
Per fare fronte al fabbisogno di apparecchiature sanitarie finalizzate a garantire l’espletamento delle prestazioni di competenza dei medici di medicina generale nonché dei pediatri di libera scelta, al fine di migliorare il processo di presa in cura dei pazienti nonché di ridurre il fenomeno delle liste d’attesa, con il comma 449 dell’art. 1 della legge 160/2019 è stata autorizzata una spesa pari ad euro 235.834.000 per l’acquisto di apparecchiature da assegnare in comodato ai medici di medicina generale e ai pediatri di libera scelta.
Una proposta di decreto del Ministro della salute attuativo della norma citata prevede che le apparecchiature di diagnostica di primo livello, in coerenza con la riorganizzazione della rete territoriale e dal regolamento per la definizione di standard organizzativi, quantitativi, qualitativi, tecnologici e omogenei per l’assistenza territoriale, di cui all’articolo 1, comma 274, della legge 234 del 2021, vengano assegnate prioritariamente:
– alle Case della Comunità hub;
– alle Case della Comunità spoke;
– agli spoke rappresentati dagli studi dei MMG e PLS;
– alle aggregazioni di medicina di gruppo.
La Conferenza stato regioni ha finalmente raggiunto il 27 luglio l’Intesa, ai sensi dell’articolo 1, comma 449, della legge 27 dicembre 2019, n. 160, tra il Governo, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano sul citato schema di Decreto del Ministro della salute di ripartizione alle Regioni delle risorse, a valere sul programma di cui all’articolo 20 della legge 11 marzo 1988, n. 67, per il fabbisogno di apparecchiature sanitarie di supporto ai medici di medicina generale e pediatri di libera scelta, effettuata sulla base dei parametri stabiliti per l’adozione dei piani regionali e tra breve il decreto sarà pubblicato.
Le regioni per ottenere il finanziamento dovranno presentare al Ministero della salute entro 90 giorni dalla pubblicazione del decreto, un piano pluriennale dei fabbisogni per l’utilizzo anche parziale delle risorse assegnate.
Il piano dei fabbisogni deve contenere:
– gli obiettivi di salute che si intendono perseguire;
– l’elenco delle apparecchiature sanitarie per la diagnostica di primo livello che si intendono acquisire, comprensivo di descrizione della tecnologia, dei costi di acquisto e di installazione;
– una relazione sulle modalità di impiego delle apparecchiature sanitarie e sull’assetto organizzativo che si intende adottare ai fini dell’erogazione delle prestazioni assistenziali, tenendo conto delle diverse forme organizzative in cui operano i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta;
– i tempi di acquisizione e di messa in funzione e collaudo delle apparecchiature sanitarie;
– il piano regionale di formazione per i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta o l’adesione a quello predisposto dall’Istituto Superiore di Sanità;
– un piano di manutenzione, assistenza e aggiornamento, comprensivo anche delle modalità di fornitura e smaltimento dei consumabili necessari per il funzionamento dei dispositivi di proprietà delle aziende sanitarie che si intendono adottare sulle apparecchiature sanitarie
– l’individuazione di specifici indicatori di processo e di risultato attraverso i quali le aziende sanitarie procedono a misurare l’attività svolta, secondo quanto previsto dagli Accordi integrativi regionali e in coerenza con il “Nuovo sistema di garanzia per il monitoraggio dell’assistenza sanitaria”.
I medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta che possono contribuire al raggiungimento degli obiettivi assistenziali individuati dagli Accordi integrativi con propri dispositivi, certificano il proprio contributo alle medesime finalità del presente decreto, secondo le modalità definite nell’ambito degli Accordi integrativi regionali stessi.
Sarà necessario che sin da ora le Aziende segnalino alla loro regione le apparecchiature richieste per ciascuna tipologia e per le varie CdC.
Purtroppo fino ad ora la progettazione delle CdC è avvenuta senza la partecipazione della Comunità per cui sarebbe opportuno che, almeno sulla scelta di servizi da prevedere in ogni CdC (e quindi delle apparecchiature occorrenti) venisse fatto un dèbat public in analogia a quanto previsto dal Codice dei contratti.