L’ ANAAO-ASSOMED DIMOSTRA COME I POSTI LETTO COVID NON SIANO STATI CREATI IN PIU’ RISPETTO A QUELLI ESISTENTI, MA SIANO QUELLI DELL’INTERNISTICA RICONVERTITI

Il Sindacato ANAAO-ASSOMED nella giornata di ieri ha pubblicato un proprio studio per verificare l’effettiva attuazione da parte di regioni e aziende sanitarie le disposizioni del Governo per l’attivazione di nuovi posti letto destinati ai pazienti colpiti dalla pandemia e e per l’assunzione del relativo personale.

Secondo l’ANAAO-ASSOMED l’epidemia da COVID-19 ha rivoluzionato, in pochi mesi, l’assetto standard del nostro sistema di cure, evidenziando le sue qualità, ma allo stesso tempo i limiti, conseguenti al decennio di definanziamento ai danni del sistema sanitario nazionale utilizzato come bancomat invece che come preziosa risorsa.

Le politiche di tagli – sempre secondo l’ANAAO-ASSOMED – hanno così determinato una drastica riduzione di posti letto su tutto il territorio nazionale, soprattutto nelle Regioni sottoposte a piani di rientro. E come prevedibile, oggi ci troviamo costretti a dover fronteggiare una pandemia che ripropone drammaticamente il problema della carenza dei posti letto insieme a quella del personale medico specialista.

La carenza di specialisti, già trattata da precedenti studi Anaao-Assomed, si sta manifestando anche durante questa seconda ondata dell’epidemia: mancano internisti, infettivologi, pneumologi in tutte le Regioni, e allora le Aziende, quando si arriva al massimo ottenibile dagli specialisti di branca, “convertono” e precettano chirurghi, ortopedici, oculisti, chiedendo loro la gestione di pazienti complessi in branche non affini o equipollenti, e ovviando in tal modo, goffamente alla storica e mai definitivamente risolta carenza strutturale di personale.
Il saldo finale è sempre zero: il personale medico è praticamente quello di sempre.
 
Dai dati raccolti dall’ANAAO-ASSOMED appare come le Regioni abbiano aumentato i posti letto di degenza ordinaria e di terapia intensiva, ma la cosa sarebbe avvenuta convertendo posti letto per acuti di altre branche specialistiche che si fanno risultare come posti letto COVID, attivati o attivabili, riducendo drasticamente le possibilità di cure ordinarie del cittadino, non garantendo più risposte al bisogno di salute della popolazione per tutto ciò che non riguarda SARS-COV2.

Allo scopo di dimostrare questa tesi l’ANAAO ha confrontato i dati con quelli dei posti letto attivi nel 2018 con quelli presenti nel 2020, mettendoli poi a confronto con il numero dei ricoveri COVID.

Il fatto è che in molti ospedali non sono stati riconvertiti solo i posti letto internistici ma anche quelli chirurgici con conseguente differimento di tutti gli interventi di elezione che dopo un poco di tempo spesso diventano urgenti.

Spesso intere strutture ospedaliere dismesse tra il 2000 e il 2018 che avrebbero potuto essere utilizzate per i pazienti COVID restano abbandonate mentre gli ospedali sono stai messi sottosopra con trasferimento di reparti, mescolanza di pazienti con patologie diverse e percorsi COVID e NON COVID che si intersecano pericolosamente.

Anche il personale medico preesistente è stato riconvertito per il COVID.

I pazienti affetti da patologie diverse rispetto al COVI stanno andando sempre più in sofferenza e rischiano la vita.

Autore: francobrugnola

Scrittore, mi occupo prevalentemente degli enti locali e di sanità, settori nei quali ho lavorato molti anni come dirigente.

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: