LA PROPOSTA PORTATA IN CONSIGLIO DEI MINISTRI PER L’UTILIZZO DEL FINANZIAMENTO EUROPEO DENOMINATO “NEXT GENERATION”

Come da convocazione ieri 7 dicembre si è riunito il Consiglio dei Ministri per esaminare il Piano nazionale di ripresa e resilienza per l’utilizzo dei fondi europei del “Next generation”

Com’è noto la seduta è stata rinviata ad oggi 8 dicembre.

Per quanto riguarda la salute, come qualcuno ricorderà il Ministero della salute aveva avanzato una richiesta di 68 miliardi articolati in 20 progetti (dal potenziamento dell’assistenza territoriale, a un nuovo modello di RSA, all’evoluzione del Fascicolo sanitario Elettronico, al rafforzamento della tutela della salute nella scuola, al contrasto alla migrazione sanitaria, al potenziamento dei sistemi di prevenzione della salute in rapporto all’ambiente, al riordino degli IRCCS, alla sicurezza alimentare, ecc.), ma nel documento sottoposto al Consiglio dei Ministri sono stati previsti solo 9,00 miliardi, mentre la fetta maggiore andrà ad altre missioni:
-48,7 MLD a digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura;
– 74,3 mld a Rivoluzione verde e transizione ecologica;
– 27,7 mld a Infrastrutture per una mobilità sostenibile;
– 19,2 mld a Istruzione e ricerca;
– 17,1 mld a Parità di genere, coesione sociale e territoriale;

Questi nove miliardi sarebbero articolati in due componenti:

La prima componente, “Assistenza di prossimità e telemedicina”, ha come obiettivo il potenziamento e l’orientamento del Sistema Sanitario verso un modello incentrato sui territori e sulle reti di assistenza socio-sanitaria. La prossimità va intesa come vicinanza ai bisogni dei cittadini, creando servizi integrati e incentrati sul bisogno della persona e della comunità, attraverso percorsi di prevenzione e cura che coinvolgano attori pubblici e privati, presenti sul territorio, così come la comunità e le associazioni del terzo settore, per offrire una rete di assistenza resiliente ed efficace a tutti i cittadini, a prescindere dal contesto geografico e socio-economico, non basata solo sul modello dell’Ospedale. Ciò al fine di superare le debolezze dell’assistenza territoriale socio-sanitaria emerse e rivelatesi critiche nella gestione dell’emergenza da Covid-19, nonché l’ormai storica e strutturale disomogeneità distribuzione territoriale di servizi sociali, sanitari e ospedalieri, spesso a svantaggio delle aree rurali e marginali del Paese.
Per conseguire tali obiettivi, la componente prevede due linee d’intervento:Il potenziamento dell’assistenza sanitaria e della rete territoriale, suddiviso nei seguenti ambiti di intervento:
a) l’integrazione complessiva dei servizi assistenziali socio-sanitari per una presa in carico globale della persona all’interno della Casa della Comunità;
b) la riorganizzazione della gestione dei servizi di cure domiciliari integrate e lo sviluppo e implementazione locale di un modello digitale dell’assistenza domiciliare integrata;
c) la promozione della salute, la prevenzione primaria e secondaria e il controllo delle malattie trasmissibili e non trasmissibili, per tutte le persone prese in carico nella Casa della Salute, anche grazie all’integrazione delle soluzioni tecnologiche;
d) l’implementazione di presidi sanitari a degenza breve (Ospedali di comunità) che svolgano una funzione intermedia tra il domicilio e il ricovero ospedaliero tramite la costituzione di Centrali Operative Territoriali; e) il miglioramento degli standard assistenziali nelle Residenze sanitarie per pazienti disabili e non autosufficienti;
f) sviluppo capillare della rete di centri territoriali per il contrasto alla povertà sanitaria, per rispondere più puntualmente ai bisogni della popolazione hard to reach hard to treat.

La seconda riguarda il potenziamento delle attività di ricerca e trasferimento tecnologico, che prevede:
a) lo sviluppo di un ecosistema per l’innovazione nell’area “Salute”, tramite partenariati misti per soluzioni innovative nel settore life science e la creazione di nuove imprese science-based;
b) voucher per il sostegno al trasferimento tecnologico negli ambiti della salute.

Il Potenziamento della formazione del personale sanitario con interventi per
a) l’ampliamento dell’accesso ai percorsi di specializzazione dei neo-laureati in medicina
e chirurgia;
b) il potenziamento della formazione dei professionisti sanitari.

Lo sviluppo di un modello di sanità pubblica ecologica (“One Health”) Salute, Ambiente e sicurezza alimentare che prevede:
a) l’istituzione di una rete del “sistema nazionale di prevenzione salute-ambiente e clima, SNPS”, pienamente integrabile con l’esistente Sistema Nazionale per la Protezione Ambientale (SNPA); b) lo sviluppo del sistema di sanità pubblica veterinaria e sicurezza degli alimenti, con la definizione di un sistema integrato delle attività per la food safety ad alto contenuto tecnologico.
La seconda componente, “Innovazione, ricerca e digitalizzazione dell’assistenza sanitaria” ha un duplice obiettivo che si traduce nelle seguenti linee d’intervento:
-La prima riguarda l’ammodernamento tecnologico e digitale del sistema sanitario, con particolare riferimento all’ammodernamento complessivo del parco tecnologico
degli ospedali, al rafforzamento del sistema emergenza-urgenza, agli interventi di integrazione ospedale-territorio per la presa in carico dei percorsi assistenziali e alla realizzazione di interventi regionali per l’evoluzione, il completamento e la diffusione del Fascicolo Sanitario Elettronico, anche ampliandone gli strumenti che abilitino la raccolta di nuove informazioni su base volontaria da parte del cittadino.
-La seconda riguarda il potenziamento delle attività di ricerca e trasferimento tecnologico, che prevede:
a) lo sviluppo di un ecosistema per l’innovazione nell’area “Salute”, tramite partenariati misti per soluzioni innovative nel settore life science e la creazione di nuove imprese science-based;
b) voucher per il sostegno al trasferimento tecnologico negli ambiti della salute.

Il Potenziamento della formazione del personale sanitario con interventi per :
a) l’ampliamento dell’accesso ai percorsi di specializzazione dei neo-laureati in medicina e chirurgia;
b) il potenziamento della formazione dei professionisti sanitari.

Si tratta di un progetto di basso livello dal punto di vista culturale in quanto è molto generico e rischia di non affrontare il nodo principale della sanità che è rappresentato senza dubbio dalla prolungata carenza di fondi (cui si è ovviato portando finalmente il Fondo Sanitario Nazionale a 121 miliardi) ma soprattutto ad una organizzazione inadeguata (della quale non si c’è traccia) e alla carenza di personale e di formazione continua.

Senza una organizzazione moderna i pochi soldi previsti rischiano di essere dispersi in rivoli senza alcun vantaggio.

Autore: francobrugnola

Scrittore, mi occupo prevalentemente degli enti locali e di sanità, settori nei quali ho lavorato molti anni come dirigente.

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