PIU’ SICUREZZA SUL LAVORO PER TUTTI GLI OPERATORI SANITARI

Il numero dei medici e del personale sanitario deceduto o contagiato dal coronavirus in questi giorni è cresciuto vertiginosamente.

I medici mori sono sono oramai trenta di cui diciassette medici di famiglia.

Picco di contagi anche tra il restante personale sanitario con quasi 5.000 unità colpite e poste in quarantena.

Il totale degli operatori sanitari italiani contagiati è superiore a quello della CINA.

Tutto questo nonostante il Consiglio dei Ministri avesse deliberato sin dal 31 gennaio l’emergenza dell’ epidemia da coronavirus e quindi regioni e direzioni generali delle aziende sanitarie fossero perfettamente al corrente della gravità della situazione.

Le norme per la tutela della sicurezza dei lavoratori (D.lgs 81/2008) impongono che il datore di lavoro coadiuvato dal responsabile del servizio di prevenzione e protezione, dal medico competente, nonché previa consultazione del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza avrebbe dovuto provvedere all’aggiornamento del Documento di valutazione dei rischi (artt. 17,18 e 29 del D.lgs 81/2008), ma non risulta che tutti abbiano provveduto.

Nello stesso tempo il datore di lavoro avrebbe dovuto assicurare la corretta dotazione dei DPI (quelli che nel NHS sono chiamati Protective Individual Equipment) per il personale allo scopo di proteggerlo.

Solo grazie alle sollecitazioni dei sindacati è stato sottoscritto il 14 marzo un Protocollo per la prevenzione e la sicurezza dei lavoratori della Sanità, dei Servizi socio sanitari e Socio assistenziali in ordine all’emergenza sanitaria da COVID-19.

Purtroppo in questo mese e mezzo il virus si è diffuso nelle strutture sanitarie pubbliche e private e non è noto quanti siano i soggetti asintomatici.

Probabilmente in qualche caso sarebbe necessario utilizzare DPI con un livello di protezione maggiore rispetto a quelli forniti, in questo senso si è espresso Nino Cartabellotta il quale suggerisce anche di sottoporre a tampone tutti gli operatori esposti al contagio.

Risulta che i parenti di uno dei deceduti si sarebbero rivolti a un avvocato per valutare la possibilità di chiedere un risarcimento attraverso un’azione legale.

La situazione è molto grave perché il governo, ma con lui anche le regioni e i direttori generali delle aziende potrebbero trovarsi di fronte a richieste di danni molto rilevanti.

Autore: francobrugnola

Scrittore, mi occupo prevalentemente degli enti locali e di sanità, settori nei quali ho lavorato molti anni come dirigente.

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