LA SEZIONE REGIONALE DI CONTROLLO PER IL LAZIO DELLA CORTE DEI CONTI HA SVOLTO IL GIUDIZIO DI PARIFICAZIONE SUL RENDICONTO DELLA REGIONE LAZIO PER L’ESERCIZIO 2019 – MOLTO INTERESSE PER LA PARTE DEDICATA ALLA SANITA’

Si è tenuto oggi 31 luglio 2020 a Roma, presso l’Aula delle Sezioni Riunite della Corte dei conti (Viale Mazzini 105), alla presenza del Presidente della Corte dei conti Angelo Buscema, in pubblica udienza il Giudizio di parificazione sul Rendiconto generale della Regione Lazio per l’esercizio finanziario 2019.

Il Consiglio dei Ministri ancora non ha assunto il provvedimento di sua competenza per dichirare la fine del commissariamento, ma c’è stato il via libera dell’ultimo Tavolo di verifica in data 22 luglio scorso, ma la Regione Lazio rimarrà nel piano di rientro dal disavanzo e, come tale, resterà sottoposta alla vigilanza da parte dei Tavoli di monitoraggio del Mef e del Ministero della salute.

Nella Relazione in udienza della dott.ssa Carla Serbassi per la parte della sanità si legge che attraverso le misure prese in attuazione di tale piano, si è avviata un’azione di risanamento strutturale riuscendo a contenere la tendenza espansiva delle spese del settore sanitario pur se, negli ultimi due anni (2018 e 2019), emerge un aumento complessivo dei costi della produzione della gestione caratteristica. In merito al disavanzo di tale gestione (inteso come differenza tra i ricavi e i costi dell’attività tipica), che questa Sezione raccomanda di riportare in pareggio, l’Ente rappresenta che esso è derivato in parte dal mancato inserimento, nell’esatto anno di competenza, sia dei ricavi del recupero di somme dai soggetti privati accreditati che del payback farmaceutico, che confluiscono, in ritardo, non nella gestione ordinaria ma in quella straordinaria.
La gestione finanziaria conferma, invece, il trend di riduzione degli anni passati, presentando un miglioramento anche nell’anno 2019, con una contrazione degli oneri e interessi passivi.
Infine, la gestione straordinaria, soggetta nel tempo a forti oscillazioni, evidenzia quest’anno una rilevante riduzione pur mostrando ancora un valore positivo, la cui valutazione non può prescindere da una dettagliata analisi di ogni fenomeno che ha contribuito a determinarla. A tal proposito, occorre non dimenticare lo stretto controllo dei Tavoli di monitoraggio i quali, con richieste di informazioni e raccomandazioni e con il supporto dell’Advisor contabile, validano o rilevano le criticità di tutti gli importi iscritti nel bilancio sanitario, compreso quello della GSA.
Si rileva che, a partire dall’anno 2018, il bilancio sanitario consolidato presenta un risultato economico positivo, senza dover ricorrere al gettito aggiuntivo fiscale, pur se quest’ultimo è ancora esistente e destinato, per legge, alla copertura di oneri in parte non strettamente attinenti alla sanità.
Passando al debito del comparto consolidato sanitario, è evidente come l’azione commissariale abbia consentito di ridurne negli anni in maniera rilevante l’ammontare che, dagli 8,08 miliardi di euro del 2012 scende ai 3,51 miliardi del 2019, importo cui occorre però aggiungere il debito della Regione riferito alla sanità che ammonta, al 31 dicembre 2019, a 9,37 miliardi, per un totale di circa 12,87 miliardi.
Emerge, inoltre, la presenza di un considerevole contenzioso con i creditori delle aziende sanitarie (circa 1,92 miliardi di euro) che, se pur fronteggiato da un congruo fondo rischi, necessita di costanti controlli e di una gestione che si avvalga di un sistema centralizzato regionale che possa meglio contrastare le insidie derivanti dalle sempre più numerose pretese risarcitorie e coadiuvare le aziende nelle loro difese processuali. Risulta che la Regione Lazio, tramite un più stretto rapporto con la sua Avvocatura, abbia iniziato in tal senso un valido percorso che, a parere di questa Sezione, potrebbe essere implementato anche con l’inserimento di adeguate specializzazioni tecniche, come richiesto dalla peculiarità e complessità delle materie oggetto di lite.
Considerato che il controllo delle spese correnti e la riduzione del debito sono due cardini fondamentali su cui basare una buona gestione dei limitati mezzi disponibili, questa Sezione ritiene che occorra fare quanto possibile per il loro contenimento, in modo da poter liberare risorse da destinare a selettivi investimenti, realmente produttivi e necessari allo sviluppo sostenibile del settore sanitario.
Da una accurata analisi effettuata da questa Sezione sulle relazioni-questionario inviate dai Collegi sindacali di tutti gli enti sanitari della Regione, per gli anni 2017 e 2018, coadiuvata da apposite specifiche istruttorie, sono emerse numerose criticità capaci di riflettersi in senso negativo sui risultati della gestione sia in termini di maggiori costi che di mancato raggiungimento delle prestazioni.
Tali criticità, per la cui dettagliata analisi si rinvia ad apposito capitolo di questa relazione, sono spesso comuni a più aziende, e riguardano il ritardo nell’approvazione dei bilanci, il mancato utilizzo di sistemi di contabilità analitica, la irregolare tenuta degli inventari dei beni mobili strumentali e delle rimanenze di beni sanitari, l’inesatta circolarizzazione dei rapporti di debito/credito, l’utilizzo inadeguato dei sistemi informatici, l’improprio uso dei sistemi di acquisto centralizzati, la difficoltà di verifica della compatibilità delle spese della contrattazione integrativa e del trattamento accessorio del personale, l’assenza di un generalizzato sistema di controllo dei costi, le irregolarità nella resa del conto dei tesorieri e la mancata ricognizione di tutti gli agenti contabili, con impossibilità di verifica del loro operato.
Da tale disamina sembra emergere la necessità di incentivare la “centralità” della Regione, in un settore caratterizzato dalla presenza di molteplici operatori (quali Asl, ospedali, cliniche private accreditate e altri), al fine di indirizzarne l’azione e svolgere la necessaria attività di impulso e coordinamento anche attraverso l’individuazione di linee comuni, pur se nella valorizzazione della autonomia e responsabilità e previo confronto con ciascuna azienda sanitaria. In tale contesto non può prescindersi dall’attività regolarmente svolta dai singoli Collegi sindacali, al fine di non disperderne il proficuo lavoro e, anzi, di fare tesoro delle loro costanti osservazioni.
Per concludere si ricorda che, con riferimento all’anno 2018, il punteggio della griglia LEA assegnato dagli organi competenti alla Regione Lazio nel gennaio 2020, è pari a “190”, confermandosi un trend in costante aumento.

Autore: francobrugnola

Scrittore, mi occupo prevalentemente degli enti locali e di sanità, settori nei quali ho lavorato molti anni come dirigente.

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