

La Fondazione Studi Consulenti del lavoro ha pubblicato il 28 novembre scorso un report che ha fotografato la fragilità del SSN, che da quasi un anno è alle prese dell’emergenza sanitaria da COVID-19.
Dal report si rileva come dal 2008 al 2018 in Italia il personale medico del sistema sanitario si è ridotto del 5,0%, mentre quello infermieristico, già fortemente sottodimensionato, ha registrato una contrazione del 3,0%, concentrando su meno lavoratori un carico di assistenza e cura che è andato invece aumentando con l’emergenza, divenendo insostenibile negli ultimi mesi. Al già complesso quadro si aggiungono poi alcune considerazioni strutturali: innanzitutto, il blocco del turnover che ha portato ad una drastica riduzione nell’ultimo decennio delle figure sanitarie, con notevoli differenze tra le Regioni e con cali significativi nel Mezzogiorno.
“Non bisogna infine dimenticare che tra medici e infermieri ci sono delle madri: un universo che tra restrizioni, scuola a distanza e carico di lavoro rischia non solo di contagiarsi, ma di venire sottoposto ad un logorio psico-fisico che potrebbe determinarne il burnout”, ha dichiarato il Presidente della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, Rosario De Luca. Dal report emerge infatti che nella professione infermieristica, in particolare, le donne rappresentano il 75,7% degli occupati, superando l’80% nelle regioni del Nord ma anche il personale medico vede ormai una presenza quasi paritaria di donne (46,5%) e uomini (53,5%). Tra medici e infermieri, ben il 68,6% ha figli e il 31,7% con meno di 15 anni. “Le professioni sanitarie – ha continuato il Presidente – sono oggi sottoposte a una grandissima pressione.