RAPPORTO INAIL SUGLI INFORTUNI SUL LAVORO DA COVID-19 DEL PERSONALE SANITARIO

L’articolo 42, comma 2, del Decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18 stabilisce che nei casi accertati di infezione da coronavirus (SARS- CoV-2) in occasione di lavoro, il medico certificatore deve redigere il certificato di infortunio ed inviarlo telematicamente all’Inail che assicura, ai sensi delle vigenti disposizioni, la relativa tutela dell’infortunato.
Secondo l’indirizzo vigente in materia di trattazione dei casi di malattie infettive e parassitarie, l’Inail tutela tali affezioni morbose, inquadrandole, per l’aspetto assicurativo, nella categoria degli infortuni sul lavoro.

Sono destinatari di tale tutela, quindi, i lavoratori dipendenti e assimilati, in presenza dei requisiti soggettivi previsti dal d.P.R. 30 giugno 1965, n. 1124, nonché gli altri soggetti previsti dal decreto legislativo 23 febbraio 2000, n. 38 (lavoratori parasubordinati, sportivi professionisti dipendenti e lavoratori appartenenti all’area dirigenziale) e dalle altre norme speciali in tema di obbligo e tutela assicurativa Inail.

Nell’attuale situazione pandemica, l’ambito della tutela riguarda innanzitutto gli
operatori sanitari esposti a un elevato rischio di contagio.

Il monitoraggio alla data del 30 novembre 2020 rileva:
-104.328 denunce di infortunio sul lavoro a seguito di Covid-19 segnalate all’Inail (il 20,9% delle denunce di infortunio pervenute da inizio anno e il 13% dei contagiati nazionali totali comunicati dall’ISS alla stessa data), concentrate
soprattutto nei mesi di marzo (27,0%), novembre (26,6%), ottobre (20,3%) e aprile (17,6%); il 3,7% sono denunce afferenti al mese di maggio, l’1,7% a settembre, lo 0,9% a febbraio e a giugno, lo 0,8% ad agosto e lo 0,5% a luglio.
Rispetto al monitoraggio effettuato alla data del 31 ottobre (66.781 denunce) i casi in più sono 37.547, di cui 27.788 riferiti a novembre e 9.399 ad ottobre (complice la seconda ondata di contagi che ha avuto un impatto significativo anche in ambito lavorativo, soprattutto a partire dal mese di ottobre, superiore
alla prima ondata: 47% la quota sul totale delle denunce di ottobre-novembre contro il 44,5% di marzo-aprile); i restanti 360 casi sono riconducibili ai mesi precedenti (il consolidamento dei dati permette di acquisire informazioni non disponibili nei mesi precedenti).

Di queste al 30 novembre 2020 ci sono: 366 denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale a seguito di Covid-19
pervenute all’Inail (circa un terzo dei decessi denunciati da inizio anno e una incidenza dello 0,7% rispetto al complesso dei deceduti nazionali da Covid-19 comunicati dall’ISS al 30 novembre). Il 50,3% sono deceduti ad aprile, il 33,1% a marzo, il 6,0% a maggio, il 5,5% a novembre, l’1,6% a luglio e ad ottobre, l’1,4% a giugno e lo 0,3% ad agosto e settembre. Rispetto al monitoraggio del 31 ottobre (332 casi), i decessi sono 34 in più, di cui 20 nel solo mese di novembre e gli altri distribuiti tra marzo e aprile (il consolidamento dei dati permette di acquisire le informazioni non disponibili nei mesi precedenti).
L’84,2% dei decessi ha interessato gli uomini, il 15,8% le donne (al contrario di quanto osservato sul complesso delle denunce in cui si osserva una quota percentuale superiore per le donne).

Autore: francobrugnola

Scrittore, mi occupo prevalentemente degli enti locali e di sanità, settori nei quali ho lavorato molti anni come dirigente.

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