
Come per gli anni precedenti la Direzione generale della programmazione sanitaria ha pubblicato i risultati del monitoraggio dei LEA relativi all’anno 2018.
Si tratta di un documento molto interessante anche grazie ai nuovi indicatori utilizzati.
Quasi tutte le regioni hanno fatto progress significativi anche se permangono delle criticità in alcune di esse:
Basilicata: area distrettuale;
Calabria: aree prevenzione e distrettuale;
Campania: aree prevenzione e distrettuale;
Lazio: aree prevenzione, distrettuale e ospedaliera;
Marche: area ospedaliera;
Molise: area distrettuale;
Puglia: area prevenzione;
Sicilia: aree prevenzione e distrettuale;
Umbria: area prevenzione.
Nel 2018 risultano valutate positivamente le seguenti regioni: Abruzzo, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Toscana, Umbria e Veneto.
Si collocano con un punteggio compreso tra 200 e 160 (minimo livello accettabile): Basilicata, Calabria, Campania, Lazio, Molise, Puglia e Sicilia.
Da rammentare che Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia erano in piano di rientro.
Per ogni regione è stata sviluppato il “Rosone” secondo la metodologia dell’Istituto sant’Anna di Pisa che si compone di 33 settori circolari di ampiezza pari al peso del singolo indicatore (l’indicatore 6.2 è sospeso nell’anno 2018) e cinque anelli concentrici per quante sono le classi delle soglie di valutazione, inclusa anche quella relativa al dato mancante, errato o carente (grigio). Per ogni settore, la posizione e il colore dell’etichetta consentono di individuare facilmente punti di forza (colore verde) e livelli crescenti di criticità (dal giallo, al viola al rosso, secondo la tabella 2.2.) in riferimento al loro peso (ampiezza del settore circolare) nel novero degli aspetti monitorati all’interno della regione. Il colore del riquadro consente di riconoscere la regione in base alla valutazione finale (verde = adempiente; rosso = inadempiente).
Per l’avvenire sarebbe necessario che il monitoraggio fosse fatto a livello provinciale dato che in alcune Regioni ci sono profonde diseguaglianze tra una provincia e l’altra.