
Il XVII Rapporto Meriano Sanità della Ambrosetti, dopo aver disegnato un quadro di incertezze e di instabilità in cui si troverà il nuovo Governo, anche a causa della prevista riduzione del PIL e del quadro macroeconomico generale ha affrontato il problema della carenza delle risorse per il Servizio Sanitario Nazionale:
“La sanità pubblica non sarà sostenibile se non ci saranno interventi di correzione rispetto alle attuali dinamiche socio sanitarie”.
Purtroppo la Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza approvato dal Consiglio dei Ministri prevede per i prossimi anni una progressiva riduzione del finanziamento pubblico del Fondo Sanitario Nazionale.
Questo è il grafico della Ambrosetti:

La spesa prevista per dalla NADEF per il 2022 in 124.061 mln (pari al 6,7% del PIL) mentre per i prossimi anni è per il 2023 di € 131.724 mln (pari al 6,7% del PIL), per il 2024 di € 128.708 mln (pari al 6,2% del PIL) e per il 2025 di di € 129.428 mln (pari al 6,1% del PIL).
Ma se cala il PIL sarà difficile mantenere anche queste cifre,
Con queste riduzioni non sarà possibile affrontare la riforma dell’assistenza territoriale comprendo tuti posti previsti.
Nel rapporto Meridiano Sanità 2022, si evidenzia che nel 2021, l’incidenza della spesa sanitaria sul Pil continua ad essere ampiamente inferiore ai principali Paesi europei (7,2% dell’Italia vs. l’11% della Germania e il 10,3% della Francia), così come la spesa sanitaria pubblica pro capite a parità di potere d’acquisto (2.580 euro dell’Italia vs. 5.370 euro della Germania e 3.916 euro della Francia).
Appare evidente come si debba intervenire per modificare i criteri di finanziamento del SSN assicurando sicurezza per l’avvenire e non lasciando all’alea delle leggi di bilancio annuale la determinazione del rapporto con il PIL