L’ORDINE DEL GIORNO DELLA MAGGIORANZA SUL NUOVO PIANO ONCOLOGICO NAZIONALE DEVE SPINGERE LE REGIONI AD ACCELERARE LA REVISIONE DELLE RETI ONCOLOGICHE ADOTTATE TALORA ANCHE SENZA TENERE CONTO DEI DATI EPIDEMIOLOGICI

Il Senato della Repubblica il 6 luglio, nel corso della 449ma seduta pubblica ha approvato un Ordine del giorno dei senatori Binetti ed altri con il quale , partendo dagli obiettivi dell’Europe’s beating cancer plan che identifica 10 iniziative faro e le relative azioni concrete e che prevede un finanziamento di 4 miliardi per gli stati membri prevedendo tempistiche precise per la loro realizzazione, impegnando quindi il Governo:

1) a provvedere in legge di bilancio un adeguato finanziamento per il PON e ad assicurare allo stesso tempo un adeguato stanziamento di organico;
2) ad adottare le misure necessarie alla sostenibilità del sistema nel 2022, e successivi, e della relativa programmazione di cui il Piano oncologico è parte essenziale con sterilizzazione dei disavanzi sanitari regionali Covid 2021 e 2022, riconoscendo alle Regioni flessibilità nell’utilizzo delle risorse in parte corrente e a investimento, ferma la corretta allocazione negli impieghi e negli esiti mediante controlli stringenti sull’effettiva finalizzazione, anche tenuto conto dell’impatto del decreto del Ministro della salute del 23 maggio 2022, n. 77, finanziando il ripianamento straordinario dei maggiori costi sostenuti durante lo stato di emergenza sanitaria per tutto il periodo di attuazione di Missione 6 a
PNRR ovvero valutando l’opportunità di spalmarne i relativi oneri almeno in dieci anni, in linea gli obiettivi di finanza pubblica;
3) a prevedere finanziamenti per le reti oncologiche regionali, applicando le risorse previste per la sanità dal PNRR al settore delle malattie oncologiche;
4) a completare il percorso istitutivo del Registro nazionale tumori e della rete dei registri regionali, assicurando un corretto conferimento dei dati regionali in unico e funzionante database nazionale, anche definendo gli standard di funzionamento dei registri tumori attraverso requisiti organizzativi, tecnologici e strumentali, nonché dei flussi informativi;
5) a formalizzare e valorizzare il ruolo degli IRCCS e dei centri di eccellenza all’interno delle reti oncologiche regionali;
6) a condividere le buone pratiche cliniche e organizzative (PDTA), comprese le esperienze regionali virtuose, per la riduzione delle problematiche di accesso alle prestazioni, dalla riduzione delle liste di attesa alla promozione della continuità assistenziale;
7) a valorizzare il ruolo della prevenzione primaria come strategia principale nella lotta alle patologie oncologiche, anche con riferimento al Piano nazionale della prevenzione 2020-2025 (PNP), coinvolgendo innanzitutto i professionisti sanitari presenti all’interno delle reti territoriali e, in particolare, i medici di medicina generale che, secondo i modelli proposti, rappresentano le figure sanitarie più vicine ai cittadini;
8) a considerare nei programmi di screening i ritardi accumulati e coinvolgere tutta la popolazione prevista per ciascuno di essi;
9) ad investire sulle risorse strutturali e tecnologiche e contestualmente sulle competenze in ambito sanitario (clinical skill), garantendo l’efficienza dei trattamenti e la riduzione del carico di lavoro del personale sanitario impiegato, prevedendo l’adozione di iniziative volte a sostenere lo sviluppo di centri multidisciplinari di alta specialità, nell’ottica di sviluppare nuove innovazioni terapeutiche, tra cui la terapia con radioligandi, attivando strumenti di coordinamento delle attività delle reti oncologiche regionali, al fine di garantire l’equa efficacia del modello su tutto il territorio nazionale;
10) ad estendere i programmi di screening oncologico anche in altri setting (CdC e OdC);
11) ad implementare e diffondere modelli integrati di gestione di percorsi oncologici ed onco-ematologici attraverso piattaforme per l’integrazione dei processi;
12) a riorganizzare attività chirurgica per intensità di cura valorizzando i setting assistenziali a minore assorbimento di risorse;
13) a coinvolgere le strutture private convenzionate nell’erogazione di selezionate prestazioni in ambito oncologico per ridurre le liste di attesa, prevedendo l’utilizzo di piattaforme integrate di condivisioni dei processi e delle attività (agende condivise, dati pazienti, indicatori);
14) a riorganizzare modelli di distribuzione ed erogazione dei trattamenti garantendo facilità di accesso attraverso la logica della prossimità, fornendo le cure nel setting più appropriato, anche tramite la deospedalizzazione dei trattamenti;
15) a valutare la possibilità di estendere le buone prassi di terapie oncologiche da attuare al domicilio o nelle case della comunità, al fine di evitare spostamenti ai pazienti oncologici;
16) a prevedere il coinvolgimento chiave delle associazioni pazienti nel disegno ed efficientamento dei percorsi paziente;
17) ad implementare televista, teleconsulto e telediagnosi favorendo interscambio di informazioni tra ospedale e territorio con piattaforme integrate con i sistemi informatici inseriti in maniera appropriata all’interno del processo assistenziale;
18) a valutare lo sviluppo di nuovi percorsi formativi per l’acquisizione di competenze specialistiche per i nuovi ruoli richiesti dalla riorganizzazione delle reti assistenziali (case manager infermieristico);
19) ad ammodernare tecnologicamente la strumentazione di radioterapia oncologica, velocizzandone l’acquisto da parte delle Regioni ed agevolando l’impiego dell’intelligenza artificiale avanzata (IAA) per incentivare la radioterapia adattiva, la velocizzazione dei trattamenti, la riduzione dell’impatto del trattamento in termini di costi e per il SSN e per la salute del paziente oncologico;
20) a sviluppare processi di valutazione della strumentazione medica attraverso l’applicazione della HTA (health technology assessment);
21) ad istituire molecular tumor board e centri di profilazione genomica incrementando il fondo già esistente per prestazioni NGS (next generation sequencing), al fine di garantire l’accesso a questi test a tutti i pazienti eleggibili, nonché prevedere un’implementazione del predetto fondo tenendo conto del volume potenziale dei pazienti suscettibili di una profilazione mediante NGS;
22) ad istituire una rete che colleghi centri di eccellenza nel contesto nazionale promuovendo l’integrazione di informazioni omogenee con le realtà internazionali;
23) a prevedere altresì l’adozione di una modalità condivisa di registrazione delle informazioni cliniche, in particolare di una cartella unica informatizzata che rappresenta lo strumento ottimale per garantire continuità degli interventi, omogeneità delle prestazioni ed evitare duplicazioni delle procedure rendendo gli strumenti tecnologici «più efficienti e più facili da usare e promuoverne l’accettazione, coinvolgendo sia gli operatori sanitari che i pazienti nelle scelte strategiche e nella progettazione e attuazione»;
24) a intraprendere misure specifiche per contrastare la carenza di personale medico e sanitario dedicato all’ADI (assistenza domiciliare integrata) valorizzando nuovi setting, favorendo la predisposizione da parte delle Regioni di un modello di presa in carico che garantisca ai pazienti un’integrazione di tutte le prestazioni fornite su base domiciliare in capo ad un unico soggetto erogatore, in modo da agevolare l’aderenza terapeutica del paziente ed efficientarne l’organizzazione della presa in carico;
25) a sviluppare percorsi di riabilitazione oncologica che prevedano il coinvolgimento della medicina di prossimità e assistenza domiciliare facendo leva sui nuovi setting (case di comunità e ospedali di comunità), adottando all’uopo tutte le iniziative per rendere effettivo il ritorno a una vita normale, produttiva e «di qualità» attraverso la riabilitazione oncologica tempestiva, conditio sine qua non per un pieno recupero fisico, nutrizionale, cognitivo, psicologico e sociale, definendo ed organizzando, per quanto di competenza, anche per i pazienti oncologici adulti, degli «ambulatori dei guariti», da attuare in accordo con la medicina del territorio in strutture extraospedaliere per ridurre l’impatto psicologico negativo delle strutture di cura oncologica, operando su un unico progetto condiviso e utilizzando un unico sistema integrato;
26) a valorizzare ed implementare, nel rispetto dei vincoli di bilancio, la survivorship care per pazienti sopravvissuti e guariti prevedendo strumenti per migliorare la qualità di vita e l’efficacia delle cure tra cui il riconoscimento del diritto all’oblio, diritto necessario per: assicurare alle persone guarite da patologie oncologiche l’accesso ai diritti finanziari, assicurativi e di altra natura; intraprendere un percorso di adozione in condizioni di uguaglianza e non discriminazione, secondo quanto previsto dalla risoluzione del Parlamento europeo del 16 febbraio 2022; evitare qualsiasi discriminazione in campo lavorativo;
27) ad adottare iniziative per garantire l’implementazione e il monitoraggio delle breast unit, anche mediante il tavolo di coordinamento ministeriale che verifichi, con la collaborazione delle Regioni, i casi di inadempienza dei servizi offerti, allo scopo di garantire l’accessibilità delle donne in centri che rispondano a requisiti specifici secondo linee guida condivise e standard di qualità;
28) a sostenere la lotta al cancro infantile, facendone assoluta priorità e valutando l’istituzione di un fondo permanente per il sostegno ai piccoli pazienti oncologici, alle loro famiglie e a tutte le associazioni del terzo settore impegnate all’interno degli istituti oncologici pediatrici, nonché a definire ed organizzare, per i pazienti oncologici pediatrici guariti, programmi di controllo per la gestione del «guarito» e degli eventuali effetti a distanza nonché a definire misure per la presa in carico durante il periodo di transizione tra l’età pediatrica e quella adulta;
29) a prevedere, in tempi celeri, all’emanazione del regolamento previsto dall’articolo 1, comma 2, della legge 22 marzo 2019, n. 29, nonché del decreto per l’istituzione del referto epidemiologico per il controllo sanitario della popolazione, di cui all’articolo 4 della stessa legge, assicurandone un corretto funzionamento anche attraverso un corretto e completo trasferimento dei dati regionali al data base nazionale;
30) a garantire e incentivare servizi di psiconcologia nelle strutture sanitarie, riservati ai pazienti e ai familiari, al fine di migliorare la qualità di vita di chi affronta la diagnosi di cancro e le terapie e di limitare così la possibilità di conseguenze a livello psicologico, valorizzando le specifiche competenze dei professionisti sanitari in esse operanti anche attraverso corsi di formazione specifici;
31) a prevedere iniziative per la conservazione del posto di lavoro, il diritto al lavoro agile e un pieno reinserimento al lavoro dei pazienti oncologici;
32) ad assumere iniziative ai fini di una corretta ed uniforme presa in carico del paziente oncologico pediatrico promuovendo a livello territoriale l’approccio multidisciplinare e il lavoro di équipe con la presenza di diversi specialisti, con l’obiettivo di garantire e migliorare il benessere psico-fisico del paziente pediatrico oncologico e della propria famiglia, promuovendo l’assistenza psicologica dei pazienti pediatrici e delle loro famiglie, nell’ambito dei reparti di oncologia medica, effettuata da laureati in psicologia, abilitati, e con specifiche competenze nell’ambito;
33) a valutare l’opportunità di istituire, nel rispetto dei vincoli di bilancio, un fondo pubblico per il finanziamento degli studi accademici al fine di incentivare e sostenere la ricerca scientifica riguardo alle patologie oncologiche pediatriche sui farmaci orfani e per lo sviluppo di nuove terapie, stanziando fondi per i farmaci oncologici pediatrici innovativi, l’attivazione di protocolli di cura sperimentali e lo sviluppo di studi clinici mediante un approccio terapeutico multidisciplinare;
34) a valutare la previsione dello stanziamento, nel rispetto dei vincoli di bilancio, di fondi volti al supporto economico delle famiglie a basso reddito, considerando i costi che le famiglie devono sostenere in caso di ricoveri presso centri di cura distanti dalla propria residenza;
35) a valutare l’opportunità di prevedere, nel rispetto dei vincoli di bilancio, un adeguato trasferimento di risorse, specificandone le modalità concrete, per la prevenzione terziaria, per la costruzione delle reti indispensabili a garantire il raggiungimento degli obiettivi previsti: reti oncologiche, reti tumori rari, rete cure palliative, eccetera;
36) ad emanare tutti i decreti attuativi relativi all’articolo 2 della legge 11 gennaio 2018, n. 3.

Autore: francobrugnola

Scrittore, mi occupo prevalentemente degli enti locali e di sanità, settori nei quali ho lavorato molti anni come dirigente.

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