
Con l’art. 1 comma 449, della legge 27 dicembre 2019, n. 160, avente ad oggetto: “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2020 e bilancio pluriennale per il triennio 2020-2022”, è stato previsto che “per far fronte al fabbisogno di apparecchiature sanitarie finalizzate a garantire l’espletamento delle prestazioni di competenza dei medici di medicina generale nonché dei pediatri di libera scelta, al fine di migliorare il processo di presa in cura dei pazienti nonché di ridurre il fenomeno delle liste di attesa, è autorizzato un contributo pari a euro 235.834.000 a valere sull’importo fissato dall’art. 20 della legge 11 marzo 1988, n. 67, come rifinanziato da ultimo dall’articolo 1, comma 555, della legge 30 dicembre 2018, n. 145, nell’ambito delle risorse non ancora ripartite alle regioni“.
Il succitato comma prevede altresì che “I trasferimenti in favore delle regioni sono disposti sulla base di un piano dei fabbisogni predisposto e approvato nel rispetto dei parametri fissati con decreto del Ministro della salute, da adottare entro il 31 gennaio 2020, previa intesa in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano. Con il medesimo decreto sono definite la distribuzione delle risorse di cui al presente comma alle regioni, in quota capitaria, e le modalità con cui le medesime regioni, nell’ambito degli accordi integrativi regionali, individuano le attività assistenziali all’interno delle quali saranno utilizzati dispositivi medici di supporto, privilegiando ambiti relativi alla fragilità e alla cronicità, anche prevedendo l’utilizzo di strumenti di telemedicina finalizzati alla second opinion, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica”.
Inoltre l’articolo 1 comma 450 della medesima legge che dispone: “Le apparecchiature sanitarie di cui al comma 449, di proprietà delle aziende sanitarie, sono messe a disposizione dei medici di cui al comma 449, secondo modalità individuate dalle aziende medesime, avendo cura di misurare l’attività svolta attraverso indicatori di processo”.
Ciò posto, secondo quanto riferito da Quotidiano Sanità il Ministero della salute ha già predisposto una bozza di decreto per la ripartizione delle somme tra le regioni in base alla quota capitaria alle Regioni un contributo pari a euro 235.834.000,00 al netto delle quote relative alle province di Trento e di Bolzano rese indisponibili ai sensi dell’art. 2 comma 109, della legge 23 dicembre 2009, n. 191.
Le Regioni dovranno presentare al Ministero della salute, Direzione Generale
della programmazione sanitaria, entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore del decreto del Ministro della salute, un piano dei fabbisogni per l’utilizzo delle risorse assegnate.
Le Regioni, nell’ambito degli Accordi integrativi regionali, definiscono le attività assistenziali all’interno delle quali saranno utilizzati i dispositivi medici di supporto, tenendo conto anche degli obiettivi prioritari di politica sanitaria nazionale di cui agli AACCNN 21 giugno 2018, rispettivamente previsti per la Medicina Generale e la Pediatria di libera scelta, privilegiando le attività volte a garantire la appropriata presa in carico delle persone affette da patologie croniche e da fragilità e la pronta erogazione delle attività diagnostiche connesse ai piani assistenziali, al fine di favorire lo sviluppo di un modello di prossimità dell’assistenza idoneo a prevenire gli accessi impropri al Pronto soccorso e a contribuire al contrasto delle liste di attesa
Nelle more dell’attuazione del piano dei fabbisogni, laddove i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta già contribuiscono o vogliano contribuire con propri dispositivi al raggiungimento degli obiettivi assistenziali individuati dagli Accordi integrativi di cui al comma 3, le Regioni possono orientare le risorse del presente decreto per una implementazione tecnologica a maggiore intensità assistenziale.
Si tratta di una svolta importante per elevare la qualità del SSN facilitando gli accertamenti diagnostici il che renderà più celeri le diagnosi ma soprattutto agevolerà le cure dei pazienti cronici.