IL RAPPORTO DI AMNESTY INTERNATIONAL ITALIA SULLA VIOLAZIONE DEL DIRITTO ALLA VITA DELLE PERSONE ANZIANE NELLE STRUTTURE SOCIOSANITARIE

Amnesty International Italia ha pubblicato il proprio rapporto “ABBANDONATI” nel quale viene denunciato l’impatto della pandemia sugli ospiti delle strutture residenziali sociosanitarie e socioassistenziali per persone anziane che varia notevolmente tra le diverse aree del paese, in parte in conseguenza della situazione epidemiologica generale relativa al COVID-19 nelle singole aree, in parte in base alla risposta delle autorità di fronte all’emergenza a livello locale: in Italia le competenze inerenti all’assistenza sanitaria e sociosanitaria sono demandate alle regioni, le quali dispongono di un notevole grado di autonomia nell’interpretazione e nell’attuazione delle politiche del governo centrale.

L’Italia non è riuscita a reagire in modo tempestivo al dilagare di decessi correlati al COVID-19 nelle strutture residenziali sociosanitarie e socioassistenziali per persone anziane. Misure di protezione fondamentali (quali restrizioni alle visite, procedure di controllo delle infezioni, esecuzione di tamponi su ospiti e personale di strutture residenziali sociosanitarie per persone anziane) non sono state adottate affatto oppure non lo sono state nella misura necessaria, se non quando il virus era già diffuso in maniera incontrollabile. Mentre, per decisione del ministero della Salute, le visite ai pazienti ricoverati in ospedale sono state vietate dal 22 febbraio a livello nazionale9, le restrizioni alle visite nelle strutture residenziali sociosanitarie per persone anziane sono state lasciate alla discrezionalità delle autorità regionali, che ne hanno permesso la prosecuzione in qualche forma fino a metà marzo. Durante questo periodo il virus si è diffuso all’interno di queste strutture che, nonostante fossero abitate dalle persone più vulnerabili, erano impreparate ad affrontare la sfida, con un conseguente significativo picco di decessi.

Nonostante la tristissima esperienza della prima fase anche in questi giorni sono presenti moltissimi casi in RSA e in case di Riposo che in taluni casi sono state addirittura isolate.

Drammatica la carenza di controlli da parte delle ASL e dei Comuni.

Amnesty International Italia chiede che venga condotta un’inchiesta pubblica per esaminare in profondità la preparazione generale e la risposta alla pandemia per quanto riguarda i presidi residenziali sociosanitari e socioassistenziali per persone anziane

L’inchiesta dovrebbe garantire la partecipazione reale degli ospiti anziani dei presidi residenziali sociosanitari e socioassistenziali e delle famiglie, comprese quelle in lutto, e dovrebbe esaminare una serie di questioni, fra le quali:
• le ragioni della ripetuta incapacità a mettere in atto e garantire screening con tamponi periodici per gli ospiti e per il personale delle strutture residenziali sociosanitarie e socioassistenziali;
• l’adeguatezza del supporto governativo al settore dei presidi residenziali sociosanitari e socioassistenziali per persone anziane per quanto riguarda la garanzia di approvvigionamento di
Dpi e tamponi e le questioni relative al personale;
• la misura in cui i diritti e la sicurezza degli operatori sanitari nelle strutture sono stati rispettati
durante la pandemia, in particolare se sono state adottate le misure necessarie per garantire
l’accesso a Dpi adeguati (per quantità e qualità), le linee guida e la formazione (per la protezione
del personale stesso e degli ospiti);
• la mancanza di piani di preparazione alla pandemia adeguati e praticabili.
Considerata la mancanza strutturale di dati, che ha ostacolato gli sforzi per valutare e rispondere alle necessità degli ospiti delle strutture residenziali sociosanitarie per persone anziane durante la pandemia, sono necessarie misure urgenti per raccogliere e rendere disponibili dati in maniera olistica.
Inoltre, il ministero della Salute deve garantire che vengano messi tempestivamente in atto i meccanismi necessari a livello nazionale per garantire:
• che le decisioni di natura medica siano sempre ed esclusivamente basate su valutazioni cliniche individualizzate, sulle necessità mediche, su criteri etici e sulla migliore evidenza scientifica disponibile.
• Pieno accesso a tamponi frequenti e regolari nei presidi residenziali sociosanitari e socioassistenziali per gli ospiti, per il personale sanitario e per i visitatori, allo scopo di favorire visite familiari e contatti significativi.
• La fornitura adeguata e continuativa di Dpi alle strutture residenziali sociosanitarie e socioassistenziali per persone anziane, affinché queste ultime possano ottemperare alle linee guide nazionali e la garanzia della formazione del personale sul loro scopo e utilizzo corretto.
• Che i datori di lavoro – siano essi pubblici o privati – forniscano al personale dei presidi residenziali sociosanitari e socioassistenziali per persone anziane adeguati Dpi e mettano in atto misure di prevenzione e controllo delle infezioni (Ipc – Infection, Prevention and Control) in linea con gli standard internazionali.
• Che sia garantita l‘effettiva priorità del personale delle strutture residenziali sociosanitarie e socioassistenziali per persone anziane rientri nei gruppi prioritari nell’accesso tempestivo e frequente ai tamponi COVID-19, per la sicurezza propria, delle loro famiglie e di coloro dei quali si prendono cura.
• Un meccanismo adeguato per valutare la capacità delle strutture residenziali sociosanitarie e socioassistenziali per persone anziane nel fornire non solo un’adeguata prevenzione e controllo delle infezioni, anche per quanto riguarda la loro capacità di isolare efficacemente ospiti nuovi o riammessi e di limitare il più possibile il movimento del personale tra le strutture, ma anche cure adatte ai residenti con COVID-19 e per altri residenti.
• L’accesso pieno e paritario agli ospedali e ai servizi sanitari per i residenti dei presidi residenziali sociosanitari e socioassistenziali per persone anziane.
• Che le linee guida per le visite nelle strutture mettano al centro l’interesse degli ospiti, tenendo conto delle diverse fonti di esposizione al rischio e delle possibili misure di mitigazione del rischio – quali ad esempio tamponi più frequenti per gli operatori sanitari, residenti e visitatori, protocolli di lavoro e accesso a Dpi adeguati a ridurre i rischi di infezione.
• Presenza e coinvolgimento adeguati del settore dei presidi residenziali sociosanitari e socioassistenziali per persone anziane nei processi di pianificazione e decisionali relativi ad istanze che riguardano gli ospiti a tutti i livelli.
• Che le strutture sociosanitarie assicurino che i residenti anziani siano in grado di comunicare regolarmente con le loro famiglie e che le famiglie siano mantenute informate sulle condizioni dei propri parenti.

Autore: francobrugnola

Scrittore, mi occupo prevalentemente degli enti locali e di sanità, settori nei quali ho lavorato molti anni come dirigente.

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