
Ieri 1° marzo si è svolta in diretta streaming sui canali social del Ministero della Salute (Youtube e Facebook) la presentazione del Report del Programma Nazionale Esiti 2020 alla presenza del Ministro della Salute, Roberto Speranza.
Il Programma Nazionale Esiti (PNE), sviluppato da AGENAS su mandato del Ministero della Salute, ha l’obiettivo di valutare l’efficacia nella pratica, l’appropriatezza, l’equità di accesso e la sicurezza delle cure garantite dal Servizio sanitario nazionale (SSN) nell’ambito dei livelli essenziali di assistenza (LEA). L’edizione 2020 del PNE, in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità e con il Dipartimento di Epidemiologia dell’ASL Roma 1, è realizzata su dati 2019.
L’edizione 2020 analizza 177 indicatori (72 sugli esiti e i processi assistenziali, 75 sui volumi di attività e 30 sui tassi di ospedalizzazione) in relazione ai seguenti ambiti clinici: cardio e cerebrovascolare, digerente, muscolo-scheletrico, pediatrico, ostetrico e perinatale, respiratorio, oncologico, urogenitale e malattie infettive.
“I dati del PNE confermano un graduale miglioramento della qualità delle cure a livello nazionale su tutte le aree cliniche analizzate dal PNE – dichiara il Direttore Generale Domenico Mantoan – sebbene ci sia ancora da lavorare per superare alcune criticità quali la frammentarietà dell’assistenza ospedaliera, nonché per limitare le disomogeneità di prestazioni presenti sia a livello interregionale sia intraregionale. L’impegno di AGENAS, che anche con il PNE prosegue la sua attività di ricerca e di supporto nei confronti del Ministro della salute, delle Regioni e delle Province Autonome di Trento e di Bolzano, rimane costante nella definizione di una maggior efficacia degli interventi sanitari, nonché di qualità, sicurezza e umanizzazione delle cure.”
“Nel corso di questi anni AGENAS – dichiara il Presidente Enrico Coscioni – attraverso il PNE si è concentrata nella valutazione comparativa tra soggetti erogatori, quali aziende sanitarie – ospedali pubblici e privati accreditati – oltre che tra gruppi di popolazione, osservando un costante miglioramento delle strutture le cui aree cliniche si collocano in molti casi a livelli di qualità alti o molto alti. Si tratta di importanti risultati che ci stimolano a proseguire nella direzione di un ampliamento delle attività oggetto di indagine senza, ovviamente, mai dimenticare l’importanza nella qualità dei dati come dimostrano gli oltre 3.000 audit condotti”.