
La Relazione del CNEL sui livelli e la qualità dei servizi offerti dalle Pubbliche amministrazioni centrali e locali alle imprese e ai cittadini conferma anche questo anno il buon livello qualitativo della sanità italiana rispetto al panorama internazionale per durata della vita e condizioni degli anziani con malattie croniche, efficienza gestionale e investimenti in prevenzione, messo in ombra dalle criticità ormai storiche del debole finanziamento pubblico – sotto la media europea -,del peso significativo e crescente della spesa privata out of pocket a carico dei cittadini, e del non completo rispetto degli obiettivi di equità ed universalismo. I tassi di ospedalizzazione e di posti letto per abitante, come pure la disponibilità di infermieri, si collocano su livelli inferiori a quelli di molti paesi europei. Ed anche le differenze in termini di qualità e quantità dell’offerta di servizi sanitari tra le regioni ed i rispettivi sistemi sanitari, nonché le forme di mancato accesso o di accesso difficoltoso ai servizi per le frange più deboli della popolazione, permangono evidenti.
Secondo il CNEL la pandemia ha prodotto una serie di spunti di riflessione per quanto riguarda il Governo pubblico della salute e della sanità che è possibile riassumere come segue:
1-La salute va promossa e sostenuta attraverso una politica del benessere, della qualità della vita, della coesione comunitaria integrata, in una parola “Salute in tutte le politiche” – casa, città, scuola, lavoro, ambiente, clima – e logica di “One Health”. e questo è particolarmente importante in caso di crisi e per l’efficienza delle cure, della prevenzione e della riabilitazione.
2-Gli obiettivi lanciati dalla Missione 6 del PNRR (Case e Ospedali di Comunità, altre Unità di cure palliative, centrali operative e NEA, Consultori, AD, Dipartimenti di prevenzione) hanno bisogno di personale qualificato in numero sufficiente. Secondo il MEF l’effetto del PNRR sull’occupazione sarà positivo nella misura del 3,2% e secondo progetto Re-Start del gruppo Adecco si avrà un aumento di occupate donne pari a 38.000 unità e di giovani pari a 4.000. Ma i calcoli relativamente alle carenze degli organici ospedalieri ed al fabbisogno di personale infermieristico per le nuove strutture da creare indicano cifre ben più alte. Per non parlare della necessaria formazione per i nuovi assunti, specie quelli da inserire nel nuovo assetto.
3-La complessità del sistema di governance della sanità italiana fa temere che la corretta realizzazione del Piano sia messa in difficoltà dai seguenti fattori: un troppo debole coordinamento tra diverse Missioni all’interno del PNRR, e soprattutto tra progetti e azioni del PNRR ed altri Piani e Programmi, e di riflesso tra fondi e stanziamenti straordinari e fondi ordinari; una attuazione squilibrata
degli obiettivi e delle Missioni tra Regioni e territori; la difficoltà della attuazione di un monitoraggio e di una valutazione di impatto delle azioni intraprese, come peraltro richiesto da NGEU; gli intoppi burocratico-amministrativi che potrebbero frapporti alla attuazione delle misure e degli stanziamenti.
4-L’urgenza degli investimenti previsti non deve far passare in seconda linea la questione di un riordino strategico complessivo della sanità italiana, in particolare per quanto riguarda la sanità territoriale, la medicina di base ed il ruolo dei MMG, ed il coordinamento con i referenti del no profit e della sanità privata.
La relazione integrale si trova al seguente link https://cdcpcnelblg01sa.blob.core.windows.net/documenti/2022/3ce97eba-83e4-4bc5-9399-da7b43d84623/Relazione_Qualit%C3%A0_Servizi_PA_WEB_2021.pdf