendo in primo luogo di recuperare gli antichi ospedali dismessi, testimoni della sanità italiana e di recuperarli per i servizi territoriali e per le cure intermedie;per completare i tanti ospedali in giro per l’Italia per destinarli a Residenze Sanitarie assistenziali pubbliche e ad attività di riabilitazione (motoria, respiratoria, cardiologica, ecc. oggi sottodimensionati); per acquistare le apparecchiature mancanti per abbattere le liste di attesa; per realizzare i reparti per le malattie infettive mancanti nelle province o per mettere a norma quelli esistenti, per creare più letti per gli acuti e in particolare per le terapie intensive; per fare le manutenzioni non fatte in tanti anni; per acquistare gli impianti per re-internalizzare i servizi di cucina, lavanderia, ecc.; per realizzare una prevenzione veramente efficiente, per attuare un servizio di emergenza sanitaria integrato pubblico, per realizzare le Case della Salute ancora mancanti, per implementare i servizi territoriali in molte parti ancora inesistenti o affidati ai privati; per digitalizzare realmente una volta per tutte tutti i dati ponendo fine alla cronica annuncite di qualche assessore e far funzionare la Cartella clinica digitale, il Fascicolo Sanitario Elettronico; dare ai cronici in comodato dei device che consentano al personale dei Distretti di seguire costantemente il loro stato di salute dando loro la consapevolezza di essere seguiti, ecc.

Grazie a questi investimenti il SSN potrà tornare ad essere un motore di sviluppo per il Paese, incrementando l’occupazione (al 31 dicembre 2017 secondo i dati del Ministero della salute il numero totale si era ridotto a 603.35 unità), ma potrà anche agevolare la nascita e lo sviluppo di industrie sanitarie (farmaci, apparecchiature, dispositivi medici) che crescendo potranno anche contribuire ad aumentare l’esportazione portando in positivo la bilancia dei pagamenti di questo settore.

Comunque l’industria sanitaria ha complessivamente una produzione del valore di € 42,9 miliardi, un settore di importanza strategica, secondo solo a quello alimentare, dando lavoro a circa 66.500 unità (dati tratti dal 15° Rapporto sanità del CREA di Tor Vergata).

Ma il risultato più importante sarà quello di migliorare la salute e la qualità della vita delle persone.

LA NUOVA EDIZIONE DI “SALUTE UGUALE PER TUTTI: …NOI CREDEVAMO…”

La nuova edizione del mio saggio è stata resa necessaria dall’emergenza sanitaria dell’epidemia che ha riportato l’attenzione sul SSN e sulle modalità del suo funzionamento.

Uno dei primi capitoli del volume è dedicato al SSN come motore di sviluppo e di democrazia.

Per troppi anni la maggioranza dei nostri rappresentanti politici ha visto nel Servizio sanitario nazionale solamente una fonte di costi elevata senza rendersi conto che grazie al SSN si è sviluppato un sistema che in Italia occupa direttamente 1.158.321[1] unità di personale sanitario, ai quali dobbiamo aggiungere quello amministrativo e quello dell’indotto (servizi sanitari, servizi ospedalieri e residenziali, commercio ecc.) per un totale di 2,4 milioni pari al 10% della forza lavoro del Paese.

La “filiera della salute” include i settori che producono, fanno ricerca, commercializzano e offrono servizi di natura sanitaria[2] ed è composta sia dalla parte pubblica, sia dalla parte privata che è prevalentemente dedita alla manifattura industria farmaceutica, dispositivi e tecnologie medicali), il commercio e i servizi.

Un sistema che ha anche favorito la crescita in Italia di una industria medicale che rappresenta uno dei principali motori di sviluppo del Paese[3] con una produzione pari a € 42,9 miliardi che rappresenta il 12,4% di quella realizzata a livello europeo.

Il saldo commerciale peraltro è negativo per € 0,5 mld mentre è positivo se si esamina il solo il settore farmaceutico.

Molto fiorente anche la produzione di dispositivi medici italiani che rappresentano il 10,0% di questo mercato in continua espansione.

Il saldo della bilancia dei pagamenti nel settore dei dispositivi medici, sempre nel 2017, pur essendo anch’esso negativo è in diminuzione ed è pari a € 1,9 miliardi.

Da non sottovalutare anche l’apporto delle ICT che stanno contribuendo notevolmente allo sviluppo del SSN.

Per quanto riguarda la diagnostica in vitro siano al 16,0% della produzione europea preceduti solo da Germania e Francia.

In sostanza la “filiera della salute” contribuisce in maniera notevole alla formazione della ricchezza nazionale producendo un elevato volume di reddito, assorbendo una quota rilevante di personale altamente qualificato ed investendo notevoli risorse nella ricerca e nell’innovazione.

Se guardiamo indietro, in questi quaranta anni l’assistenza sanitaria è cambiata in maniera notevole.

Il SSN in questi anni, nonostante i molti problemi, ha garantito:
-Maggiore sicurezza dal punto di vista sanitario;
-Benessere diffuso, con eliminazione del divario tra salute e benessere;
-Maggiore equità rispetto al passato, anche se permangono numerose disuguaglianze che rappresentano un fattore di malessere sociale da sradicare;
-Prevenzione delle malattie, che in precedenza era molto limitata.

Mentre un tempo le persone venivano ricoverate in ospedale quando non c’era più nulla da fare, per morire, oggi le persone si recano serene in ospedale per essere guarite e per poter tornare ad una vita normale insieme ai loro cari.

Peraltro, anche a causa delle mutate condizioni sociali e della situazione economica non favorevole si assiste ad una caduta di valori come la solidarietà sociale e ad una forte contrazione del welfare state.

Dopo l’epidemia sarà opportuno investire sul SSN per favorire la ripresa e per contribuire ad eliminare le profonde disuguaglianze che si sono create nel nostro Paese e per eliminare il forte disagio sociale causato dalla crisi economica dovuta al coronavirus.

Al link seguente è possibile leggere ed eventualmente acquistare sia la copia cartacea che quella in ebook:

https://ilmiolibro.kataweb.it/libro/saggistica/512667/salute-uguale-per-tutti-2/


[1]Dati ISTAT al 2017 che comprendono anche i medici di medicina generale

[2]Confindustria Rapporto annuale Filiera della salute

[3]D.D’ANGELA, C.CARRIERI, Industria sanitaria: evoluzione e prospettive, in 15° Rapporto del CREA Sanità

IL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE MATTARELLA IN OCCASIONE DEL 70° ANNIVERSARIO DELLA GIORNATA MONDIALE DELLA SALUTE

«La Giornata Mondiale della Salute ricorre quest’anno mentre l’intero pianeta è chiamato ad affrontare una pericolosa pandemia, causata da un virus ancora per molti aspetti sconosciuto e assai temibile soprattutto per la popolazione più anziana e le persone deboli, già affette da pregresse patologie.

Tanti lutti e sofferenze hanno reso ancor più evidente il valore della salute, componente essenziale del diritto alla vita, presidio da preservare e rafforzare nella solidarietà tra i popoli, gli Stati, i continenti. E’ proprio la valenza universale del diritto alla salute che ci chiama a un impegno, a una corresponsabilità di carattere globale, mettendo da parte egoismi nazionali e privilegi di sorta al fine di dare alla cooperazione mondiale un impulso di grande forza per ciò che riguarda le cure, la ricerca, lo scambio di informazioni, la fornitura di strumenti capaci di salvare vite umane.

L’umanità ha le risorse per debellare questo nuovo virus, come le ha per contrastare malattie e disagi particolarmente diffusi nelle aree più povere e dove l’ambiente ha subito danni maggiori. L’impegno solidale per la salute può diventare così un vettore di pace e amicizia, capace di influenzare positivamente le relazioni tra i Paesi.

Questa giornata, la settantesima, è dedicata agli infermieri e alle ostetriche. Le vicende drammatiche di questi giorni hanno mostrato di quanta generosità, professionalità, dedizione sono capaci gli operatori sanitari. Il nostro pensiero grato e riconoscente va alle infermiere e agli infermieri in prima linea, e con loro a tutti i medici degli ospedali e dei servizi territoriali, agli assistenti, ai ricercatori, a quanti operano nei servizi ausiliari: li abbiamo visti lavorare fino allo stremo delle forze per salvare vite umane e molti di loro hanno pagato con la vita il servizio prestato ai malati.

I Servizi Sanitari Nazionali costituiscono capisaldi essenziali delle comunità. La qualità della vita e gli stessi diritti fondamentali della persona sono strettamente legati alle capacità e all’universalità del servizio alla salute. Ma le strutture da sole non basterebbero senza l’umanità e la responsabilità di chi vi opera: per questo il ringraziamento di oggi deve tradursi in un sostegno lungimirante e duraturo da parte delle nostre comunità».

LA DICHIARAZIONE DI MARSIGLIA DELLA COMUNITA’ DI SANITA’ PUBBLICA A FAVORE DEI MIGRANTI

Dal 20 al 23 novembre 2019 si è tenuta a Marsiglia la 12sima edizione della European Public Health Conference (EUPHA).

Molto spazio è stato dedicato dal portale dell’epidemiologia per la sanità pubblica EPICENTRO dell’Istituto Superiore della Sanità a questo evento così importante.

Da quanto si apprende dal predetto portale durante la Conferenza intitolata “Costruire ponti per la solidarietà nella salute pubblica”, l’EUPHA, la Société Française de Santé Publique e gli altri partecipanti hanno presentato una Dichiarazione (Marseille Statement) in cui si esortano tutti i governi a onorare gli impegni assunti nel perseguimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals, SDGs) e, in particolare, a sostenere l’impegno di garantire una vita sana e la promozione del benessere per tutti (correlato all’obiettivo 3, ma anche a molti altri obiettivi).

Nella Dichiarazione sono stati evidenziati due punti fondamentali di solidarietà nella salute pubblica:

  • non lasciare nessuno indietro, garantendo che i migranti non vengano trascurati nelle politiche sulla salute e le loro esigenze siano pienamente accolte nei sistemi sanitari
  • tradurre la conoscenza, promuovendo politiche sanitarie basate sull’evidenza, prendendo in considerazione le differenze culturali e linguistiche.

La Dichiarazione di Marsiglia ha rappresentato un momento importante per la comunità della salute pubblica per rinnovare il proprio impegno nel sostenere i valori e i principi definiti nei quadri internazionali sull’assistenza primaria (Alma Ata Declaration del 1978), sulla promozione della salute (Ottawa charter del 1986) e sul rafforzamento dei sistemi sanitari (Tallin Charter del 2008). Tre gli impegni specifici assunti:

  • sostenere le politiche migratorie
  • essere determinati sul valore della solidarietà attraverso l’approccio sanitario per tutte le politiche
  • sollecitare un’azione per combattere le disuguaglianze nella salute.

In base alle conclusioni cui si è pervenuti in occasione della Conferenza di Marsiglia la salute dovrebbe essere inclusa nell’ambito delle politiche migratorie.

https://eupha.org/repository/advocacy/Marseille_statement_2019/Marseille_statement_-_Building_bridges_for_solidarity_in_public_health_November_2019.pdf

In Italia, dopo un primo periodo in cui si è intervenuti per fronteggiare le patologie da cui erano affetti tradizionalmente i migranti che sbarcavano sul nostro territorio, ora che moltissimi di loro sono integrati e lavorano a fianco degli italiani, si comincia a pensare alla scarsa informazione che viene loro data sul loro diritto alla salute, alle difficoltà di accesso alle cure, alla scarsa prevenzione degli infortuni sul lavoro, alle nuove patologie da cui sono affetti.