LA REGIONE LOMBARDIA APRE ALLA GESTIONE DI CASE E OSPEDALI DI COMUNITA’ AI PRIVATI…

La Giunta della Regione Lombardia con deliberazione del 6 settembre 2021, n. 5195 ha approvato un atto dell’ATS Milano Città metropolitana avente per oggetto “Linee di progetto per l’attuazione di case e ospedali di comunità nella città di Milano”.

Nel documento che costituisce la programmazione dei presidi territoriali nell’area metropolitana di Milano (a Roma pensano ad altro) ad un certo punto si parla di collaborazione pubblico-privato aprendo alla possibilità di realizzare strutture che svolgano le medesime funzioni previste dalle CDC/ODC, ma gestite da erogatori privati accreditati e di attivare forme di collaborazione fra soggetti pubblici e privati nella conduzione di tali strutture.
Si tratta evidentemente di un tema che richiederà specifici indirizzi regionali, considerato che ad oggi
-sono presenti requisiti di accreditamento per alcuni dei servizi offerti dalle CDC (specialistica ambulatoriale, punti prelievo, attività consultoriali), ma non per l’insieme complessivo delle attività che vi si svolgeranno (area delle cure primarie, area sociale e della prevenzione);
-per alcune attività previste (area dei servizi al cittadino, sorveglianza e monitoraggio ecc.) non sono state ancora definite delle tariffe ovvero delle possibili forme di remunerazione a funzione;
-alcune funzioni sono di natura eminentemente pubblica (servizi di scelta e revoca, valutazione multidimensionale del bisogno) e altre sono gestite da soggetti istituzionali esterni al SSR (Comuni per area sociale) e vanno quindi ancora definite.
É possibile d’altra parte prospettare fin d’ora diverse forme di collaborazione:
-sperimentazioni gestionali, ai sensi dell’art 19 delle LR 23/2015, attraverso le quali è possibile affidare attività sanitarie, sociosanitarie e sociali, attraverso la riqualificazione dei servizi, l’ammodernamento delle strutture e l’utilizzo di nuovi modelli organizzativi. Le sperimentazioni gestionali sono autorizzate dalla Giunta regionale, hanno di norma durata massima quinquennale e possono essere prorogate una sola volta per uguale periodo. Al termine della sperimentazione, sulla base degli esiti positivi della stessa, la Giunta regionale può autorizzare la stabilizzazione del modello gestionale, procedendo alla definitiva autorizzazione, all’accreditamento e alla contrattualizzazione del soggetto gestore o, in caso contrario, ne dichiara la cessazione;
-progetti Partenariato Pubblico Privato (PPP) ai sensi del Dlgs 50/2016, nel quale un soggetto privato assume un’iniziativa per la realizzazione e gestione di opere e servizi di interesse pubblico.

Si tratta di una pericolosa , ulteriore apertura verso la privatizzazione del SSN proprio in una regione che ha sofferto notevolmente a causa del modello prescelto per l’assistenza sanitaria.

Autore: francobrugnola

Scrittore, mi occupo prevalentemente degli enti locali e di sanità, settori nei quali ho lavorato molti anni come dirigente.

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