
Com’è noto L’articolo 117 della costituzione italiana sancisce che la potestà legislativa esercitata dallo Stato e dalle regioni non solo deve rispettare la costituzione stessa, ma anche i vincoli dell’ordinamento comunitario. Questo di fatto avviene recependo le norme del diritto europeo all’interno dell’assetto normativo del nostro paese.
Questo principio mi è venuto in mente ora che stiamo chiedendo all’Unione Europea molti miliardi di euro per poter risollevare il nostro Paese dalla profonda crisi sociale ed economica procurata dall’epidemia.
Purtroppo non solo le direttive europee non vengono recepite con tempestività, ma in molti casi vengono disattese.
La procedura d’infrazione costituisce uno strumento indispensabile per garantire il rispetto e l’effettività del diritto dell’Unione. La decisione relativa al suo avvio è una competenza esclusiva della Commissione, la quale, esercitando un potere discrezionale, può agire su denuncia di privati, sulla base di un’interrogazione parlamentare o di propria iniziativa.
Quando la Commissione europea rileva la violazione di una norma UE, procede all’invio di una “lettera di messa in mora”, concedendo allo Stato un termine di due mesi entro il quale presentare le proprie osservazioni. La violazione contestata può consistere nella mancata attuazione di una norma europea oppure in una disposizione o in una pratica amministrativa nazionali che risultano con essa incompatibili.
La procedura d’infrazione è avviata nei confronti di uno Stato membro in quanto tale, senza che rilevi se l’autore della violazione sia un organo costituzionale, una giurisdizione, un ente territoriale o un soggetto di diritto privato controllato dallo Stato. Qualora lo Stato membro non risponda alla lettera di messa in mora nel termine indicato oppure fornisca alla Commissione risposte non soddisfacenti, quest’ultima può emettere un parere motivato con il quale cristallizza in fatto e in diritto l’inadempimento contestato e diffida lo Stato a porvi fine entro un dato termine.
Le sanzioni consistono in una somma forfetaria e in una penalità di mora, adeguate alla gravità e alla persistenza dell’inadempimento. Le cifre indicate dalla Commissione per l’Italia, sono le seguenti:
La somma forfetaria minima per l’Italia attualmente è di 7.524,00 euro al giorno, mentre la somma forfetaria massima è di 60.651 euro al giorno.
In base all’ultimo aggiornamento del febbraio 2021 sono 81 le procedure di infrazione a carico del nostro Paese, di cui 63 per violazione del diritto dell’Unione e 18 per mancato recepimento di direttive.
http://eurinfra.politichecomunitarie.it/ElencoAreaLibera.aspx
Conteggiando solo le infrazioni dal 2012 l’Italia per colpa di una politica poco accorta ha già pagato oltre 655 milioni di euro per infrazioni alle norme europee e si pone ai primi posti in questa pessima graduatoria.
https://www.europeandatajournalism.eu/Tools-for-journalists/InfringEye
I cittadini dei Paesi del Nord Europa che sono più attenti di noi hanno ragione quando chiedono maggiore attenzione da parte dei nostri governanti.
Ma talora la colpa è anche di molti Sindaci.