
E’ stato presentato questa mattina in live streaming il XXIII Rapporto PiT Salute di Cittadinanzattiva focalizzato quest’anno sull’ accesso alle prestazioni e assistenza territoriale le principali criticità che uniscono l’Italia negli ultimi 5 anni.
Il Servizio Sanitario Nazionale ha mostrato tutta la sua fragilità: la difficoltà di accesso alle prestazioni resta la voce più segnalata dai cittadini, sebbene in leggera diminuzione, negli ultimi 5 anni (30,5% nel 2015, 25,4% nel 2019), mentre cresce parallelamente il dato relativo all’assistenza territoriale (11,5% nel 2015, 19,7% nel 2019).
Il Rapporto contiene l’elaborazione delle segnalazioni gestite dalle sedi del Tribunale per i diritti del malato presenti sul territorio nazionale e dei servizi Pit Salute locali dal 1° gennaio al 31 dicembre 2019 (in totale 13.720) e le segnalazioni ((8907) relative all’emergenza Covid registrate dal 1° gennaio al 30 settembre 2020.
Dal rapporto emerge una lettura trasversale delle segnalazioni registrate nel 2019 e i “trend” degli ultimi cinque anni, ci restituisce sostanzialmente l’immagine di un SSN con problemi molto rilevanti di accesso alle prestazioni, con difficoltà via via in aumento, legate al progressivo impoverimento delle risorse e a deficit organizzativi dell’assistenza territoriale, alle quali fa da contraltare un’organizzazione “ospedale centrica” della rete sanitaria della presa in carico.
Al terzo posto delle segnalazioni dei cittadini ci sono la sicurezza delle cure e la presunta malpractice: preoccupante l’impennata di segnalazioni in questo settore (+6,8%) dal 2018 (10,5%) al 2019 (17,3%).
Una voce trasversale a tutti i settori presi in considerazione è poi quella relativa ai costi del servizio per i cittadini: il trend degli ultimi cinque anni mostra una crescita dal 9,2% al 13,5%. In particolare si segnala il costo dei ticket per esami diagnostici e visite specialistiche (in tutti i 5 anni la percentuale è sempre stata maggiore del 30% sul totale dei costi, 32,7% nel 2019); segue la voce relativa alle prestazioni in intramoenia o presso privati a causa di liste d’attesa, nervo scoperto del sistema in quanto legato alla cronica difficoltà nell’accogliere tutte le richieste in tempo: si è passati dal 18% del 2015 al 31% del 2019. Per i farmaci i cittadini lamentano costi elevati, ma le segnalazioni sono in diminuzione (20% nel 2015, 6,3% nel 2019), soprattutto a causa del processo che sta portando, negli ultimi mesi, alla cancellazione dei superticket. In aumento invece le lamentele relative ai costi delle visite domiciliari (il valore 2019 è pari al 5,1% del totale), segno che le condizioni economiche di una parte della società al momento rappresentano un problema per l’accesso a questi servizi.
Secondo il Rapporto le criticità evidenziate dai cittadini nel 2019, così come negli ultimi cinque anni, facevano già presagire quelli che durante l’emergenza da coronavirus si sono mostrati come i punti più deboli del nostro Servizio Sanitario Nazionale.