
Il Ministero della salute sul proprio sito ha pubblicato l’analisi sullo stato dell’epidemia che è in rapido peggioramento e compatibile complessivamente con uno scenario di tipo 3 con rapidità di progressione maggiore in alcune Regioni italiane.
Secondo il monitoraggio relativo al periodo 12-18 ottobre 2020 “la situazione evidenzia segnali di criticità dei servizi territoriali e il raggiungimento imminente di soglie critiche dei servizi assistenziali di diverse Regioni e province autonome”
La situazione descritta in questo report evidenzia segnali di criticità dei servizi territoriali e del raggiungimento imminente di soglie critiche dei servizi assistenziali di diverse Regioni/PA.
Sono necessarie misure, con precedenza per le aree maggiormente colpite, che favoriscano una drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone e che possano alleggerire la pressione sui servizi sanitari, comprese restrizioni nelle attività non essenziali e restrizioni della mobilità nonché l’attuazione delle altre misure già previste nel piano “Prevenzione e risposta a COVID-19: evoluzione della strategia e pianificazione nella fase di trasmissione per il periodo autunno-invernale”. Si invitano nuovamente le Regioni/PA a realizzare una rapida analisi del rischio, anche a livello sub-regionale, e a considerare un tempestivo innalzamento delle misure di mitigazione nelle aree maggiormente affette.
È fondamentale che la popolazione rimanga a casa quando possibile e riduca tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessarie. Si ricorda che è obbligatorio adottare comportamenti individuali rigorosi e rispettare le misure igienico-sanitarie predisposte relative a distanziamento e uso corretto delle mascherine.
Purtroppo durante l’estate delle cicale in cui chi avrebbe dovuto organizzare al meglio la risposta alla battaglia autunnale (assessori regionali e direttori delle aziende sanitarie locali e Sindaci) in molti casi si è illuso che sarebbe andato tutto bene, ma con l’arrivo dell’autunno, come era prevedibile, ha dovuto prendere atto che il virus è tornato in forze all’attacco, così ci troviamo di nuovo con un numero elevatissimo di contagi e interventi che si susseguono senza riuscire a contrastare la velocità con cui l’epidemia si propaga.
Uno studio dell’ Alta Scuola di Economia e management dei sistemi sanitari (ALTEMS) ci dice che gli aspetti epidemiologici si confermano le differenze importanti in termini di incidenza della diffusione del Covid-19 nelle diverse Regioni che proseguono anche nella Fase 2. I dati (al 20 Ottobre) mostrano che la percentuale di casi attualmente positivi (n = 142.739) sulla popolazione nazionale è pari allo 0,24% (quasi raddoppiato rispetto ai dati del 13/10 in cui si registrava lo 0,14%). La percentuale di casi (n=434.449) sulla popolazione italiana è in sensibile aumento, passando dallo 0,61% allo 0,72%.
Nel periodo 14-20 ottobre 2020 il rapporto tra pazienti Covid deceduti e totale dei positivi è pari a 0,27% mentre tra il 18 e il 24 marzo 2020 la letalità grezza apparente, a livello nazionale, è stata pari al 6%. Sarebbero già esauriti in sette regioni i posti letto in terapia intensiva aggiunti dal decreto Rilancio.
Non è più possibile attendere
Secondo il Ministero della salute e sulla base dei dati del l’Istituto Superiore di sanità la situazione descritta in questo report evidenzia segnali di criticità dei servizi territoriali e del raggiungimento imminente di soglie critiche dei servizi assistenziali di numerose Regioni/PA.
L’evidenza di casi rapidamente in aumento con Rt nazionale di 1.5 nel suo valore medio e significativamente sopra 1 indicano una situazione complessivamente e diffusamente molto grave sul territorio nazionale con rischio di criticità importanti a breve termine in numerose Regioni/PA italiane.
Il carico di lavoro non è più sostenibile sui servizi sanitari territoriali con evidenza di impossibilità di tracciare in modo completo le catene di trasmissione ed aumento in proporzione dei casi evidenziati per sintomi (che superano per la prima volta questa settimana quello dei casi identificati tramite contact tracing).
Sono necessarie misure, con precedenza per le aree maggiormente colpite, che favoriscano una drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone e che possano alleggerire la pressione sui servizi sanitari, comprese restrizioni nelle attività non essenziali e restrizioni della mobilità nonché l’attuazione delle altre misure già previste nel documento
Sempre secondo il Ministero della salute è fondamentale che la popolazione riduca tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo quando non siano strettamente necessarie e di rimanere a casa quanto più possibile. Si ricorda che è obbligatorio adottare comportamenti individuali rigorosi e rispettare le misure igienico-sanitarie predisposte relative a distanziamento e uso corretto delle mascherine.
Viene ulteriormente ribadita la necessità di rispettare le misure raccomandate dalle autorità sanitarie compresi i provvedimenti quarantenari dei contatti stretti dei casi accertati e di isolamento dei casi stessi.