
Il World Happiness Report 2021, curato da J.F. Helliwell, R. Layard, J.D. Sachs, G.De Neve, L. B. Aknin e S.Whang e pubblicato in questi giorni tiene conto di 12 parametri: la soddisfazione della popolazione per la propria vita; il Pil pro capite; l’aspettativa di vita; il sostegno sociale, inteso come l’avere qualcuno su cui contare nei momenti di difficoltà; la libertà di scegliere che cosa fare della propria vita; la generosità (calcolata sulla quota di popolazione che ha fatto la carità nel mese precedente al sondaggio); la percezione della corruzione; l’influenza positiva o negativa, parametri semplificabili come il buono o il cattivo umore; due indici Gini (quello calcolato dalla Banca mondiale e quello elaborato da Gallup) che misurano le diseguaglianze dei redditi; la fiducia nelle istituzioni.
Sulla base di questi parametri è stata elaborata una graduatoria che pone l’Italia al 25° posto (l’anno passato era al 28°).
Quest’anno ha pesato oltre alle diseguaglianze, forse più che in altri Paesi la mortalità da COVID-19 e una scarsa fiducia nel futuro.