LA CORTE COSTITUZIONALE SOSPENDE UNA LEGGE DELLA VALLE D’AOSTA IN CONTRASTO CON LE NORME NAZIONALI PER LA LOTTA CONTRO L’EPIDEMIA

Roma, Palazzo della Consulta

La Corte Costituzionale con un proprio comunicato in data 14 gennaio 2021 ha reso noto di aver sospeso gli effetti della legge della regione Valle d’Aosta-Vallée d’Aoste n. 11 del 9 dicembre 2020, che consentiva misure di contenimento della diffusione del contagio da COVID 19 di minor rigore rispetto a quelle statali avendo disposto la riapertura di bar e ristoranti e la ripresa dell’attività sciistica.


La decisione è stata presa, in via d’urgenza, dalla Corte costituzionale con l’ordinanza n. 4/2021 (relatore Augusto Barbera), accogliendo l’istanza proposta, in via cautelare, dal Presidente del Consiglio dei ministri nell’ambito del ricorso contro la legge regionale.
La Corte ha ritenuto che sussista il fumus boni iuris, considerato che gli interventi consentiti dal legislatore regionale riguardano la materia della profilassi internazionale, riservata alla competenza esclusiva dello Stato (articolo 117, secondo comma, della Costituzione). Il che non esclude diversificazioni regionali della disciplina, adottate nel quadro di una leale collaborazione tra Stato e Regioni.
La Corte ha ritenuto inoltre che l’applicazione della legge fino alla trattazione nel merito della questione – fissata per il 23 febbraio 2021 – potrebbe comportare “il rischio di un irreparabile pregiudizio all’interesse pubblico” a una gestione unitaria dell’epidemia a livello nazionale nonché “il rischio di un pregiudizio grave e irreparabile per la salute delle persone”.

Si tratta di una svolta importante da parte della Corte Costituzionale che, grazie al Presidente Coraggio (che molti anni fa ha svolto l’incarico di Capo dell’ufficio legislativo del Ministero della sanità) ha voluto ribadire la necessità che nei casi di pandemia le decisioni debbano essere assunte a livello centrale e che ci debba essere una gestione unitaria per cui anche le forme di autonomia, come quelle della Regione Valle d’Aosta, vengano meno.
La questione rappresenta anche un precedente dato che, a seguito dell’emanazione del nuovo DPCM, anch’esso del 14 gennaio scorso, la regione Lombardia e la Provincia autonoma di Bolzano minacciano di non voler rispettare la decisione di essere state collocate in zona rossa.

Autore: francobrugnola

Scrittore, mi occupo prevalentemente degli enti locali e di sanità, settori nei quali ho lavorato molti anni come dirigente.

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