

Il 27 novembre scorso il Comitato Nazionale per la bioetica ha inteso proporre una riflessione etica generale sul tema dei vaccini con particolare riferimento alla ricerca, alla produzione e alla distribuzione nell’ambito della pandemia Covid-19, partendo dalla consapevolezza delle condizioni di incertezza sul piano scientifico ed epidemiologico sul virus.
Prendendo atto delle numerose sperimentazioni in corso, il CNB sottolinea sul piano etico come l’emergenza pandemica non debba portare a ridurre i tempi della sperimentazione, indispensabili sul piano scientifico, bioetico e biogiuridico, per garantire la qualità e la protezione dei partecipanti.
Il Comitato ritiene che il vaccino debba essere considerato un ‘bene comune’, la cui produzione e distribuzione a favore di tutti i Paesi del mondo non sia regolata unicamente dalle leggi di mercato. Questa raccomandazione non deve rimanere un mero auspicio, ma piuttosto un obbligo a cui deve far fronte la politica internazionale degli Stati. Altresì il CNB ritiene indispensabile che le aziende farmaceutiche riconoscano la propria responsabilità sociale in questa grave condizione pandemica.
Il Comitato ritiene che debbano essere fatti tutti gli sforzi per raggiungere e mantenere una copertura vaccinale ottimale, non escludendo l’obbligatorietà in casi di emergenza, soprattutto per gruppi professionali maggiormente esposti all’infezione e alla trasmissione della stessa.
Secondo il Comitato quando il vaccino sarà disponibile, i costi potrebbero essere molto elevati. Per questo è necessario lavorare ad una strategia di contenimento insieme agli altri Paesi. L’Unione Europea sta già raccomandando una strategia sui vaccini con la doppia finalità di un contenimento dei costi e di un’equa distribuzione10. Togliere i brevetti sul vaccino è la strada che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha più volte caldeggiato, anche se l’eliminazione del brevetto rischia di rallentare significativamente la ricerca e di diminuire il numero dei competitori.
Qualora, comunque, sia ammesso il brevetto, almeno nelle prime fasi più drammatiche della pandemia, se ne dovrebbe prevedere la sospensione e al contempo si dovrebbe prevedere la concessione di licenze obbligatorie, regolate tramite accordi internazionali.
Il Comitato ha anche ricordato come attualmente vi sia il programma globale Covax per la distribuzione dei vaccini futuri con criteri di equità, guidato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, dalla Cepi (Coalition for Epidemic Preparedness Innovations) e dall’alleanza Gavi (Gavi The Vaccine Alliance).
Pertanto il Covax dovrebbe garantire che tutti i Paesi abbiano accesso alle dosi ed evitare che solo i Paesi ricchi si accaparrino il vaccino.
Infine il Comitato ha fatto una serie di raccomandazioni sulla ricerca, sulla produzione, sui costi e sulla distribuzione.
Una attenzione particolare è stata posta dal Comitato sulla obbligatorietà chiedendo:
= che sia rispettato il principio che nessuno dovrebbe subire un trattamento sanitario contro la sua volontà preferendo l’adesione spontanea rispetto all’imposizione autoritativa, ove il diffondersi del senso di responsabilità individuale e le condizioni complessive della diffusione della pandemia lo consentano;
= che, nell’eventualità che perduri la gravità della situazione sanitaria e l’insostenibilità a lungo termine delle limitazioni alle attività sociali ed economiche, non vada esclusa l’obbligatorietà dei vaccini soprattutto per gruppi professionali che sono a rischio di infezione e trasmissione di virus; tale obbligo dovrà essere revocato qualora non sussista più un pericolo significativo per la collettività.
Solo per memoria desidero ricordare che Albert Sabina non brevettò il suo vaccino ma lo regalò a tutti i bambini del mondo e che grazie a lui anche se solo ora, anche il continente africano è stato dichiarato “polio free!
Un atteggiamento ben diverso è quello di certe multinazionali quotate in borsa che cercano di affrettare i tempi della sperimentazione dei loro vaccini per far salire le loro quotazioni.
Qui è possibile scaricare il testo completo del parere del Comitato Nazionale di bioetica: