L’ALTA SCUOLA DI ECONOMIA A MANAGEMENT DEI SISTEMI SANITARI NEL SUO 10° RAPPORTO PUNTA L’ATTENZIONE SUI LIVELLI DI ASSISTENZA AI PAZIENTI ONCOLOGICI DURANTE L’EPIDEMIA

L’Alta Scuola di economia e management dei sistemi sanitari del’Università Cattolica, ha pubblicato il nuovo report del 4 giugno elaborato in collaborazione con il Dipartimento Scienze della vita e sanità pubblica della facoltà di medicina del Gemelli e il Gruppo di organizzazione aziendale dell’università di Catanzaro.

Nel nuovo Report, dopo aver analizzato l’andamento dell’epidemia nelle varie regioni viene affrontato il problema dell’impatto dell’emergenza COVID-19 sui livelli di assistenza offerti a specifiche categorie di pazienti.

Per prima è stata approfondita l’area oncologica.
Il Rapporto afferma che l’emergenza ha avuto ripercussioni in termini di:
• Posti letto disponibili. Il 70% dei reparti di oncologia chirurgica, che hanno risposto ad una survey nazionale su invito (Torzilli 2020), dichiara di avere avuto una riduzione nei posti letto disponibili. Nell’83% la riduzione ha riguardato anche i posti letto disponibili in TI;
• Personale a disposizione sia per diretto coinvolgimento nella gestione della fase di emergenze, e conseguente ridefinizione delle mansioni, sia per infezione da COVID-19 (Indini 2020, Torzilli 2020, Brandes 2020);
• Volumi di attività. Nell’indagine di Torzilli 2020 emerge che Il 52% dei reparti ha avuto una contrazione dell’attività ambulatoriale. Mentre dalla survey AIPO (Jereczek-Fossa 2020) risulta che il 30.4% dei dipartimenti ha riscontrato una contrazione complessiva dell’attività del 10-30%;
• Attività chirurgica. Il numero di procedure chirurgiche effettuate in mediana in una settimana è passato da 3.8 (IQR 2.7-5.4) pre COVID a 2.6 (IQR 2.2-4.4) post COVID (p=0.036) (Torzilli 2020), con conseguenti ripercussioni sulle liste di attesa;
• Accesso agli esami diagnostici. Sono state riportate difficoltà da parte dei clinici di accedere ad esami quali TC, RM, PET-TC etc.
Al momento mancano evidenze in merito agli esiti conseguente a tale contrazione delle attività.
In generale, lo sforzo fatto è stato di garantire comunque l’operatività di un team multidisciplinare capace di seguire il paziente anche in remoto.

La telemedicina sembra giocare un ruolo chiave per garantire la continuità di cura, se si tiene conto dell’esperienza, ad esempio, riportata per l’Emilia Romagna (Brandes 2020).

Due pubblicazioni forniscono evidenze in merito alla percezione dei pazienti oncologici. Se da un lato emerge il bisogno dei pazienti di certezza delle cure, dall’altro è confermato l’impatto dell’emergenza COVID-19 sull’accesso alle cure.

Il 36% dei pazienti ha lamentato sospensione di esami diagnostici e visite di followup.

Autore: francobrugnola

Scrittore, mi occupo prevalentemente degli enti locali e di sanità, settori nei quali ho lavorato molti anni come dirigente.

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