Il CENSIS ha presentato il 2 dicembre a Roma il 56° Rapporto sulla situazione sociale del Paese. Per quanto riguarda la sanità il 61,0% degli italiani sarebbe del parere che nei prossimi anni il Servizio sanitario migliorerà anche grazie alle lezioni apprese durante la pandemia. Tra le cose di cui nei prossimi cinque anni ha bisogno, il 50,9% dei cittadini indica l’aumento del numero di medici di medicina generale, il 46,7% la modernizzazione di tecnologie e attrezzature diagnostiche per accertamenti, il 45,3% l’attivazione o il potenziamento dei servizi sul territorio, come le Case della salute, il 39,6% più posti letto negli ospedali, il 34,0% l’attivazione dell’assistenza domiciliare digitale (teleconsulto, teleassistenza). Inoltre, per il 93,7% degli italiani la spesa pubblica per la ricerca in salute e sanità è un investimento, non un costo.
Il Rapporto annuale sull’attività di ricovero ospedaliero (Rapporto SDO) del Ministero della salute è basato sull’analisi dei contenuti del flusso nazionale della Scheda di Dimissione Ospedaliera (SDO), la cui attendibilità e completezza informativa – legate prevalentemente alla sua valenza sotto il profilo gestionale – lo rendono unico nel panorama dei flussi del Nuovo Sistema Informativo Sanitario (NSIS). La pubblicazione del Rapporto SDO rappresenta uno strumento di analisi in grado di fornire elementi utili per leggere e interpretare in chiave sia epidemiologica che gestionale i principali fenomeni sanitari nazionali che prevedono il ricorso al ricovero ospedaliero, consentendo anche confronti a livello nazionale.
Sulla Gazzetta Ufficiale del 9 agosto è stato pubblicato il decreto legge 115 in pari data che all’art. 18 reca misure urgenti per accelerare le procedure di ripiano per il superamento del tetto di spesa per i dispositivi medici e i prodotti farmaceutici stabilendo quanto segue.
Il Senato della Repubblica il 6 luglio, nel corso della 449ma seduta pubblica ha approvato un Ordine del giorno dei senatori Binetti ed altri con il quale , partendo dagli obiettivi dell’Europe’s beating cancer plan che identifica 10 iniziative faro e le relative azioni concrete e che prevede un finanziamento di 4 miliardi per gli stati membri prevedendo tempistiche precise per la loro realizzazione, impegnando quindi il Governo:
Sabato 14 alle ore 10, l’Associazione Nuovi Castelli Romani presenta il mio nuovo libro “Il diritto alla salute nel Servizio Sanitario Nazionale” nell’Abbazia di San Nilo di Grottaferrata.
Interverranno l’autore della prefazione il prof. Cesare Pinelli, ordinario di diritto pubblico e il prof. Claudio Letizia, ordinario di medicina interna entrambi dell’Università “Sapienza” di Roma; il Sindaco del Comune di Frascati Francesca Sbardella, il Sindaco del Comune di Nemi Alberto Bertucci, il Sindaco del comune di Castel Gandolfo Milvia Monachesi e il direttore sanitario dell’azienda USL Roma 6 dott. Roberto Corsi.
Saranno presenti: mons. Paolo Ricciardi, vescovo ausiliare di Roma; il sen. Bruno Astorre, Francesco Pittoni, Vice Presidente Vicario dell’UNAR; Francesco De Feo, Egumeno del Monastero Esarchico di Santa Maria di Grottaferrata e il dott. Ettore Pompili, Presidente onorario dell’Associazione NCR.
Il libro è diviso in sei parti: 1) Il processo della riforma 2) L’assistenza sanitaria 3) Organizzazione centrale del SSN 4) Organizzazione regionale del SSR 5) Strutture operative e loro funzioni 6) Diritti e responsabilità delle persone
Complessivamente sono 630 pagine con oltre 800 note di dottrina e giurisprudenza
Un libro scritto in maniera chiara e comprensibile anche per chi non ha una formazione giuridica e che spiega in maniera diffusa tutta la materia.
Molta attenzione è posta alla gestione delle risorse finanziarie, umane, strumentali e informatiche, ma anche sono trattate diffusamente anche tutte le altre funzioni come quelle dell’informazione e della partecipazione, princìpi rigorosamente dettati dalle norme e che troppo spesso non trovano riflesso nemmeno per sbaglio nell’operare concreto.
Viene sottolineata l’importanza degli organi di indirizzo (es. Sindaci, Conferenza locale sociale e sanitaria per le aziende sanitarie locali, ecc.) ma anche il ruolo dei cittadini proclamato da tutti, ma scarsamente rispettato.
Una occasione molto speciale, sia per il luogo prescelto che per le persone che saranno presenti.
Una occasione molto speciale, sia per il luogo prescelto che per le persone che saranno presenti.
Un volume che può essere utile per chi deve studiare, per chi vuole prepararsi per un concorso, ma anche per chi già lavora e vuole aggiornarsi anche per difendere i propri diritti, oltre che per avvocati che devono rappresentare qualche paziente o dipendente.
Oggi 13 aprile si è tenuta, in diretta streaming una Giornata di riflessione e confronto IFEL, ANCI e Federsanità sulle missioni 5 e 6 del PNRR sul welfare di comunità.
Dal comunicato stampa si apprende quanto segue:
Il PNRR come straordinaria opportunità di rilancio anche della centralità del
L’introduzione della giornata è stata affidata a Pierciro Galeone, direttore IFEL, e Stefano Lorusso (direttore generale dell’Unità di missione per l’attuazione degli interventi del PNRR del Ministero della Salute), con relazioni tecniche di Antonio Fortino e Francesco Enrichens (Agenas) sul tema “La missione 6: il ruolo della sanità e quello dei comuni” e Samantha Palombo (Dipartimento Welfare ANCI) su “La dimensione sociale e sociosanitaria della missione 5”.
Secondo Alessandro Canelli, Presidente Ifel e sindaco di Novara, “la pandemia in questi ultimi due anni ha dimostrato quanto la capacità di fare rete abbia avuto un ruolo determinante nella gestione dell’emergenza. Le amministrazioni comunali e le loro strutture sociali hanno dato prova di una straordinaria capacità di coordinamento e di governance del territorio. Il modello di stretta collaborazione tra i vari livelli istituzionali che sono intervenuti sul territorio è stata la formula vincente per la gestione dei differenti bisogni espressi dai cittadini in un momento che non ha precedenti nella nostra storia. Questo modello va ripetuto con le case di comunità”.
“Il PNRR è un’occasione straordinaria per imprimere un impulso deciso al percorso di potenziamento e qualificazione dell’offerta di servizi, soprattutto al Sud e in generale nelle aree interne del nostro Paese – ha evidenziato Enzo Bianco, Presidente del Consiglio nazionale ANCI. “Dobbiamo superare gli eccessivi divari territoriali che spesso danno luogo alle cosiddette ‘migrazioni sanitarie’ da una Regione all’altra, favorendo ovunque l’accesso ai servizi, garantendo livelli essenziali delle prestazioni sociali e sanitarie omogenei tra i territori”. Bianco ha quindi auspicato una “seria riflessione sulle vigenti attribuzioni di competenze in materia sanitaria e socio-sanitaria, a livello comunitario, nazionale, regionale e comunale”.
“In questa fase di ripartenza dalle fragilità e dalle criticità emerse durante la pandemia – ha aggiunto il vice presidente vicario AnciRoberto Pella – i Comuni assumono, di concerto con tutti gli altri livelli di governo del territorio, un ruolo essenziale per la costruzione delle reti di prossimità. L’universalismo e l’equo accesso ai servizi che il nostro Servizio Sanitario Nazionale deve assicurare per la promozione e la tutela della salute non possono che passare dai territori e dalla centralità del cittadino”, assicurando l’equità e il rispetto dei diritti civili, sociali e sanitari dei cittadini.
“Salute, territorio e rapporto con il PNRR è un tema di grandissima attualità. E’ un’agenda politicamente trasversale perchè la lettura dei bisogni non ha colore politico”, ha precisato Luca Vecchi, Delegato al Welfare ANCI e Sindaco di Reggio Emilia. “La pandemia ci dice che siamo nel pieno di un’emergenza che attraversa covid ma arriva fino all’Ucraina, con il tema dell’accoglienza e dei problemi energetici ed economici. Per la prima volta temi internazionali diventano locali e cambiano la vita dei cittadini portando i sindaci a ripensare il sistema socio-sanitario e il ruolo della medicina territoriale nelle comunità. La riforma attuale è di portata epocale”.
“Come tutto il PNNR, anche le Missioni M5 e M6 sono composte di ‘azioni’ e di ‘riforme’. E’ il loro insieme che compone il Piano – ha sottolineato Tiziana FrittelliPresidente di Federsanità e Direttore generale dell’Ospedale San Giovanni Addolorata di Roma – e una parte tiene l’altra. Per M5 abbiamo progettazioni nelle materie della non autosufficienza, disabilità e grave marginalità, unite a interventi legislativi per la non autosufficienza e la disabilità. Per M6 abbiamo progettazioni su Case e Ospedali della Comunità, COT, Assistenza domiciliare, unite al decreto legislativo sui nuovi assetti della sanità territoriale. Oltre le risorse, quindi, il PNNR reca un impulso alla riforma che forse in ambito sanitario e assistenziale è più rilevante delle stesse risorse. In termini prettamente sanitari, credo che il centro di questa azione possa essere definito come la creazione del sistema di assistenza esterno dall’ospedale. Non si tratta solo di sanità”.
Da questa giornata i Sindaci delle nostre città potranno trarre utilissimi strumenti di riflessione valutare lo stato dei servizi e per fornire indirizzi adeguati ai direttori generali delle aziende sanitarie locali sull’attuazione delle missioni 5 e 6 del PNRR con particolare riguardo alla riorganizzazione dell’assistenza territoriale.
Il 13 dicembre l’OECD-OCS ha pubblicato il profilo della sanitò 2021 dell’Italia.
Da quanto si legge nel rapporto l’aspettativa di vita in Italia è tra le più alte in Europa, ma nel 2020 si è abbassata, almeno temporaneamente, a causa dei decessi dovuti al COVID-19. Tuttavia anche prima della pandemia, in particolare dal 2010, era stato registrato un rallentamento considerevole della crescita dell’aspettativa di vita rispetto ai decenni precedenti, in parte dovuto a tassi di mortalità più elevati per malattie respiratorie tra gli anziani.
Il giorno 29 ottobre si è tenuto nella splendida Sala della Ragione del Comune di Anagni il convegno organizzato dalla Fondazione Antonio Biondi su “Il diritto alla salute in provincia di Frosinone, accessibilità dei servizi, dinamica della domanda e prestazioni erogate.
La mia relazione ha avuto come oggetto la sanità nelle aree interne e le problematiche create dall’area industriale nel Distretto di Anagni e Alatri che riguardano l’accessibilità dei servizi e il sistema di emergenza sanitaria territoriale in un’area caratterizzata da una orografia complessa e da una viabilità in gran parte inadeguata, ma anche la necessità di maggiori controlli sulle attività economiche attesa la presenza di un diffuso inquinamento dell’aria, delle acque e del suolo che ha portato alla contaminazione degli animali da allevamento e che ha come conseguenza anche un aumento di numerose malattie.
Molta attenzione è stata dedicata al tema delle diseguaglianze rispetto alle risorse assegnate alle aziende sanitarie della Capitale e alle conseguenti difformità dei Livelli Essenziali di Assistenza.
Da un Comunicato dei Carabinieri dei NAS si apprende che nel Centro Italia, negli ultimi giorni sono state svolte verifiche e accertamenti sulla ristorazione collettiva presso le mense delle strutture ospedaliere ricadenti nei rispettivi territori.
Come si sa la quasi totalità delle mense e della ristorazione ospedaliera è stata affidata da alcune decine di anni a ditte esterne.
I controlli dei militari si sono concentrati sul rispetto dei requisiti:
igienico – sanitari e strutturali dei locali di preparazione dei pasti (in riferimento a locali di lavorazione e cottura, laboratori, depositi alimenti, celle/armadi frigoriferi, locali di somministrazione, servizi igienici, spogliatoi);
sulla correttezza della gestione/conservazione degli alimenti e delle procedure di sicurezza alimentare, in relazione anche alla loro tracciabilità e agli aspetti connessi all’etichettatura;
di legittimità dell’affidamento in gestione del servizio alla ditta erogatrice e la relativa rispondenza dei menù alla tipologia degli alimenti somministrati;
sulla regolare posizione di impiego delle maestranze (possesso della documentazione attestante la frequenza di corsi specifici di formazione e idoneità dell’abbigliamento da lavoro previsto);
previsti dalle misure di contenimento alla diffusione pandemica da covid-19.
Sono stati impiegati oltre 300 militari dei 12 Nuclei Antisofisticazioni e Sanità coinvolti e ispezionate 119 mense ospedaliere. Complessivamente, i militari hanno rilevato carenze igienico-sanitarie e strutturali presso 43 siti, riscontrando in particolare:
in 2 casi – precisamente nella Capitale e a Piacenza – gravi non conformità che determinavano l’adozione da parte delle Asl competenti del provvedimento di sospensione temporanea delle attività di confezionamento e sporzionamento dei pasti (successivamente assicurate da altro punto cottura autorizzato);
in altro presidio romano, l’omessa revisione dei dispositivi antincendio, con il deferimento in stato di libertà alla locale Procura della Repubblica del rappresentante legale della ditta appaltatrice;
a Oristano, presso un centro cottura autorizzato alla preparazione e distribuzione dei pasti in favore delle locali strutture ospedaliere, la presenza di 50 kg di prodotti carnei con decorsa data di scadenza, sottoposti a sequestro amministrativo.
Gli operanti hanno contestato 18 sanzioni amministrative per un importo totale di oltre 18.000 euro, notiziando le competenti Autorità amministrative.
L’operato dei Carabinieri NAS è sempre encomiabile, ma oltre ai rilievi accertati, deve essere evidenziato che c’è stata una evidente omissione di controlli da parte delle aziende sanitarie interessate sull’attività delle ditte cui è stato esternalizzato il servizio.
Con la sentenza del 7 aprile 2021, n. 2802 il Consiglio di Stato, Sezione III ha accolto il ricorso della sig.ra Maria Olivia Salviati, discendente del Cardinale Antonio Maria Salviati, autore nel ‘500 della donazione dell’ospedale San Giacomo alla città di Roma, avverso il Decreto del Commissario ad acta n. U0008 del 2008 con cui era stato approvato il piano di rientro dai disavanzi della sanità del Lazio, disponendo, tra l’altro, la cessazione dell’attività sanitaria presso il presidio ospedaliero San Giacomo entro il 31 agosto 2008.