
Benché il timore per il Covid-19 non sia finito i pazienti tornano ad affollare i Pronto Soccorso e già si allungano i tempi di attesa.
Con l’Accordo 1° agosto 2019 tra il Governo, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano sui documenti “Linee guida nazionali per il triage intraospedaliero, Linee di indirizzo nazionali sull’Osservazione Breve intensiva” e “Linee di indirizzo nazionali per lo sviluppo del Piano di gestione del sovraffollamento in Pronto Soccorso” (Rep. Atti n. 143 CSR) era stato affrontato in maniera approfondita il problema.
Risulta che le Regioni abbiano provveduto a recepire l’Accordo stabilendo che le aziende sanitarie e gli enti del SSR debbano provvedere, ciascuno per quanto di competenza ad attuare le azioni previste.
Nei fatti purtroppo i problemi sono rimasti e i Pronto Soccorso sono dei veri e propri imbuti che non riescono a gestire i maniera appropriata la massa di pazienti in arrivo soprattutto per quanto riguarda i codici bianchi anche perché il ticket previsto per legge non viene applicato da talune regioni.
In Gran Bretagna, dove hanno gli stessi problemi di sovraffollamento hanno organizzato le cose in maniera diversa facendo in modo da selezionare meglio i codici bianchi evitando che arrivino al PS (Rapporto Carter) .
I problemi sono destinati a crescere quando in autunno tornerà ad affacciarsi l’epidemia influenzale.
Le persone non possono passare giorni interi ad attendere di essere presi in carico al Pronto Soccorso come più volte segnalato dalla stampa, né è possibile che i pazienti vengano collocati nei corridoi, sulle barelle delle ambulanze per carenza di posti, bloccando così per ore ed ore le ambulanze e i loro equipaggi.
E’ auspicabile che il Parlamento intervenga.
Risulta che la Commissione sanità del Senato abbia già iniziato l’esame del disegno di legge 1715 che, benché debba essere migliorato, può essere la base per una riforma che dia al nostro paese un Sistema di emergenza sanitaria territoriale migliore.